a dire la verità eravamo già dei falliti nel 92
e abbiamo dovuto cedere la sovranità monetaria, smenandoci un
bel 30% del valore della lira, perchè altrimenti non c'erano più soldi
nè per gli stipendi degli statali, nè per le pensioni, nè per pagare gli
interessi sui titoli di stato (che avevano tassi a due cifre)
lo stato aveva già venduto ai privati tutto quello che ai privati faceva
gola e lo ha fatto per incassare quattro soldi, pur di rimandare il
fallimento
solo che il più delle volte non li ha nemmeno incassati e invece ha
dovuto caricarsi delle spese per ammortizzatori sociale e prepensio-
namenti
per un ventennio non abbiamo fatto altro che lasciar crescere debiti
e inflazione
già nel 1975 la disoccupazione era in crescita e veniva tamponata
solo incrementando l'apertura delle partite Iva per il lavoro autonomo
"il lavoro bisogna inventarselo" diceva De Michelis nel 1980
e intanto che si svalutava la lira veneti e lombardi il lavoro se lo sono
inventato, riuscendo anche ad esportare
però la spesa corrente e gli interessi sul debito continuavano ad
aumentare aprendo continue falle nel bilancio dello stato
l'euro con l'imposizione del tetto al debito e al deficit hanno
impedito l'apertura di nuove falle, ma hanno impoverito gli italiani
del 30% in una sola notte
dopo di che con l'euro forte l'esportazione è diminuita, ed è stata
fatta colare a picco dalla concorrenza della Cina, entrata nel WTO
quasi in contemporane con la nascita di Eurolandia
solo che da noi a nessuno è venuto in mente che la musica era
cambiata e che bisognava cambiare passo
siamo nelle condizioni di dovere tornare ad essere un popolo di
emigranti, questo è il nostro futuro, cerchiamo di rendercene conto
dopo la guerra siamo risorti lavorando, perchè gli americani hanno
finanziato la ricostruzione, venivamo dalla fame e offrivamo mano
d'opera a basso costo, finanziarci era conveniente per gli americani
oggi.....
oggi non conviene a nessuno investire per dare lavoro ai
costosissimi e poco produttivi lavoratori italiani
non conviene nemmeno agli imprenditori italiani, che preferiscono
investire all'estero, magari facendosi dare i soldi dallo stato, come
hanno sempre fatto, in un modo o nell'altro