Once upon a time , –ma quanto,non è dato di saperlo- tre ranocchie, stanche di stare a mollo, decisero di passeggiare lungo le rive dello stagno.
Chiaccherando fra di loro scoprirono di avere lo stesso desiderio : allontanarsi dall’acqua ferma che aveva dato loro i natali, scoprire il resto del mondo, essere considerate e rispettate per quello che sentivano di essere.
Mentre saltellavano -in modo sgraziato- nella mota e fra le erbacce e si lamentavano della pochezza della loro vita, una di esse vide brillare qualcosa nel folto di un canneto.
Era una luce di qualità quasi ultraterrena, che si librava pigramente fra le frasche e sembrava chiamarle.
Le tre ranocchiette si avvicinarono a spiare e videro una naiade sospesa sul pelo dell’acqua da una robusta legatura .
La luce non era altri che la sua energia vitale, che fuori dall’acqua andava scemando.
Le amiche si consultarono velocemente e decisero di aiutarla , a patto che la ninfa esaudisse la loro speranza.
La naiade, stremata e desiderosa solo di tuffarsi, acconsentì a qualsiasi cosa.
Quindi,liberata e di nuovo ricoperta dal suo elemento naturale, disse : “Se ho capito bene, voi volete andarvene da questo stagno; non volete più essere anfibi verdi e gracidanti, umidi e viscidi; volete respirare solo aria ,avere una pelle asciutta e calda ed avvicinarvi all’acqua solo se se ne trarrà un’utilità. Benissimo. “
E le trasformò in galline da brodo.