fu una figura quantomeno patetica del fascismo, un autoesaltato volontario schiavo del duce, duce che poi lo mise in prepensionamento e non lo cagò più di pezza. Ebbe l'unica consolazione di venire fucilato vicino al suo idolo, che pure, ripeto, lo aveva ripudiato.
...Un Franchino, insomma.
Tra le sue folli pensate vi fu a un certo punto quella di istituire l'obbligo, in chiusura di una qualsiasi lettera, di rivolgere un saluto al duce. Lo stesso Mussolini lo fermò con un'argomentazione assai lineare ma non smentibile: 'Ti pare possibile inviare una lettera, che so, che annuncia a una sposa che suo marito è morto cadendo da un'impalcatura, e poi concludere con: "Saluto al Duce"?'
...Però, a ripensarci, l'idea, se riportata a termini e contesti odierni, non è che fosse del tutto balzana: non mi sembrerebbe malaccio, per esempio, concludere ogni post con 'Tebro è un cretino'.*
*Non sarebbe poi tutta questa novità, non parlo del fatto che Tebro sia cretino, cosa risaputa, ma dell'apporre, posporre anzi, simili saluti: una decina d'anni fa essi erano per tale Davide, un merdajuolo come pochi che chissà dov'è finito; più recentemente per il finto scambista Luileicercano, da me affettuosamente chiamato Lulù.
Tebro è un cretino