LA MOGLIE
Quando triste rincaso e lei m’aspetta alla finestra, se la bella e cara moglie, ad un gesto, il mio male sospetta, se il disgusto mi legge, od altro, in faccia, tosto al mio collo le amorose braccia, come due serpi vigorose, getta; me solo accusa la sua voce amara. "E così – dice – è così che mi torni. Non un bacio per me, non un sorriso per tua figlia; stai lì, muto, in disparte; si direbbe, a vederti, che tu hai l’arte di distruggerti. Ed io... guardami in viso, guarda, se alle parole mie non credi, questi solchi che v’ha lasciato il pianto. Ero qui sola ad aspettarti; intanto la nostra casa io l’ho rimessa, vedi? come nel primo giorno. Ma tu già non m’ascolti. Che passione, e che rabbia mi fai! Non s’ha il diritto, sai, quando si vive con altre persone, di tenere per sé le proprie pene; bisogna raccontarle, farne parte ai nostri cari che vivono in noi e di noi".
"Quanto, quanto m’annoi", io le rispondo fra me stesso. E penso: Come farà il mio angelo a capire che non v’ha cosa al mondo che partire con essa io non vorrei, tranne quest’una, questa muta tristezza; e che i miei mali sono miei, sono all’anima mia sola; non li cedo per moglie e per figliola, non ne faccio ai miei cari parti uguali.
Umberto SABA
Buona giornata
e buon fine settimana
Grazia
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