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General: Il Made in Italy...
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De: Peterpan® (Mensaje original) |
Enviado: 24/03/2013 07:42 |
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De: emme |
Enviado: 24/03/2013 18:26 |
che ci sia crisi lo so.
sulle cause anche sarei piuttosto preparato
è sulle risposte da dare che vorrei qualche indicazione in più e possibilmente che non siano fughe dalla realtà o salti nel futuro |
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Se conosci le cause in teoria dovresti saper qualcosa anche sui rimedi... |
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il kebap più vicino a casa mia fino a tre anni fa era una pizzeria egiziana, e la pizza d'asporto più economica costava 6 euro
addesso invece con 5 euro puoi prendere il kebap e una bibita, seduto ad un tavolino all'esterno del locale
ma il proprietario è turco e l'insegna dice "Donau Kebap"
comunque ha una clientela di autoctoni che la pizza ormai la compra surgelata, o che se la fa in casa con la pasta del pane
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o che se la fa in casa con la pasta del pane
La pasta da pane non è la più adatta. Per la pizza (napoletana) ci vuole la farina manitoba, ma il vero problerma è il forno. Quelli di casa non arrivano ai 350 gradi del forno a legna. Chi se la fa a casa ha un bel risparmio: gli costa un euro, contro i sei della pizzeria. . |
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Quei bulgari, però, hanno le idee un pò confuse, mi sa. Don Vito è siculo, mica napolitano come la pizza! E comunque, usare il forno a legna è buon segno... |
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NON si scrive 'D'ASPORTO'! E' una dicitura tanto comune quanto errata. L'elisione della vocale è ammessa nella preposizione 'di', salvo rarissime eccezioni (che so, 'Tommaso d'Acquino' - e non sono nemmeno certo che quella 'd' stia per 'da'). Questo 'd'asporto' viene quindi interpretato, secondo italiana loGGica, 'di asporto', e questo tale sig. Asporto dev'essere un vero accaparratore in quanto gli appartengono quasi tutte le pizze prodotte in Nord Italia. Meglio, a questo punto, la scritta 'A portar via', più romanesca, non altrettanto ricercata nella scelta del verbo ma altrettanto eloquente e in fin dei conti più corretta (meglio sarebbe 'da portar via', ma adesso non siamo pedanti...).
ZU MITNEHMEN!
(prinesi) ZA SABO!
TAKE AWAY!
CIàPATEA E PòRTETEA VIA! |
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O Ketty, non sono tanto sicuro che usino il forno a legna.
Quanto a 'Don Vito', su, corrisponde più o meno all'immagine che si ha di noi Italiani negli altri Paesi, dove non stanno tanto a sottilizzare su Napoli o Palermo: in fondo, cosa ne sanno? In Bulgaria, in aggiunta, siamo considerati una massa di sòla, e a giusta ragione, devo dire. E in questo caso cadono anche le eventuali divisioni tra Nord, Centro e Sud, visto che gli imbroglioni che si sono affacciati in queste terre venivano/vengono un po' da dovunque... |
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O Ketty, non sono tanto sicuro che usino il forno a legna.
L' ho dedotto da quella che sembra una canna fumaria industriale, ma posso sbagliare... |
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Anche questo immagjnaj - che dirti? la prox volta ci farò caso. |
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ora mi ricordo perché amo (anche) quest'uomo*
* su "un uomo" son sicura, sul "questo" accetto eventuali correzioni
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NON si scrive 'D'ASPORTO'! E' una dicitura tanto comune quanto errata. L'elisione della vocale è ammessa nella preposizione 'di', salvo rarissime eccezioni (che so, 'Tommaso d'Acquino' - e non sono nemmeno certo che quella 'd' stia per 'da'). Questo 'd'asporto' viene quindi interpretato, secondo italiana loGGica, 'di asporto', e questo tale sig. Asporto dev'essere un vero accaparratore in quanto gli appartengono quasi tutte le pizze prodotte in Nord Italia. Meglio, a questo punto, la scritta 'A portar via', più romanesca, non altrettanto ricercata nella scelta del verbo ma altrettanto eloquente e in fin dei conti più corretta (meglio sarebbe 'da portar via', ma adesso non siamo pedanti...).
ZU MITNEHMEN!
(prinesi) ZA SABO!
TAKE AWAY!
CIàPATEA E PòRTETEA VIA!
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* PS: parliamo di certezze apostrofali, non amorose
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Sei sempre un tesoro - la majalata s'avvicina!!!
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...E pensare che nell'altra com che frequento, quella dell'analfabetico Francuzzo (c'è anche il mio amico Tebro!), per molto meno vengo fatto oggetto di ironia, peraltro abbastanza miserabile; è sempre così: a lavare la testa all'asino...
Ma qualcuno apprezza anche là, va detto.
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PS: 'questo' va sì apostrofato. NON va per esempio apostrofato 'qual', anche se parecchi ci cascano. La regoletta empirica è questa: vedere se la parola in questione, nei vari casi, può sopravvivere senza apostrofo, soggetta cioè non più a semplice elisione ma a troncamento (...zac!).
Nel caso di 'questo', "quest" non sta in piedi senza la stampella che è l'apostrofo; nel caso di 'qual', restando nell'esempio, abbiamo la locuzione 'in un certo qual modo', dove ben si vede che invece "qual" cammina da solo. 'Povero' va quindi apostrofato: "Pover'uomo"; abbiamo però "buon uomo"; e "tale e tal altro".
E' forse strana l'affermazione "sì", che proviene da 'sic', 'così': se si trattasse di un'elisione andrebbe apostrofata, ma siccome abbiamo un troncamento l'accento cosa ci azzecca? Probabilmente per distinguerlo dalla particella pronominale 'si'...
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