A Tebruccio 20.2.10:
Tebro,
bestemmiator di tutti i Santi,
ma non
t'è mai passato per la mente,
a te
che chiami 'stronzo' tutti quanti,
d'essere
un sublimato di demente?
E che
lo scorno di cui tu t'ammanti
quando
a ciascuno dai del deficiente
nasce
perché non un tra tutti quanti
plaude
ai tuoi carmi, cerebro-latente?
Oddiomado',
che tasto ho mai toccato!
...E
non ho menzionato il gentil sesso,
il qual
lo tiene in considerazione
quanto
una tazza sporca dentro un cesso...
Però a
qualcosa servi, o mio coglione:
leggendo
te, si caca assai più spesso...
Nuovo
20.2.10:
Tebro,
che dici a tutti che son vecchi,
se
l'età loro dicon senza trucco,
penso
che a casa tu non abbia specchi
a te
mostrar l'aspetto tuo bacucco.
Continuamente
tutti tu rimbecchi,
tu
proprio, poi: il sommo mammalucco,
che
neanche una parola o un verbo azzecchi,
che i
denti tieni in bocca con lo stucco.
Senti,
Diversamente Intelligente:
dovrei
partecipare ad un concorso,
quindi
alla tua genial, sublime testa
vorrei
ricorrer: vienimi in soccorso!
Mandami
il testo di 'Mare in tempesta':
mi vedo
senza dubbio già vincente!
...Poscritto,
o mio demente:
dovessi
quei tuoi versi trovar triti
non
t'adirar se chiederò alla Miti...
Morso
dal cane di Oreste – niente Bologna 18.3.10
Chiapps
of the Vate(r)
Eravam pronti, le valigie in mano,
quando arrivò tremenda la notizia:
il can d'Oreste, con fatal nequizia,
a Tebro aveva morso il deretano!
Come farem senza la sua perizia,
mai nella vita andremo, mai, lontano!
Chi mai potrem chiamare? Uno sciamano!
Mi par d'udirlo: ei con frasi inizia
il rito, e nel frattempo la sua mano
posa sul lacerato cul tebrino
con sua sapienza che vien da lontano...
Miracolo! Il roseo sederino
emette un peto, il qual fino a Milano
il s'ode, ed anzi quasi a Monrupino!
Da
Viterbo 24.4.10
O
Tebro, di cucuzza raro fiore
avrei
per te una bella nuova in serbo:
del tuo
fiatar, del lercio tuo fetore,
molti
rimembran fin lassù a Viterbo!
Benché
tutti ti pensin con amore
nella
città ove tu, virgulto acerbo,
l'infanzia
trascorresti, dell'ardore
del tuo
poetare elaborando il nerbo,
malgrado
questo, o rimasuglio etrusco,
persino
quei burini patatari
m'han
detto, o Tebro mio, tra il lusco e il brusco:
'Che se
lo tenga Roma, patti chiari!
Beva Frascati,
oppure anche Lambrusco,
ma a
Roma: qui già abbiamo bei somari...’
La
vita sessuale di Tebro 26.4.10
Tebro
non è un cretino: è un deficiente,
che con
la sua consueta logorrea
impesta
i forum per parlar di niente
e al
popolo causar grave diarrea.
Non è,
no, esatto, parlar di demente:
è forse
causa della gonorrea;
lui va
a puttane, infatti: anche se mente,
andrebbe
pure col suo amico Andrea!
Questi
è un travestito, un po' recchione,
che un
membro tiene, di grande lunghezza:
soltanto
lui, al Vate un po' tardone,
sa far
provar vago sapor d'ebbrezza:
peccato
che, al fin della tenzone,
l'ampolla
anal al Tebro nostro spezza...
Tebro 4.9.11
O Tebro, cacca secca
inacidita,
poeta de 'ste palle e
dde 'sto cazzo,
tu, che ti netti il
culo con le dita,
e che frequenti i
trans come Marrazzo;
tu, per il qual
canzone preferita
viene da Claudio
Villa (bel ragazzo);
tu, per il qual la
più modesta gita
è splendida occasion
per farne un lazzo:
dimmi, o Tebruccio, a
Peter lo puoi dire,
scevro da mille
remore ed indugi,
dimmi perché vai
sempre tu a finire
nelle comunità, i
tuoi rifugi,
se è vero che ti aman
da morire
in tutto il Lazio,
pensa, fino a... Fiugi!