Sul fatto che Facebook, se lo conosci lo eviti, se lo eviti non ti uccide, credo ci sia ormai poco da dissentire. Tanto ribadito passiamo oltre.
L'ultimo grido (aaaaargh!), da un mesetto diciamo, estrinsecasi nel ricopiare 'cartoline', ovviamente colorate o decorate o entrambe le cose, contenenti di quelle frasi che finalmente ci fanno comprendere il senso più profondo della vita; quelle frasi che facciamo nostre come se ne fossimo gli autori, quelle sintesi dei voli pindarici delle nostre anime. La loro classificazione non lascia molto spazio alla fantasia: scontate, retoriche, prevedibili, insipide e via dicendo. Gli autori della loro reiterata pubblicazione, ammesso che si pongano il problema, non comprendono che è un modo come un altro di gettare il cervello alle ortiche. Ma non sai scrivertela da solo, una frase? No? E allora dedicati ad altro, che so, alla raccolta di tappi di bottiglia: è un divertimento sano, economico e innocuo, e ha il piacevole effetto collaterale di non rompere le scatole agli utenti di Facebook, perlomeno a quelli non ancora 'customizzati'.
...E insomma il risultato è questo: quando aprivo Facebook finora mi trovavo sommerso di inviti a giochini vari; a questi adesso, per la gioia mia e di coloro che la pensano come me, ogni volta c'è un sacco ricolmo di saggezza prêt-à-porter senza la quale sarebbe più duro, ma anche e senz'altro più triste, vivere. Una parola sola: GRAZIE!