una piccola decrizione di come gli apparve Roma innevata, al grande di Recanati.
la piazza de quirinale appariva tutta candita ampliata dal candore, solitaria, raggiante come un acropoli olimpica mentre la neve copriva tutte le verghe dei cancelli, componeva un opera di ricamo più leggera e più gracile d'una filigrana. Muta, solenne, profonda la casa dei barberini occupava l'aria, un orologio sonò da presso nel silenzio, mentre l'orologio di trinità de monti rispose all'appello. la cupola di san pietro luminosa d'un singolare azzurro, giganteggiava prossima alla vista così che quasi pareva tangibile.
ehi, stronzo d'un ucello volante, e chi s'offenne?! ce mancherebbe! ah, l'hai trovato! e se me dovessi offenne pe tutto quello che dicono li stronzi come te, a quest'ora me sarei incazzato de brutto! Invece, come dice il mio amico Umberto, siccome anche tu sei è un artro che è venuto qua (come er chettefrega) pe scucì du sordi de visibilità sei il benvenuto. l'interessante è che non me rompi li cojoni! dopodeché, c'è posto pe tutti.
un aspetto semantico glottologico del tuo scrivere
pur nel transeunte simulmnodo virtuale, che, ahimè, non ci permette di conoscerti "de visu"...
ho chiesto, sempre al mio amico Umberto Eco, che ne pensa del come usa riempisse la bocca sto scemo d' ucello volante, con espressioni del tipo di sopra. e l'Umberto, dopo aver letto, senza scomporsi: Tebro, digli che è no stronzo! E io, Umberto, glielo dico, ma credo che non serva perché già lo sa. e lui, allora digli che si scrice: confà, e non confa, e si scrive: ahimé, e no ahimè. a sto punto ho avuto la conferma che sei proprio no stronzo e presuntuoso più del mio amico peteruccio!
O Uccellulus (contraz. di 'uccellus padulus'), sappi che fra Tebruccio ed Eco sussiste una mutualità che perfino all'ASL se la sognano: Tebro corregge gli scritti di Eco, Eco quelli di Tebro (ma solo quando ha finito di ridere).
un po' lo avevo intuito dall'uso preciso dei congiuntivi e della consecutio temporum in genere del Sommo vate(r)...ma non capivo chi prendesse spunto da chi...cioè se trebbio s'ispirasse a Eco o viceversa. Ora so che Eco legge e commenta trebbio, probabilmente per avere i classici du sordi de visibilità (o come caz si scrive, che non con conosco l'esperanto).
stronzo, ti aspetto a quando ti decidi a farci capire quanto cazzo vali di tuo.
perché in tre giorni che sei qui, ancora non hai scritto neanche una virgola che possa dimostrare che cazzo vali.
peter, daje un ultimatum per dimostrare chi cazzo è, e quanto vale, e poi, se non se fa vivo, caccelo via a carci in culo! che vadi dar monnezza! armeno lì, de carci in culo ne rimedia due!
è armeno questo monnezza ? poi perchè l'hai sempre in bocca...monnezza?In senso metaforico e non...su su...torna a bere che ti vien l'ispirazione...fatti l'assenzio dei castelli romani, mio maledetto poeta...
ehi pezzo di merda d'un ucello volante, ringrazia er gestore che, essenno anche lui un pezzo di merda, non ti dice che, come tale, scrivi perché con l'accento sbagliato!
ehi, ucello volante, sono tre giorni che sei qui, hai scritto tre stronzate e ci hai infilato dentro sei errori da me puntualmente rilevati. quindi, vaffanculo a te,
e chi te ce tiè qui dentro a fa er saputo... mentre sei più ignorante de na capra.
trebbiuccio...nun t'ingazza...che se tu parli di accenti gravi e acuti poi la gente pensa, magari, che fino allla terza elementare ti abbiano promosso...non devi dare adito a qui quo e qua...non confondere le idee ai poveri viandanti virtuali e torna nella tua fognuccia a bere il tavernello...va là...