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General: Un saluto alla nuova Libia
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De: Peterpan® (Mensaje original) |
Enviado: 23/10/2011 18:56 |
Sì, niente male: è stato annunciato che verrà applicata la sharia, o meglio intensificata la sua applicazione; una donna della quale si vedevano solo gli occhi, stando almeno alla traduzione, ha detto che questo era ciò che voleva: una nuova Libia. Con o senza burka? Si sono dimenticati di chiederglielo... |
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Qualche singolo e/o qualche stato che paga, che finanzia, direi. E il fondamentalismo ha dalla sua l'ignoranza bestiale del popolo bue nonché il terrore che la donna si emancipi. |
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De: Ramarra |
Enviado: 24/10/2011 22:56 |
Che tristezza, sono curiosa di stare a guardare che succede.
In ogni movimento gli illuminati, nel senso di raziocinanti, sono la minoranza, la gran parte del bla bla bla è tifo e basta. A tratti rifletto molto sulla condizione delle donne in questi regimi. Mi fa pensare che la discriminazione a danno delle donne sia artificiosamente ricreata. Immagino sia strumentale al clima di ignoranza e arretratezza culturale su cui si tiene un regime repressivo. Sarebbe interessante farne un bello studio e scriverci sopra un bel pò.
Vedremo. |
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LIBERAZIONE
Libia, diritti velati
Morto il raìs la sharia mina l'emancipazione femminile.
di Barbara Ciolli
Di fronte a migliaia di libici e libiche, in una piazza di Bengasi stracolma e addobbata per la festa di Liberazione, il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Mustafà Abdel Jalil si è inginocchiato in preghiera, scandendo solennemente le frasi del Corano. «La nuova Libia sarà governata dalla legge della sharia», ha dichiarato, «rivedremo il capitolo sul matrimonio e sul divorzio, compresa la norma anti-poligamia. E riapriremo le banche islamiche, contrarie al concetto d’interesse». In realtà, con il colpo di Stato del 1969, Muammar Gheddafi aveva già instaurato una Jamahiriya, in arabo “democrazia delle masse”, di matrice dichiaratamente islamica in cui il Corano, per volontà dello stesso Colonnello, faceva le veci di una Costituzione. LA TERZA VIA MUSULMANA. Deposto re Idris, nel Libro Verde, il manifesto ideologico della rivoluzione, l’ex raìs proclamò la nascita di una «terza via musulmana» al capitalismo e al socialismo, introducendo sanzioni coraniche come l’amputazione di un arto per i furti e la lapidazione per l’adulterio. Contemporaneamente, richiamandosi ai principi socialisti del nasserismo, il Colonnello creò uno strano Stato ibrido, che prevedeva anche la nazionalizzazione dei beni ai privati e alle autorità religiose, l’obbligo scolastico e la parità tra i sessi. Negli anni, Gheddafi aveva poi pesantemente represso l’opposizione interna musulmana, confiscando le proprietà e incarcerando gli esponenti islamici di spicco fino a ordinarne, nel 1996, il massacro nella prigione di Abu Salim (circa 1.200 vittime, secondo Human Right Watch). SHARIA ED EMANCIPAZIONE. Caduto il raìs, dal 23 ottobre spetta a Jalil, che è anche un noto giurista di diritto islamico, dimostrare che è possibile conciliare la democrazia con l'Islam moderato. La sharia può essere, infatti, applicata con varie gradazioni, in assoluta conformità ai trattati internazionali. Tuttavia, è innegabile che, sempre dal punto di vista giuridico, modificare le norme introdotte da Gheddafi sui diritti delle donne segnerà un arretramento dei diritti attualmente riconosciuti.
Corano e nazionalizzazioni: l'islamismo eretico di Gheddafi
In 42 anni di dittatura, le punizioni corporali previste dalla sharia non furono mai messe in pratica dai funzionari del regime. Così come, per la maggioranza delle donne libiche dell’entroterra, rimasero lettera morta le leggi sull'emancipazione e sul divorzio. A pagare il prezzo più pesante delle nazionalizzazioni forzate del raìs in tutto il Paese fu la casta degli Ulema, i leader musulmani sunniti che, con l'avvento della Jamahiriya vennero privati delle loro proprietà. ULEMA IN PRIMA FILA CONTRO IL RAìS. Non è un caso che, esplosa la rivolta lo scorso gennaio, la Rete dei liberi Ulema di Libia abbia definito l’insurrezione contro il Colonnello come un «dovere divino di ciascuno», dando immediatamente il suo «totale sostegno al nuovo governo di transizione». «Quando Gheddafi spazzò via la vecchia Costituzione di re Idris, imponendo uno Stato socialista sui generis, colpì innanzitutto gli interessi e i beni di una gerarchia religiosa equivalente, in Libia, a quella della Chiesa», ha spiegato a Lettera43.it Federico Cresti, storico e direttore del Centro per lo Studio del mondo arabo islamico contemporaneo dell'Università di Catania. IL RITORNO DELLE BANCHE ISLAMICHE. «All’epoca, dagli islamisti di comune matrice sunnita, Gheddafi fu visto come il cattivo musulmano che allontanava la Libia dalla retta via. In questo senso, finora il percorso intrapreso da Jalil è apparso come il tentativo di riportare il Paese nell’alveo del percorso tradizionale che è appoggiato dagli Ulema», ha proseguito Cresti, autore, tra l'altro, del libro Non desiderare la terra d'altri sul colonialismo italiano in Libia. «Anche l'attuale ritorno alle banche islamiche», ha aggiunto, «si inserisce in un quadro di progressiva reintroduzione della proprietà privata, in direzione contraria alle politiche di nazionalizzazione di Gheddafi».
Con la sharia moderata, la Libia rinuncia all'emancipazione
Emulando il suo modello Nasser, Gheddafi dopo la presa del potere, impose riforme laiche. Innalzò, per esempio, l’età minima per il matrimonio a 16 anni per le donne e a 18 per gli uomini, varando leggi che riconoscevano alle donne il diritto di studiare e non sposarsi contro la loro volontà, facilitando le pratiche di divorzio e garantendo la parità salariale e la libera disposizione dei loro beni, indipendentemente dai parenti di sesso maschile. CNT, LICENZA DI MODIFICA. Diritti che sono rimasti in vigore fino a oggi, almeno nei grandi centri. «Indubbiamente, sul piano giuridico, la tutela delle donne andrà a peggiorare, cambiando le normative vigenti», ha commentato Cresti, «anche se il timore del ritorno alla poligamia, una pratica scarsamente diffusa, è infondato». Tuttavia, a meno che le modifiche annunciate non vadano a ledere i trattati internazionali sui diritti dell’uomo ai quali la Libia aderisce, approvarle sarà un diritto del popolo libico, legittimamente rappresentato dal Consiglio nazionale di transizione. GLI OBBLIGHI DELLA LIBIA. «Negli anni, Gheddafi ha firmato varie convenzioni sui crimini contro l’umanità e la tortura, tra le quali rientrano le punizioni corporali e la lapidazione. Decidere un’applicazione estrema della sharia significherebbe quindi violare questi trattati», ha spiegato a Lettera43.it Enzo Cannizzaro, docente di Diritto internazionale della Sapienza di Roma. Invece, ha precisato il professore, la Libia non ha mai aderito alla Convenzione internazionale contro la discriminazione delle donne, «né, dunque, è tenuta a rispettare i principi per la loro emancipazione». LE VIOLAZIONI COMPIUTE. Per i due docenti è difficile valutare se il nuovo governo intraprenderà o meno la strada della democrazia. Ciò che è certo, finora, «è che, con l’esecuzione di Gheddafi, è stata violata la convenzione di Ginevra», ha precisato Cannizzaro. «Il Cnt non era obbligato a consegnare l’ex raìs al Tribunale penale internazionale, come richiesto dall’Aja, poiché la Libia non aderisce al suo statuto. Aveva però l’obbligo di catturarlo e garantirgli un processo equo».
Lunedì, 24 Ottobre 2011
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Qualche singolo e/o qualche stato che paga, che finanzia, direi. E il fondamentalismo ha dalla sua l'ignoranza bestiale del popolo bue nonché il terrore che la donna si emancipi. | |
Parliamo dell'occidente? Cosa abbiamo in più noi donne occidentali per giudicare "le altre"? Oh sì, doveri in più, quello senz'altro.
Diritti? Bah.....
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Hai ragione: in Arabia Saudita, per esempio, anche le donne da qualche giorno hanno i loro bei doveri, come prendere la patente... |
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Parliamo dell'occidente? Cosa abbiamo in più noi donne occidentali per giudicare "le altre"? Oh sì, doveri in più, quello senz'altro.
Diritti? Bah.....
Beh...tanto per fare un esempio puoi avere quanti amanti vuoi (m o f) senza essere lapidata. Ti sembra poco? |
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Bè, sono due tipiche risposte maschili, cosa ci dobbiamo spettare "noi donne" .... |
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...puoi diventare Testimone di Genova, o anche di La Spezia...*
*Imperia e Savona, non so |
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Ma il Sommo non è testimone di Geova o sbaglio? |
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De: Ramarra |
Enviado: 25/10/2011 13:47 |
Articolo interessante Merendina grazie. Anche preoccupante purtroppo.
Ma se andasse di moda l'integralismo secondo voi gli immigrati aumenterebbero o no?
Io penso di si perchè immagino che nessuno vorrebbe vivere in un paese inumano. |
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Speriamo che ad emigrare siano soltanto giovani donne. I maskietti restino pure a fare i pascià a casa loro.. |
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Anche no, finchè le donne apprezzano che i loro mariti le tengano in arche cinerarie prima della loro dipartita, che dire? |
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Se sono giovani c'è speranza in una fattiva opera di rieducazione |
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Sì, se li porti qui a tre anni e senza la famiglia (ricordiamo Tomasi di Lampedusa a proposito dei Siciliani...). |
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