Cosa pensiamo di chat
& chattajuoli
25.6.2000 Materiale
umano nelle chat di internet
(mini-saggio sul
punto di aggregazione del nuovo millennio e su chi le crea e gestisce)
Premessa
Sono
collegato in Internet da poche settimane; oltre agli adempimenti d’obbligo,
esplorare cioè e collegarmi con chi e ciò che corrispondeva ai miei interessi,
sono entrato nel mondo delle chat. I motivi? Curiosità, senz’altro; voglia di
parlare, anche questo sicuramente, quest’ultima ragione correlata con tutta
probabilità al desiderio di vincere momenti di solitudine.
Il mio ingresso non è
stato dei più felici: avevo l’impressione che tutti si conoscessero, in chat se
non addirittura all’esterno, e che quindi i rapporti fossero tutti consolidati
e poco o niente suscettibili di variazioni, ivi compresa l’eventualità di un
inserimento da parte del sottoscritto. In parte sbagliavo, tant’è vero che ho
conosciuto qualcuno, più che altro qualcuna, e tuttora esistono rapporti
epistolari.
Dove invece non sbagliavo era nel giudizio
che tuttora conservo sull’estrema mediocrità dei partecipanti. Che questo non
sia un paese, ammesso che lo sia mai stato, di grande cultura, tutti lo sanno;
che girino ovunque galli cedroni in perenne tentativo di conquista, pure; idem
per quanto riguarda il quoziente intellettivo medio della massa: salvo rare
eccezioni, la chat si svolge all’insegna di bacini e cuoricini trasmessi, di
simpatiche parole cortesi, di ‘avete visto questo’ o ‘quest’altro’ e così via,
fermi restando ovviamente coloro i quali, a partire dall’audace soprannome che
si autoaffibbiano, cercano in tutti i
modi di fare conquiste, a volte con galanteria, spesso con modi da ‘macho’
quando non volgari – e di questo ho esperienza diretta anche come donna
virtuale, essendo entrato a volte in chat con uno pseudonimo femminile. Questo
accade un po’ dovunque, mi si potrebbe obiettare, e l’obiezione è accolta.
Quanto sto scrivendo della chat non presenta, sono il primo a riconoscerlo,
grosse differenze rispetto ad altri luoghi di aggregazione, dal bar al salotto
passando per la discoteca. A proposito di discoteche: saranno forse in ribasso
a vantaggio del ‘rimorchio’ virtuale? Il quale presenta, se vogliamo, dei
vantaggi: lui o lei non si conoscono, almeno fino allo scambio delle
fotografie, e quindi si può millantare di tutto. Finora non ho mai sentito
nessuno definirsi poco alto o poco bello, o, apriti cielo, calvo. In discoteca
no, c’è poco da millantare…
Dicevo che discorsi
profondi non se ne sentono granché, e i più sembrano non avere neanche voglia
di farne. Chat veramente tematiche, poche. Ora, il mio spirito, polemico se
vogliamo, ma sostanzialmente onesto, non ha tardato a rilevare l’incongruità
del tutto. A partire dallo pseudonimo, o nick che dir si voglia, che mi sono
scelto, PETERPAN, ho inteso sdrammatizzare il tutto e ‘castigare ridendo
mores’. Ho cominciato a scrivere in chat dei finti messaggi pubblicitari, con
un tono che parodiava la pubblicità vera (testimonial compresi), ma offrendo prodotti tali da destare sdegno e
stupore nell’opinione chat-pubblica: lassativi e simili. Nel primo intento,
sdrammatizzare, sono perfettamente riuscito per quanto riguarda me stesso, meno
per quello che concerne gli altri ‘chattatori’, i quali in misura fin troppo
esigua sono riusciti a cogliere l’ironia delle mie uscite pseudo-pubblicitarie,
risentendosene anzi alquanto e cacciandomi dalla chat quando erano in
condizioni di farlo, cioè quando erano investiti della Santa Missione di
Moderatori. Nel secondo intento, castigare i mores o costumi, potrei tracciare
un bilancio analogo: personalmente ho abbastanza castigato, gli altri di nuovo
non mi hanno compreso se non in casi sporadici.
Sorge una domanda:
cosa dovevi dunque sdrammatizzare e quali costumi dovevi castigare? Rispondo
immediatamente: sdrammatizzare quella seriosità, badate bene, non ho detto
serietà, con la quale si vive il proprio ruolo virtuale in chat, come fosse la
vita reale e non un ennesimo rischio di dipendenza al pari di una droga o di
una bevanda alcolica; castigare, e gli imbecilli e i volgaroni, e le gallinelle
da marito o le sposate del tipo io vorrei ma non posso e quindi lo tradisco in
chat, e, quello che più per me contava, il branco, quando mi sembrava che tale
si potesse definire la chat quasi privata, dove finalmente tutti si sentivano
qualcuno in virtù delle ‘ore di servizio’ prestate a quella chat e quella sola,
riuscendo magari anche a guadagnarsi sul campo l’ambita carica di Moderatore,
dove finalmente ci si sente protagonisti, pensate un po’ che eccelsa gloria.
Ma la massa, si sa e ripeto, è quello che è…
d’accordo, e allora andiamo sui Sommi Capi: i Moderatori; questo era in fondo
per me l’argomento centrale.
Il moderatore è, si
presume, una persona come le altre, con pregi e difetti. Un difetto è più
evidente degli altri: fa il moderatore. Chi e cosa lo spinge a diventare tale?
Tecnicamente, il fatto che questi apra una chat, il che lo innalza
automaticamente di rango, o il fatto che un altro moderatore ve lo promuova. Su
questo c’è poco da commentare.
Psicologicamente,
però? Quello che all’inizio era uno scherzetto goliardico da parte mia,
l’immissione continua dei miei messaggi, è diventato presto un banco di prova
della personalità, sia pure virtuale ma su questo non scommetterei, del
moderatore–tipo. Pur ammettendo senza riserve che ho spesso esagerato,
meritando quindi l’espulsione, a volte è bastato molto meno: venivo espulso
praticamente in sintonia col mio ingresso. Chi per disturbatore è conosciuto…,
mi si dirà, e in parte questo è vero. Ma le cose non stanno solamente così:
psicologicamente, dicevo, buona parte dei moderatori è inscrivibile in una
categoria di persone insicure e frustrate, che, sia pure in chat, trovano
finalmente sfogo alle proprie voglie di protagonismo e sollievo dalle proprie
insicurezze: essi pontificano, consigliano, sono i detentori della battuta,
sono gli addetti ai saluti per chi entra e per chi esce, sono, insomma, il Sole
intorno al quale i pianeti ruotano. E con il vantaggio che quasi nessuno li
conosce, e li può quindi immaginare degli dei, e questo i moderatori lo sanno o
quantomeno lo percepiscono. Come anche benissimo sanno che con una ‘cliccata’
possono espellere chiunque loro non garbi, ora poi, con il nuovo sistema, anche
comminare sospensioni che, almeno nel mio caso, sono andate dai quindici minuti
alle ventiquattro ore.
E che piacere per una persona, magari
tartassata in ufficio dai suoi superiori, essere finalmente il capo, il leader…
Mi è costato una lunga sospensione ciò che ho
scritto ieri ad uno di questi poveretti, il quale tra l’altro, non sapendo più
cosa dire, mi contestava il tipo di caratteri che stavo usando, a mio parere
assolutamente non invadenti né lesivi dello spazio altrui. Ecco quanto:
è PROPRIO VERO: DIAMO AD UNA PERSONA IMBELLE
SIA PURE UN’ONCIA DI POTERE
ED ECCO CHE QUESTI SI TRASFORMERà NEL PIù
SPIETATO DEGLI AGUZZINI
…Pensiamo un po’ con
chi abbiamo a che fare, e non soltanto nelle chat, ma purtroppo anche nella
vita reale. Questo valga come conclusione. Grazie per avermi seguito fin qui.
Peterpan