"E adesso? Ti senti meglio adesso?"
Monica passa l'eye liner sulla palpebra superiore, sfuma col dito l'ombretto grigio scuro ottenendo un subitaneo effetto "occhio pesto" che presume la farà sembrare adulta e vissuta; cerca di ignorare la persona che ha invaso l'intimità della propria cameretta.
"No, perché se ti senti più serena, dopo aver preso a calci la buona sorte, allora ha un senso, ma altrimenti..."
Monica detesta le frasi sospese, le minacce vaganti ed indefinite, lo scuotimento rassegnato della testa; in effetti Monica detesta lo zio prete, come lo chiama lei: odia il suo impicciarsi gratuito in ogni questione familiare, il porro peloso al lato sinistro del labbro pendulo, i capelli radi, conditi da isolotti di forfora raggrumata che, ad ogni movimento, produce sull'abito talare un ipnotico effetto neve.
"Devi imparare a rendere agli adulti il rispetto che è loro dovuto..."
Le mani di Monica tormentano i capelli sottili, carichi di gel, ne sollevano le punte in una bizzarra serie di virgole a senso alternato.
"...e a dire grazie per le occasioni che ti vengono concesse. E guardami quando ti parlo!"
Monica si volta: nel viso pallidissimo spiccano gli occhi scuri, ostili e fissi sulla grassa figura, accasciata su una sedia che a stento la contiene; sul ventre prominente campeggia una macchia di unto, retaggio del ricco pranzo offerto al prelato da sua madre.
"Io ti offro quello che la tua famiglia non può garantirti: un posto gratuito per i tuoi studi all'Ateneo e..." la mano grassoccia si tende benevola verso la figura in ombra della nipote, invitandola ad avvicinarsi "...e la mia guida spirituale, il mio appoggio, insomma, per ogni difficoltà tu dovessi incontrare"
Monica lo osserva alzarsi in piedi, avvicinarsi tendendo le labbra violacee in un sorriso deformato ed inquietante:
"Non ti sarà concesso rifiutare, stupida ragazzetta presuntuosa; sei fortunata che io abbia un cuore cristiano incline al perdono. Da' un bacio, Monica" la mano sudata accarezza i capelli rigidi della ragazza in un rituale noto e senza scampo.
Poi, parodiando una sorta di benedizione profana, le spinge la testa verso il basso, costringendola in ginocchio "...da' un bacio allo zio..."