sulla panchina, fradicia di pioggia autunnale, Daniela piange, i singhiozzi
le scuotono le spalle, il viso è nascosto tra le mani, avvolta nel cappotto scuro,
che rende mascolina la sua figura sgraziata, lei piange, estranea a tutto e a tutti
non ho confidenza con lei, non ci siamo mai parlate, ma l'ho vista quasi ogni sera,
sempre seduta sulla stessa panchina, scambiarsi tenerezze con Monica
Monica ha trenta anni, come Daniela, ma è una bamboletta civettuola e provocante
Daniela lavora in fabbrica, Monica si prostituisce e ha un amante che la sfrutta
ma questo Daniela lo ha scoperto solo oggi, quando tornando dal lavoro ha trovato
Monica con le valige fatte e l'amante che era venuto per minacciarla di romperle le
ossa se si fosse permessa di "infastidire" Monica
lo sta dicendo, senza smettere di piangere, ad una conoscente che, spinta dalla
compassione, le si è seduta accanto e le ha messo un braccio attorno alle spalle
"mi ha preso a pugni e si sono portati via tutto, anche i mobili, anche i soldi, e
Monica rideva di me"
ha tolto le mani dal viso per parlare, il naso è gonfio, il labbro superiore spaccato
e ha un un occhio semichiuso, circondato da un livido blu
non vuole tornare a casa e resta lì, sotto la pioggia, il viso di nuovo nascosto tra
le mani, malgrado l'insistenza della conoscente che vuole incoraggiarla a riprendersi
per andare a denunciare l'aggressione subita
mi fa pena, ma ormai è tardi, debbo richiamare il mio cane e salire a casa per preparare
la cena
dal mio balcone, un'ora dopo, la vedo ancora lì, di nuovo estranea a tutto, con la testa
affondata nelle mani e le spalle curve, solitaria figura indistinta nel buio della sera, la
lontana luce di un lampione non basta ad evidenziare il drammatico peso della sua
disperazione, come le foglie cadute dagli alberi lei rimane lì, a macerarsi sotto la pioggia,
dimentica di sè e del trascorrere delle ore