Franchì. effettivamente hai ragione: se capissi qualcosa di calcio non sarei qui, ma ad allenare una squadra; per quanto mi potrebbe male, m'andrebbe sempre meglio di adesso.
Per quanto riguarda l'arte pedatoria, ho fatto per soli dieci anni il dirigente di un club semiprofessionistico, ed ho avuto modo di conoscere giocatori provenienti dalla massima serie, ed anche dalla tua beneamata.
Cosa vuoi mai? Conoscendo il calcio, ho intuito col tempo come in italia ci siano 60 milioni di ct e pochi che ne capivano veramente, me compreso.
Ma ciò che si vede in campo è solo il fiore di una pianta dura e difficile da coltivare: nessuno vermante si rende conto delle difficoltà della scelta del terreno, della sua lavorazione, della semina, della cura dei germogli, ecc.ecc.
E per far questo serve un'organizzazione nella quale spesso la democrazia può essere un virus letale; servono capacità, polso e $oldi.
Un club di una ventina di ragazzotti dotati dalla natura di capacità ed arte nei piedi, e dove spesso la stessa natura, per compensare, ha tolto nella testa, è una cosa difficile da gestire: c'è chi arriva da categorie inferiori e si adatta a tutto, sputando l'anima, per mettersi in mostra; chi arriva da categorie superiori e la fa un po' da padreterno, chi si crede discriminato e chi pensa che altri sfruttino il suo sudore e le sue capacità.
Se i malumori e/o le invidie non vengono controllate e sedate subito, si creano dei gruppetti, all'interno della squadra, che remano l'uno contro l'altro, arrivando al punto di compromettere il campionato.
In che modo?
Beh, magari il terzino fa finta di sbagliare un rinvio, regalando la palla all'attaccante avversario al quale non par vera tanta grazia. O il centrocampista che sbaglia il passaggio all'attaccante col qual non va d'accordo, o l'attaccante che sbaglia una rete che segnerebbe anche un paraplegico, ecc.ecc.
A questo punto, la dirigenza, sulla quale spesso ricadono queste colpe, non può esonerarsi, nè può cacciare a calci i giocatori (anche se qualche volta è successo); l'unica cosa che può fare è cambiare allenatore, nella speranza di ricucire lo strappo.
Talvolta, i sostenitori mi domandavano il perchè di esclusioni/sostituzioni/panchine che a rigor di logica potevano sembrare strampalate, ma spesso (e quanto spesso) mi capitava, negli spogliatoi, di sedare tumulti e risse.
E se un giocatore di valore è una emerita testa di cazzo, è probabile che crei scompiglio e malumore nei suoi colleghi, e cose del genere.
Nel caso della beneamata da te amata, è storico che succedano queste cose: acquisti ultramiliardari di emeriti carciofi (non è che gli altri non sbaglino, ma non con questa frequenza!), alienazione di presunti carciofi (ai dirigenti del Milan sono scoppiate le emorroidi dal ridere quando a loro furono venduti Pirlo e Seedorf !). Lì comandano sempre un po' tutti, ma nessuno è responsabile!
Tutto va bene, quando chi comanda ha quasi il nome di uno dei più grandi fuoriclasse venduti perchè ritenuti inidonei. Ma a questo punto la colpa di figuracce è solo di chi le causa.
In quanto costui era, è e resterà solo un gran pirla!!
(Anche te mi sei zimpatico, Franchì!)