nonno Paolo era quello che oggi si definirebbe un incantevole
affabulatore :)
me lo ricordo alto e diritto, con i grandi mustacchi bianchi, come
la corona di riccioli intorno all'orlo del berretto, la giacca aperta e
la catena dell'orologio che brillava sul panciotto, i pollici infilati
nei taschini, poteva stare anche delle ore a parlare dei suoi ricordi
ai vicini, ma soprattutto alle vicine di casa :
"mi ricordo Garibaldi nel 60..."
" mi ricordo la Comune a Parigi.."
"mi ricordo le cannonate di Bava Beccaris... "
ed era festa quando il parroco metteva a disposizione del suo proiettore
e delle sue pellicole la sala parrocchiale
in quelle occasioni era festa grande anche per me :)
ma nonno Paolo era sempre al corrente dell'arrivo di artisti di strada in città
con lui ho visto funamboli attraversare sul filo Via Torino
ho visto l'uomo con l'orso bruno in Galleria
e ho visto veri ginnasti olimpionici esibirsi in Piazza del Duomo con le
parallele e i cavalletti, divenuti anche loro girovaghi che si spostavano
di città in città portandosi attrezzi e tappeti
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ma nonna Caterina si indignava e lo ricopriva di improperi nel suo per me
incomprensibile dialetto mantovano :
"sei un perditempo, c'è lavoro da fare, dai cattivo esempio alla bambina,
e poi dovresti vergognarti di stare sempre a fare il contapalle con le donne"
capivo che era questo all'incirca il discorso, ma non capivo perchè in mezzo
c'erano sempre "at'vegna n'cancher" e magari anche "sassen de strada"
con me nonna Caterina era dolcemente severa e piena di attenzioni
cattolicissima mi faceva dire la preghiera della sera e quella del mattino
ordinava al nonno di portarmi alla messa grande, lei era già stata alla prima
delle sei, poi mi faceva raccontare cosa aveva detto il parroco durante la
predica, del marito non si fidava, temeva che mi portasse fuori in anticipo
in effetti aveva ragione, uscivamo subito dopo la predica e andavamo dal
giornalaio, poi lui col Corriere e io col Corrierino andavamo a sederci sulle
panchine dei giardinetti :)
e lei finiva col riuscire a farmelo dire, così giù un'altra pioggia di rimproveri,
ma ormai il pranzo era pronto e non bisognava sedersi a tavola arrabbiati
nemmeno a letto bisognava andare arrabbiati, bisognava prima fare la pace,
poi chiedere all'angelo custode di aiutarmi ad essere buona, e dopo avermi
rimboccato le coperte lei andava in cucina e mi portava una mela da tenere
sotto il cuscino per fare dei bei sogni
mai saputo da dove venisse questa usanza, ma era una gran bella usanza :)