I muri del centro di Roma sono pieni di epigrafi curiose, “strane”, che raccontano pezzi di storia della nostra città e che, a causa dell’incuria della gente e delle istituzioni, rischiano di essere spazzate via.
Sul fianco destro della chiesa di San Gregorio della Divina Pietà (o San Gregorio a ponte Quattro Capi) c’è, ormai quasi illeggibile, la targa riportata nella foto su cui è scritto “ELEMOSINE PER POVERE ONORATE FAMIGLIE E VERGOGNOSE” corredata di buca per le offerte.
A differenza delle tante confraternite sorte a Roma con lo scopo di aiutare le più svariate categorie di poveri bisognosi di aiuto (vedove, orfani, storpi, bambini abbandonati ecc.) la Congregazione degli Operai della Divina Pietà si era assunta infatti il compito di assistere con discrezione nobili e borghesi che, caduti in disgrazia, non avevano nemmeno il coraggio di chiedere un aiuto.
Sotto Benedetto XIII Orsini la Congregazione si trasferì nella chiesa di San Gregorio a ponte Quattro Capi, detta anche San Gregorietto per le sue piccole dimensioni, che prese quindi il nome di San Gregorio della Divina Pietà