la "scimmietta perplessa" oggi va, come è giusto che vada, al presidente Giorgio Napolitano, che, con un atto d'”imperio” e senza fa marcia indietro, si è drasticamente ridotto lo stipendio. Giusto ritenendo che, co quello che passa casa de sti tempi, non è il caso de mettese in berta, tra riffe e raffe, più di 150.000 euro l'anno.
Io, ovvero er sottoscritto, che bisognava mette in atto st'analoga decisione lo sapevo già da quanno portavo li carzoni corti! E tanto è vero che, è da quanno ero pischello che lo scrissi. Che lo denunciai (sotto forma di sonetto) Ormai, da quanno la denuncia, n’è passata d’acqua sotto ponte Sisto! Ovviamente, manco a dillo, a tutti l’interessati, la mia denuncia je scivolò addosso! Quinni, ergo: la scimmietta di oggi, non solo va ar presidente, ma modestamente, va assegnata pure a me.
Che diceva la denuncia? in poesia romanesca? Beh, come tutti li romani che scrivono versi contro quarcuno o quarcosa, furono versi scritti cor pennino intinto ne la cicuta.
Er cappellotto diceva:
sonetto scritto in seguito alla notizia alquanto sconcertante ma “ incredibilmente” vera su l’entità dei stipendi, prebende ed emolumenti vari, elargiti con riguardosa magnanimità a tutti i numerosissimi dipendenti del Palazzo Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica.
Quanto ce costa er “Colle Quirinale”
Lèssi, ma no, no Lèssi er cane, lèssi,
in quanto ch’ebbi a legge sur giornale;
si quanto cazzo costa er Quirinale
in sciali, sfarzi e sciampagnoni annessi.
E appresa sta notizia appett’ar quale
ce intravedevo “ estremi” embè me messi
( assieme a chissà quanti cojon-fessi )
ad aspettà sviluppi in ... Via Penale.
Beh, come annò, tu prova a immagginallo.
Ma n’è l’ “ insabbio” che me po fa rode,
in quanto ognun de noi cià fatto er callo.
Quanto er sapè che c’è a tutt’oggi ancora;
na casta sopra a un “ Colle” che sta a gòde,
mentre che a valle ormai... semo in malora!
Tebro
Quindi, un plauso al nostro Giorgio Napolitano.