Dal nostro inviato Piero Pan
Nella Bassa veronese, verso Rovigo, insomma in quei postacci là, Teremàte
SCOPERTA UNA COMUNITA' LINGUISTICA DELLA QUALE FINORA SI IGNORAVA L'ESISTENZA!
I suoi abitanti parlano un idioma dalle origini misteriose (e si soffiano il naso con le dita, vabbe'...)
Brutentozzle Tanghèro sull'Adigiù (o nei pressi), 15 settembre
Incredibile ma vero! La lingua parlata dagli abitanti di Brutentozzle Tanghèro non appartiene a nessuna delle principali famiglie linguistiche europee, cioè la latina, la slava e la germanica; né tantomeno la si può ricondurre al gruppo ugro-finnico o al romanesco tardo-borgatarico tebriota. Abbiamo (io, cioè Piero in persona e per servirvi, e Pan) intervistato un'esponente di questa simpatica koiné, la signora Merù 'Ndù, che si è espressa, va detto, in maniera abbastanza comprensibile: 'Nù ci teniù moltù a conservomble le nos tradiziù - cuccù'*. Alla domanda 'Come mai non parlate veneto?' ha risposto: 'Comps nù? E comps stu parlomblèus adespereppepè?'
Al termine della breve ma esaustiva intervista la signora 'Ndù Merù (ma anche Merù 'Ndù) è stata gentilmente accompagnata all'interno di un mezzo del 118 che si trovava a passare per caso (insomma...); sono stati sufficienti un uppercut e un pedatone sulle terga. Destinazione ignota, ma pazienza.
*'Cuccù' è un'interiezione tipica degli abitanti di Brutentozzle Tanghèro quando concludono una frase; è probabilmente mutuata dal 'ciò' veneto. Viene usata anche in altre occasioni, ad esempio durante il gioco del Nascondino, regolarmente praticato dagli abitanti del villaggio, in occasione della festa del Patrono o dopo un rumoroso peto (ndr).