Sta nel fondo dei tuoi occhi sulla punta delle labbra sta nel corpo risvegliato nella fine del peccato nella curva dei tuoi fianchi nel calore del tuo seno nel profondo del tuo ventre nell'attendere il mattino
Sta nel sogno realizzato sta nel mitra lucidato nella gioia nella rabbia nel distruggere la gabbia nella morte della scuola nel rifiuto del lavoro nella fabbrica deserta nella casa senza porta
Sta nell'immaginazione nella musica sull'erba sta nella provocazione nel lavoro della talpa nella storia del futuro nel presente senza storia nei momenti di ubriachezza negli istanti di memoria
Sta nel nero della pelle nella festa collettiva sta nel prendersi la merce sta nel prendersi la mano nel tirare i sampietrini nell'incendio di Milano nelle spranghe sui fascisti nelle pietre sui gipponi
Sta nel sogno dei teppisti e nei giochi dei bambini nel conoscersi del corpo nell'orgasmo della mente nella voglia più totale nel discorso trasparente.
ma chi ha detto che non c'è ma chi ha detto che non c'è
Sta nel fondo dei tuoi occhi sulla punta delle labbra sta nel mitra lucidato nella fine dello Stato
I galeotti vogano per il Mar Rosso spingendo a fatica la galera; il rugghio copre lo stridio dei ceppi strillano, Perù la loro patria.
I Peruviani ricordano il Perù un paradiso, c'erano uccelli, danze donne e su ghirlande di fiori d'arancio crescevano al cielo i baobab . Banane, ananassi! Un mucchio di gioie! Vino in vasellame conservato... Ma ecco, chissà perché e da dove i giudici giunsero in Perù!
E disposero un cerchio di commi per ingabbiare uccelli e Peruviane. Gli occhi del giudice sono barattoli di latta che scintillano in un mondezzaio.
Capitò un pavone blu-ranciato sotto il suo occhio severo come il digiuno, e scolorì sull'istante la magnifica coda di pavone!
In Perù volavano per la prateria certi uccellini detti colibrì; il giudice ne prese uno e il pelame e le piume rase al povero colibrì.
Adesso, nemmeno in una sola valle vi sono vulcani fumanti. Il giudice ha scritto su ogni valle: "Valle per non fumatori".
In Perù persino i miei versi sono proibiti, su minaccia di torture. Il giudice ha stabilito che "quelli in vendita sono bevanda alcolica".
L'Equatore freme al tintinnio dei ceppi. Il Perù è vuoto di uccelli e di uomini... Vi abitano soltanto i giudici depressi, rannicchiati con astio sotto i codici.
Eppure, sapete, fa pena il Peruviano. Senza ragione gli han dato la galera. I giudici disturbano gli uccelli e le danze, e me e voi e il Perù.
Cuba, a quanto ho capito, è bella da sognare ma non da vivere.
O Dorian, alla majalata potevi farti una chiacchierata con la Shawanda, che pochi giorni dopo sarebbe partita proprio per il paradiso caraibico dove spesso si reca con due valigie: una con quattro effetti personali, l'altra con ogni sorta di merci, a momenti anche le mollette per il bucato.
Calcola che lei è dichiaratamente di sinistra, ma altrettanto dichiaratamente delusa da come vanno là le cose. E' un regime, niente da fare; grazie, certo, all'embargo, ma grazie a pari merito a disorganizzazione, clientelismi e corruzione, a Cuba rischia di mancare perfino l'aspirina. Raul, nel segno di bastone e carota, ha concesso i telefonini e tutti hanno un cellulare, ma non hanno i soldi per ricaricarlo. Internet è consultabile soltanto da punti pubblici e ovviamente è censurato. Adesso si sono inventati il visto turistico per consentire ai Cubani di farsi un giro all'estero (mi domando quanti facciano ritorno in patria). Dopo pochi mesi di permanenza uno straniero se ne deve andare o inventarsi qualcosa, altrimenti rischia l'arresto per immigrazione clandestina (sic).
Io ben mi guardo dal disconoscere i meriti della dinastia Castro, soprattutto al confronto con quel maiale di Batista, nel campo della scolarizzazione, nel campo della sanità pubblica, dell'assistenza agli indigenti e via dicendo. Però va anche detto che pagava, quando ancora poteva, Mamma Russia; e Castro ospitava i suoi missili, e Castro mandava i suoi soldati in Africa a fare il lavoro sporco.
Sì, credo proprio che sia qualcosa da sognare, una specie di Eldorado; la realtà è ben altra. Ma stiamo sempre là: chi si contenta gode...
Io riconosco dei traguardi ai regimi comunisti o cosiddetti comunisti, a parte la Cambogia di Pol Pot, dove sembra che la politica nazionale fosse semplicemente quella di sterminare il popolo con una fucilata o con la fame. Non parliamo del Vietnam dopo il ritiro degli Americani.
Premesso che spesso si sono imposti dove vigeva una schifosa oligarchia capitalista e dove non c'era l'ombra di assistenza sociale, dopo hanno garantito, seppure in chiave mediocre, uno straccio di istruzione e di sanità per tutti; questo va riconosciuto senza dubbio.
Continuo però a non credere che il comunismo sia la soluzione dei mali sociali, ossia, che finora non è che lo sia stato; inoltre bisognerebbe chiedersi come mai non abbia attecchito in regimi altrettanto oppressivi come per esempio in Gran Bretagna, dove ai tempi di Marx, ed è lì che lui scriveva, la forza-lavoro viveva in condizioni ben peggiori di quelle degli schiavi d'America. Ed è assurdo, inoltre, pensare che questi regimi, che pure avrebbero dovuto garantire finalmente la liberazione degli sfruttati, in realtà si reggevano soltanto grazie all'esercito e alla polizia segreta. E che i Paesi assoggettati a tale politica si ribellavano. Contraddittorio, se ci si pensa. Assurdo anche pensare che, siccome la produzione collettivizzata non funziona né mai funzionerà, per mantenere il baraccone in realtà i Paesi comunisti avevano bisogno di aiuti esterni, spesso persino dai Paesi a regime di libero mercato, pena la fame nera. Queste contraddizioni dovrebbero far riflettere chi tuttora si dichiara comunista e illusoriamente continua a sostenere che finora il comunismo non è stato applicato, che quelli erano soltanto regimi che nulla avevano a che vedere eccetera eccetera. Anche questo discorso lascia il tempo che trova perché si smonta da sé: per un periodo si inneggiava a Mao, poi si scoprì che era un feroce dittatore; c'è chi riteneva Stalin un liberatore, e si è visto come e quanto lo fosse; è rimasta Cuba, che oggi come oggi non è che offra una bella immagine di sé: diciamo che la crescita collettiva, che pure sarebbe auspicabile, è rimasta una chimera. Poi, non so, magari c'è qualcuno cui garba la Corea del Nord; lo dica pure, questa è una comunità libera.
Tra l'altro parla uno che conduce una vita frugale, cui non è mai fregato nulla di macchine, vestiario, case belle eccetera; diciamo che in un regime comunista (o sedicente tale, accontentiamo gli illusi) io non è che mi sentirei peggio di come mi sento adesso; però, e nonostante la mia opposizione 'ideologica' al capitalismo e al suo allettante figlioletto, il consumismo becero, ripeto che il comunismo non mi sembra la soluzione ottimale; o perlomeno, finora, tale non s'è dimostrato.