Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabis audacia. Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia tenere coniurationem tuam non vides?

Duas tamtum res anxius optat panem et circenses.

Distrai da te l'attenzione, joculatore, mentre discrasicamente profondi la quintessenza della dignità, lo status ontologico di cui sei stato deprivato, non avendo tu, abietto, valori intrinsechi che scaturiscono dall'essere umani. I tuoi valori identitari, le asserzioni del giusto o dello sbagliato dimostrano ciò che moralmente vuoi essere, una guglia di valore, l'ontologia della deontologia: un essere immondo.

Sei il trastullo, un leader fittizio, uno scoordinato mentale e morale cronicizzato dalla tracotanza.

Ipocrita e qualunquista, nella speranza di polarizzare l'altrui sguardo, verso altre figure che non siano la tua grottesca immagine, speri non ci si accorga che sei un paradosso vivente, un parassita che vive a spese di un cosmo molto complesso a cui sei nettamente inferiore. Il tuo parassitismo è una condanna a vita e la pietà che si prova nei riguardi di esseri come te è ingiusta poiché tollera questa intollerabile compressione della dignità umana.

Verme che compi pietose ambage.

Non possiedi scioltezza linguistica formale, l'uso dell'artes dictandi ti è sconosciuta, quindi da dove trai la convinzione di possedere un'ironia polemica, una satira profonda, cannibalesca?

Non fruisci nemmeno del più elementare linguaggio convenzionale, essenziale, fruibile.

Hai violato qualsiasi legge etica.

Ubris- Nemesis.