La sconfitta è dipinta sulle loro stesse facce; sono morti ma ancora non lo sanno. Vent'anni fa fecero credere di essere i volti nuovi: erano soltanto brutte copie dei loro predecessori e tutori, mentori, maestri. L'unico punto sul quale siano mai andati d'accordo sono stati finora gli aumenti delle loro prebende, vergognosi, fuori tempo e fuori luogo quanto tuttavia sputati in faccia alla crisi, alle aziende che chiudono, ai disoccupati, agli esodati, ai ragazzi primo impiego.
Sono in parte espressione del nostro non essere: non essere popolo, non essere autodisciplinanti, non saper stare in fila cercando sempre di superare gli altri con mezzi subdoli: sì, sono la nostra sublimazione, sono l'Homo Politicus Italicus. All'estero non credo che i loro colleghi siano stinchi di santo, ma a noi potrebbero fare concorrenza soltanto i visir del defunto impero ottomano - parlando di paese industrializzato, inserito in un contesto unitario europeo, collocato nel vecchio continente e quant'altro. Se invece il paragone lo vogliamo fare con qualche repubblica delle banane, sì, può darsi che al confronto noi si possa risultare un faro di civiltà. D'accordo...
E' cominciata (continua?) la lunga marcia per farli fuori: il tasso di assenteismo e l'affermazione di Grillo parlano chiaro.
Cambiate mestiere: con le vostre facce di bronzo potreste benissimo infilarvi nei mercati rionali a vendere elisir di lunga vita: se non altro sarebbero qualcosa di assai più concreto rispetto a ciò che avete propinato per anni.
Ancora Bersani, Berlusconi, Vendola, quell'altro parvenu di Monti, l'altro genio Ingroia; Alfano, Capezzone, Casini, Gasparri (Gasparri, mio Dio, come siamo caduti in basso!!!), Bossi senior e junior, e mettiamoci pure Rutelli e Fini, e quell'aborto vivente di Storace...? Ma sono ancora attive le miniere di zolfo in Sicilia?
[stamattina mi sono svegliato male...]