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General: Elogio al panettone
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: primula46  (Mensaje original) Enviado: 10/12/2009 09:46

La magia del panettone
Il panettone di Milano da specialità lombarda è divenuto dolce natalizio nazionale": così si legge nella Guida gastronomica d'Italia del Touring Club, pubblicata nel 1931.

Pochi decenni prima, Pellegrino Artusi aveva in-cluso nel suo ricettario solo il «panettone Marietta» preparato dalla sua cuoca di casa (in realtà più simile a una ciambella che al panettone lombardo) e per il pranzo di Natale aveva consigliato il «pane bolognese», derivato da un dolce rustico tradizionale. Il successo del prodotto milanese, 'spinto' dall'industria dolciaria, significò l'emarginazione di tante specialità locali: panone, pane giallo, pane dolce, pan d'oro, pan di Natale ... Nomi diversi, ricette diverse, tuttavia accomunate da caratteri ricorrenti: il colore ad esempio, preferibilmente giallo (perché il giallo è sempre stato pensato come il colore della festa, della gioia, della felicità). Comune era soprattutto il meccanismo simbolico che governava le procedure di fabbricazione di questi "pani natalizi": prendere il cibo di tutti i giorni (un cibo, come il pane, particolarmente ricco di valori culturali) e arricchirlo d’ingredienti speciali, modificandone la composizione e il sapore. Aggiungere agli elementi base del pane quotidiano (farina, acqua, lievito, sale) un po' di uova, di burro, di zucchero, Ed ecco che, come per magia, quel cibo non era più un cibo quotidiano, ma era diventato il segno della festa. L'uso era antico, così come la pratica di farcire questi pani speciali di uvette e canditi, piccole "sorprese" che significavano l'augurio di fertilità, di abbondanza. «I nostri contadini», nota nel XVII secolo l'agronomo bolognese Vincenzo Tanara, «impastano, la farina con lievito, sale, e acqua, incorporando dentro uva secca, e zucca condita con miele, aggiuntovi pepe; e ne fanno una pagnotta grossa, quale chiamano Pan da Natale». Altri esempi risalgono a prima ancora. Al Rinascimento, al Medioevo. Le culture tradizionali hanno sempre riservato particolare attenzione alle ritualità festive, che scandivano il passare dei mesi e delle stagioni, incrociando il calendario naturale con quello liturgico. E il cibo è sempre stato il primo modo per segnalare la diversità di certi giorni: l'idea balorda di un «Natale tutto l'anno», che ogni tanto vediamo affacciarsi tra le sirene pubblicitarie del nostro tempo, fino a non molti decenni fa sarebbe stata a dir poco incomprensibile. E in fondo, e fortunatamente, ancora oggi lo è, se, una volta passato il Natale, vendere panettoni diventa maledettamente difficile. Neppure l'industria dolciaria è riuscita a cancellare il senso profondo delle ritualità alimentari.


Elogio al panettone

ALLA MANIERA DI GIOSUÉ CARDUCCI


T'AMO, buon Panettone, e un sentimento
Di letizia e di pace al cor m'infondi,
O che solenne come un monumento
Tu troneggi sui deschi quadri o tondi,

O che dal pasticcer tu stia contento
Nell'attesa che gli esseri giocondi
Ti partiscan fra loro, e in un momento
Faccian di te cento bocconi biondi.

Dalla tua scorza bruna, quasi nera,
Spira un profumo e, come un inno lieto,
S'innalza e tutt'intorno si disperde.

Nella frivola casa e in quella austera
Rechi dolcezza e fai l'animo quieto
Con l'oro della pasta e 'l cedro verde.

Buona giornataSorriso

Grazia



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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 10/12/2009 20:00
Sì il panettone è la tradizione...
 
Una volta è il re incontrastato... oggi deve lottare acon altri dolci natalizi...
ed in particolare col Pandoro...
 
 
Ma il Panettone nella storia...
resta il primo grande dolce Natalizio
che partito da Milano...
si è diffuso poi in tutta Italia...
 
Merci... Grazia per questo bel post...
(ma anche gustoso)
 
Orso Tony

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 12/12/2009 16:44
Se vi piace questa poesia natalizia dedicata al "panetun", il classico dolce del Natale Ambrosiano ringraziate Aldo Sacchi, pavese, 93 anni compiuti; per molti anni presidente dell' Associazione cuochi di Milano, che imparò questa poesia circa 88 anni fa alle scuole elementari. Siano queste righe il suo augurio ai cuochi, soprattutto a coloro che sono impegnati sul lavoro anche in queste feste dedicate alla famiglia.
     
La poesia del panettone
   
Da Milano l'altra sera
è arrivata una paniera
ed i bimbi intorno ad essa,
rammentando la promessa
che il buon nonno fece un dì
si son messi a fare ih ih!
Esclamando con ragione:
"è arrivato il panettone".
Ma il coperchio era legato
con lo spago e sigillato,
di lì dentro allor d'un tratto
posto vien su un largo piatto
esclamando con ragione:
"Oh! Che grosso panettone!"
Ed il babbo col coltello
ne fa parte a questo e a quello
e a ogni fetta che si dà
si sente un bambino fare "ah ah"
esclamando con ragione:
"Come è buono il panettone".
Quando un briciol non vi è più
odon tutti fare uh uh!
Esclamando con ragione:
"E' finito il panettone!"


 
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