Vorrei essere libero, libero come un uomo. Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura, sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale, incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo. Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia, che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo. Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza, con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche un gesto o un’invenzione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
anzi si può tranquillamente dire che tra i due non c'è proprio
nulla in comune
Non ho capito bene quel tuo "sì, però", Claretta...Non essendo "sovrapponibili", non possono piacermi entrambi? E se ti dicessi, che ascolto i Manowar e amo i brani del gruppo Metallica, ma allo stesso modo amo Dvorak, Smetana, Verdi e amo ascoltare Mussorgsky?
Io sento la mancanza di entrambi, perchè non riesco a vedere nessuno nè come De Andrè e tantomeno come Gaber, nell'attuale panorama artistico italiano...era tutto qui.
Per chi ha ammesso di non intendersene: le opinioni personali su Gaber di chiunque (anche di tebro) sono gradite, ma riportare un copia-incolla dal Google e spacciarlo come un opinione personale è patetico...quando una "non se ne intende", farebbe bene a non intervenire "ad minchiam" (questa è mia, non copiata dal Google...). A volte, il silenzio è d'oro.
Tornando al tema del topic, Peter, questa come ti piace?
Le canzoni di De Andrè le ascoltavo con quei giradischi portatili, tutti inspiegabilmente color arancio, con le mie compagne di scuola.....dalla ballata del Michè, credo sua prima canzone, Nuvole barocche a La guerra di Piero, la Canzone di Marinella, Fila la lana...............
L'ho seguito quando ha cominciato a collaborare con de Gregori (Amico fragile), la canzone scritta per la morte di Pasolini (una storia sbagliata), poi quando comincia a cantare con il figlio Cristiano, fino a "Mi innanoravo di tutto", scritta poco prima di morire
Se lo avvicino a Dario Fo è perchè hanno collaborato, trovandosi molto bene insieme, su musiche del 500, e su una ricerca di fo ed Enzo Jannacci, De andrè ha composte diverse musiche
Gaber l'ho conosciuto e seguito molto anche a teatro
E' oltre che cantante, autore, attore, uomo di grande cultura, ma soprattutto uno spirito libero, ironico, intelligente, lucido
A teatro si presentava da solo, con nessune scenografia, a volte non ci erano neppure i musicisti tanto era il suo carisma e parlava della società italiana in tutti i suoi aspetti: dall'amore, alla famiglia, la coscienza, ma parlava anche di politica, religione, sessualità, solitudine.
Un uomo di grande onestà intellettuale
L'ultimo spettacolo che ho visto, nel 2004 mi pare, è "IL GRIGIO"
Protagonista un uomo tormentato, che non riesce a gestire le situazioni amorose, ha paura di assumersi responsabilità, incapace di affrontare la vita
Cerca, vivendo in campagna, un dialogo con se stesso.......ma la campagna non risolverà i suoi problemi, specialmente con l'arrivo di un topo, ospite inatteso
Una caccia furiosa contro il roditore fino ad accettarlo dome simbolo delle sue contraddizioni, come un interlocutore anche se ex nemico, fino ad arrivare a chiarirsi con se stesso, ritrovando la sua lucidità anche se non la soluzione ai suoi problemi
Una ironia quasi amara, con risvolti Kafkiani..........a me è piaciuto molto
Ecco questo ( n°17) mi è piaciuto moltissimo! La condivisione dell'esperienza personale la trovo un gesto molto generoso, è stato bello leggerti Miti. Grazie.
Mussorgrski in genere mi piace. Quello che è considerato il suo capolavoro, i 'Quadri', è comunque stato arrangiato per orchestra da Ravel in quanto, mi pare, all'inizio era uno spartito per solo pianoforte.
Ma questo forum era più per i bambini che per i musicisti.
Quando i bambini fanno oh C'e un topolino Mentre i bambini fanno oh C'e un cagnolino Se c'e una cosa che ora so Ma che mai piu io rivedro E un lupo nero che da un bacino A un agnellino Tutti i bambini fanno oh Dammi la mano perche mi lasci solo Sai che da soli non si puo Senza qualcuno, nessuno puo diventare un uomo Per una bambola o un robot bot bot Magari litigano un po Ma col ditino ad alta voce Almeno loro, eh, fanno la pace Cosi ogni cosa nuova e una sorpresa Proprio quando piove I bambini fanno oh guarda la pioggia Quando i bambini fanno oh Che meraviglia, che meraviglia Ma che scemo vedi pero pero E mi vergogno un po Perche non so piu fare oooooooh E fare tutto come mi piglia Perche i bambini non hanno peli Ne sulla pancia,ne sulla lingua [ Lyrics from: http://www.lyricsmode.com/lyrics/p/povia/quando_i_bambini_fanno_oh.html ] I bambini Sono molto indiscreti, ma hanno tanti segreti Come i poeti I bambini volan la fantasia e anche qualche bugia O mamma mia...bada Ma ogni cosa e chiara e trasparente Che quando un grande piange I bambini fanno oh Ti sei fatto la bua e colpa tua Quando i bambini fanno oh Che meraviglia, che meraviglia Ma che scemo vedi pero pero E mi vergogno un po Perche non so piu fare oh Non so piu andare sull'altalena Di un fil di lana non so piu fare una collana
Lalalalalalala
Fin che i cretini fanno Fin che i cretini fanno Fin che i cretini fanno boh Tutto resta uguale Ma se i bambini fanno ohh Basta la vocale Io mi vergogno un po Invece i grandi fanno no Io chiedo asilo, io chiedo asilo Come i leoni io voglio andare a gattoni .. E ognuno e perfetto Uguale il colore Evviva i pazzi che hanno capito cos'e l'amore E tutto un fumetto di strane parole Che io non ho letto Voglio tornare a fare oh Voglio tornare a fare oh Perche i bambini non hanno peli Ne sulla pancia ne sulla lingua..
Gaber a me non è mai piaciuto, ma come persona, visto che l'ho incontrato un paio di volte in porta romana, a milano. Però è una persona gentile, rispondeva al mio saluto. Come artista la sua incoerenza affascina. Loro, gli artisti, la chiamano crescita. per me sono solo dei poracci, ma umanamente, detto con il bene. Lui era uno bravino, ma fosse nato oggi sarebbe meno famoso di marco carta. Faceva l'anarchico moralista, o meglio l'artista, che di politica non ha mai capito un cazzo. La sua 'libertà è partecipazione' svanisce quando se ne va in campagna, con una che poi va a fare la presidente della provincia per il silvietto, una cantante di bassa lega degli anni sessanta. Insomma, un genio assoluto che quando si scontra con la realtà perde subito.
Beh, un grande, un 'fate come dico ma non come faccio', maccazzo, ovvio, la crescita interiore, l'arte. ma che si inculino. Straccioni erano quando erano poesia, straccioni son diventati quando han fatto i soldi. Ora: il primo straccioni era riferito ai soldi che avevano in tasca, il secondo a quello che avevano nel cuore. Questi fanno fortuna e non son più gente del popolo. (Per i più giovani, si veda gli articolo 31, ma che lo sto a dire a fare, qui...).
E' morto, e la sua più grande vittoria è che le sue parole assolutamente nuove, visto che le ha dette, in quel modo, per primo, oggi son banalità. Rimarrà nella storia del nulla, come forse avrebbe voluto.
Ed io, lo ammetto, l'ho amato e lo amo tuttora. Pure se era una merda.