La legge Merlin
Ner millenovecentocinquantotto,
ventesimo giorno der nono mese,
un parlamento d’insipienti intese,
segnà la sorte d’ogni "bussolotto".
Una boiata! peddeppiù in palese
contrasto cor bonsenso e quinni indotto,
le belle appigionanti a fa fagotto
da quelle ”istituzioni” nate e tese
a non mannalle a "batte" er marciapiede.
Millecinquecentocinquantanove
anni, passorrno finché un papa diede,
co du schizzi de penna su un editto,
l’ordine de allocalle in delle arcove,
in loco deputato e circoscritto.
Embè, che in quello scritto,
vergato da Pio quarto c’era er frutto
d’un penzà da cristiano, era der tutto
ovvio! e soprattutto,
sposava un esigenza de decoro.
Quattrocent’anni dopo, un coro
unanime de si, perché la sede,
pe batte, ritornasse er marciapiede.
Tebro