che pesano parecchio le parole che ascoltano, assorbono molto di cio’ che gli viene detto e colgono tutto
- alcuni di questi utenti hanno ottime capacità di analisi
- sono persone molto empatiche e si atteggiano a seconda di come gli altri si comportano con loro
- sono persone fragili, imprevedibili e potenzialmente pericolose: non bisogna mai voltare loro le spalle ed è opportuno tenere sempre le distanze.
- alcuni psicologi li definiscono "invidiosi" della normalità esterna perche’ consapevoli delle loro condizioni e a volte usano l’operatore come "canale di sfogo"
- sono persone che fumano molto e bevono molti caffe’ perche’ hanno un carico di tensione assai forte; è come se facessero fatica a "stare in questo mondo", se potessero fuggirebbero dalla realtà chiudendosi in se stessi
- per questi utenti stare nel mondo esterno è faticoso mentre in Comunità si sentono protetti e "possono dare libero sfogo alla loro follia"
- hanno una buona autonomia, escono da soli, si spostano nella città con mezzi pubblici
- hanno un discreto livello di abilità e buone prospettive di forte recupero
- hanno rapporti significativi con la famiglia di origine, dove si fermano anche a dormire
- hanno rapporti di amicizia con persone esterne
- hanno talvolta un impegno, un lavoro esterno
- sono persone con patologie cronicizzate
- sono persone che hanno bisogno di parlare, di essere ascoltate, accompagnate nel vivere quotidiano, di essere aiutate a non avere paura e a rapportarsi con gli altri
- sono persone che hanno bisogno di essere accompagnate nel loro vivere quotidiano
- sono persone che devono essere rassicurate, tranquillizzate, aiutate a non avere paura di rapportarsi con gli altri
- chiedono continuamente "relazione" e attenzioni
I pazienti schizofrenici hanno sbalzi d’umore improvvisi, non sono sempre pericolosi per gli altri.
Il paziente psicotico non ha cura del proprio corpo e tende a coinvolgere al massimo gli altri, "fagocita" il prossimo.
Questo tipo di utente è spesso il prodotto di una famiglia "patologica" (anche se non riconosciuta come tale), che oggi è presente ma nel passato è stata gravemente assente: per "patologica intendiamo non necessariamente nel senso di malattia mentale ma in quello di disagio e di violenza. Vi sono molti parenti che non vengono mai a trovare i loro congiunti in Comunità, in genere si fidano del personale.
Alcuni di questi utenti, per nascondere la loro malattia, sono diventati tossicodipendenti da sostanze stupefacenti o alcool. E’ questo il caso della "doppia diagnosi" ovvero di pazienti affetti da malattia mentale piu’ tossicodipendenza da droghe o alcool (copertura della malattia mentale).
Arrivano in comunità non "refertati", non ben classificati, definiti e descritti nell’aspetto igienico sanitario, non sono accompagnati da una cartella sanitaria individuale. Nel tempo di permanenza in comunità si sottopongono ad accertamenti diagnostici a fronte delle problematiche che si presentano di volta in volta, si costruisce cosi’ gradualmente il loro quadro sanitario personale. Se all’arrivo risultano portatori di malattie infettive gravi (epatiti) sono gli stessi interessati a dichiararlo. Nel passato la comunità in oggetto ha ospitato un utente omosessuale Hiv positivo.
Gli ospiti della Comunità di recupero malati mentali hanno provenienze sociali di ogni tipo, da classi sociali disagiate e a basso reddito all’alta borghesia.
DA http://www.ispesl.it/profili_di_rischio/_compsi/index.pdf