Página principal  |  Contacto  

Correo electrónico:

Contraseña:

Registrarse ahora!

¿Has olvidado tu contraseña?

PHALLABEN
 
Novedades
  Únete ahora
  Panel de mensajes 
  Galería de imágenes 
 Archivos y documentos 
 Encuestas y Test 
  Lista de Participantes
 Bi-scussioni, tri-scussioni ecc. 
 BIBLIOGRAFIA 
 
 
  Herramientas
 
General: Pensieri...
Elegir otro panel de mensajes
Tema anterior  Tema siguiente
Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Peterpan®  (Mensaje original) Enviado: 25/06/2012 12:45

Io non sono razzista: da una parte mi sforzo di non esserlo, lottando contro la parte di me che lo sarebbe volentieri (è molto più facile); da un'altra, pur cercando di esserlo, non riuscirei a diventarlo in maniera almeno soddisfacente. E insomma mi trovo né carne né pesce tra incudine e martello e, continuando con i modi di dire, a chiedermi dove finisca la carota.

Da ragazzino trascorrevo le vacanze in Veneto, e parlavo come parlo tuttora un ottimo dialetto; né il mio aspetto fisico mi avrebbe potuto tradire come 'terùn'. Eppure ero discriminato: appena arrivavo al bar del paesello cominciavano discorsi contro chiunque avesse visto i natali da Firenze in giù, talvolta anche da Bologna.

Adesso, allora non ero in grado, direi a quei ciarlatani che loro potevano permettersi di parlare perché nascevano in una situazione ottimale per cui a quattordici anni avevano subito un posto di lavoro, in regola e quant'altro, e a diciotto già pensavano a comprarsi casa. Situazione ottimale non certo creata da loro, gente ignorante che parlava per sentito dire o per esperienze di naja - a questo proposito, comunque, va detto che tutti i miei amici romani che erano stati militari tornavano con uno schietto odio verso i Meridionali, e forse un perché ci sarà. Io comunque a questi chiacchieroni da bar adesso direi che se fossero nati in situazioni assurde come nell'hinterland napoletano a quattordici anni avrebbero potuto al massimo ambire ad un posto molto precario di aiuto-garzone del bar, pagati uno sputo e guai a parlare. E non è che a Roma la situazione fosse molto migliore...

Ma perché poi i Veneti sarebbero così razzisti? Be', il mandare da loro confinati mafiosi ha pesato, e parecchio: prima di questi invii, per esempio, nella sonnolenta Abano Terme non s'erano mai viste (né concepite) sparatorie in piazza. Ladri ce n'erano anche là, e da sempre; altrimenti cosa sarebbero stati costruiti a fare i Piombi di Venezia e, per dire, San Biagio a Vicenza? Malavita organizzata, però, poca roba, se si eccettua Veniero, il Vallanzasca del Brenta.

I Veneti sono gente pacifica sebbene rude, e molto laboriosa, tant'è vero che furono i prescelti dal fascismo per andare a popolare le zone di bonifica a nord e a sud di Roma: ancora una ventina d'anni fa alle sagre di paese si sentiva parlare veneto. In questo, devo dire, somigliano a ciò che ho visto finora dei Bresciani - be', in fondo sono confinanti.

Nonostante le sparate da bar che subivo, devo comunque dire che al tempo c'erano già diversi Meridionali, o magari famiglie miste dove era del sud uno dei due coniugi: ma non ricordo una sola parola contro queste famiglie o la loro prole, perfettamente integrata con gli altri, venetofona ovviamente, lavoratrice e quant'altro.

In seguito arrivarono, non più i Meridionali ma gli stranieri. Cosa dire? Non so quelli delle città, ma in quel di Arzignano, concerie su concerie, là stanno e nessuno li tocca; hanno anche loro negozi con loro prodotti, tendono ovviamente ad accoppiarsi all'interno del gruppo cui appartengono, ma non risultano episodi di razzismo.

Altra storia magari con gli zingari: nel mio paesello questi una volta la fecero troppo e troppo a lungo fuori del vaso, e i pur pacifici abitanti fecero sì che del loro accampamento non rimase che una roulotte bruciacchiata. Razzismo questo? No, giustizia fai-da-te. La vita tornò a scorrere tranquilla, i furti si azzerarono e le prepotenze idem.

No, non dico che i Veneti amino i 'foresti'; ma mi risulta che un Meridionale, un extracomunitario o chi volete voi, quando è andato con intenzioni oneste e serie ha trovato lavoro e rispetto. E anche moglie, all'occorrenza. Mi sembra che i neri, nelle campagne del Meridione, non siano trattati altrettanto bene. E aggiungo: se per qualche motivo storico il flusso si invertisse, se cominciasero ad arrivare al Sud gruppi di persone provenienti dal Nord, come verrebbero accolti? Siamo tanto sicuri che il Sud non sia contro il razzismo solamente perché al momento questo gioca contro di loro, perché loro ne sono, se ne sentono anzi, vittime? Chissà cosa accadrebbe invertendo i ruoli...



Primer  Anterior  2 a 2 de 2  Siguiente   Último  
Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Claretta Enviado: 25/06/2012 13:30
i veneti bonificarono la loro regione e anche il Lazio
 
carriolanti e zappatori, uomini, donne e bambini, tutti
lavoravano per la bonifica a scavare canali e a trasportare
terra e fango
 
mio suocero era nato nel 1902, a 14 anni mollò carriola e badile
e salì su un camion degli Arditi che andava a Vittorio Veneto
 
aveva avuto 15 fratelli, ne erano rimasti 5, tutti gli altri erano morti
di malaria prima ancora di avere imparato a camminare
 
"razza piave" era quella razza lì
 
in Sicilia zolfatare e saline, in Veneto bonifica e malaria
 
non sono venuti i laziali a bonificare il Veneto, ma i veneti sono stati
mandati a bonificare il Lazio
 
questo è, se vogliamo dire le cose come stanno
 
e probabilmente Mussolini non avrebbe pensato a loro, se gli Arditi non
avessero portato testimoninza di ciò che avevano visto in Veneto


 
©2024 - Gabitos - Todos los derechos reservados