ieri, su un quotidiano romano, c'erano una sequela di poesie, sul natale, di una sequela di poeti, e quindi, manco a dirlo, me so messo a piedi pari pe gustammele una pe una. beh, giuro, dopo la prima già sentivo una leggera puzza de bruciato! e infatti, arrivato alla quinta poesia ho dato foco a tutt'er giornale!
brutti pennivennoli! che vi spacciate per poeti! ho urlato guardando le fiamme che si levavano alte e furiose, credevate che avrei mandato giù simili baggianate senza ribbellarmi? insomma gliene ho dette, quanto me ne sentivo!
ecco la prima.
"Puntano sempre in alto gli abeti.
Li guardo da otto anni, si lasciano guardare
sullo sfondo di identiche montagne.
Vi ascolterò per otto anni ancora.
il più resta da dire"
beh, però, rileggendola, non mi sembra male.
Dunque, per otto anni li ha guardati, per altri otto li ascolterà. poi, o more l'abete, o spippa lei.