Dopo un'estate nella quale il caldo e soprattutto il torpore del primo pomeriggio, e il silenzio di quella località di mare al profumo di pino e alla cicala dal concerto continuo (crea ancora maggior silenzio), invitano all'angosciosa riflessione su quello che è, quello che dovrebbe essere, quello che sarà adesso, ieri e soprattutto quando verrà settembre; quando ricomincerà la giostra e ci accorgeremo che i nostri programmi, i nostri sogni, le nostre aspettative naufragano con il primo temporale o nel vortice dell'aria ancora torrida della Capitale che avvolge la tua auto, condizionatore a tutta forza, l'auto, poi, lercia di salsedine grondata dalla tavola da windsurf che tanto adesso fa ancora caldo appena mi gira rivado al mare e mi faccio due bordi - i tappetini sono pieni di sabbia, quando la porto a lavare questa povera macchinetta tutta impolverata?...
Dopo un'estate così, ma tanto il traffico è ripreso, mentre ancora non ti rassegni al calare prematuro del sole, ma tanto ci avevi fatto caso già in agosto, Cristo sono le otto e già comincia a far buio, che facciamo, aspettiamo Natale? Ma tanto Natale mica mi consola: come al solito mi troverò senza una lira salvo un postdatato con su scritta la metà della cifra che avanzo, ma mica lo cambio, è a tre mesi e quello, per cambiarmelo, chissà quanto mi si prende; la banca entro quel periodo m'avrà fatto almeno un paio di telefonate, Sa, sta sotto, dovrebbe rientrare, Sì, però questa settimana non ce la faccio, la settimana prossima, Va bene, arrivederla… Manica di stronzi, tanto ci guadagnate poco anche col mio scoperto…
Dopo un'estate così, quella s'era un po' ubriacata, me l'avrà data per questo, o perché è l'estate che ubriaca?, mai più rivista, sì, una volta in spiaggia, ma le reciproche occhiate hanno detto tutto, be', ora tocca fare i conti con quello che abbiamo in mano. Soldi, no. L'amore? Bello… che cos'è? Stasera che fa questa? Ma sai che palle, magari usciamo e si porta dietro un intero album, dove è stata?, in Croazia… Tutti vanno in Croazia, tranne me: io già ci sono. Sempre e mai. Poi mi racconterà che ha imparato a dire Hvala, ma lo dirà all'italiana: Fala. Molim, Prego, risponderò e mi fingerò interessato a quello che conosco a memoria da prima che lei neanche avesse sentito mai nominare la costa dalmata. Ma che ci frega? Ma che ci importa?...
Io stasera mi ubriaco. Quella, che dica ciò che vuole. Rompiscatole maledetta. Cretino io che ci esco, con lei. Che dice? Che una storia con me… be'… si potrebbe anche fare, ma io sono poco affidabile… Soffoco un ruttino, peccato, avrebbe suggellato come si conviene, e tracanno guardandola negli occhi il terzo quinto centesimo bicchiere di birra. Chiamo la cinesina e oldino un'altla billa cinese. Ma non ti sembra di esagerare (nuovo mio rutto soffocato)? Ma dai, la reggo (un altro). Insomma, ti dicevo, se tu conducessi una vita blablabla… Conducente? Io non potrei mai fare il conducente. O mi piglierebbe un infarto da idrofobia repressa o scenderei a seminare una strage di nonnetti col cappelletto, signore con la borsa della spesa che pretendono di partire in terza, coatti con un telefonino per orecchio che impicciano più di un TIR. Scusa, fa lei, vado un attimo in bagno. Prego, faccio io, e scatta il piano X. Perché lo chiamano sempre piano 'X'? Ma in questo caso lo so…
Le riempio il bicchiere di schifosa acqua No, naturale, per favore (neanche frizzante, maledetta, se l'avessi presa così al posto di una birra te ne avrei rubata un po')… Svuoto mezza boccetta di Guttalax ('X' finale) nello stesso; con il manico della mia forchetta mescolo il tutto. Lei torna. Vede il bicchiere pieno e quasi per un riflesso condizionato se lo porta alla bocca. Ci accendiamo una sigaretta (ciascuno). Ti dicevo che tu dovresti… Tace all'improvviso. Ti dicevo che dovresti dare una regolata alla tua vita, scusa, ma una donna con te (nuovo attimo di silenzio, lei che finge di pensare)… Intanto arriva il conto. Scusa, mi porteresti anche la grappa cinese? Dai, no, senti, mi sono ricordata che ho un appuntamento telefonico urgente, vedi che il cellulare mi si è scaricato, adesso quella persona sicuramente mi chiamerà a casa… Be', allora andiamo. ‘Spe' che pago… Ma dai, facciamo a metà … Ma figurati, era tutta l'estate che non ci vedevamo… Allora grazie, sei sempre un cavaliere. Ma con te questo e altro… Senti, scusa se scappo ma mi sento come se già stesse suonando il telefono, sai, è una telefonata importante, si tratta di lavoro…
Ma prego, mentre le apro la portiera dell'auto, vai tranquilla. Due bacetti. Quando ci rivediamo? Ti chiamo (motore avviato)… Presto, comunque (prima ingranata)… Scusa, ma devo proprio scappare (fischio di gomme)… Ciaaaoooo, a prestooooo…