L'importanza dei ritmi e dei rituali
Pensiamo a noi, alla natura, a tutto ciò che vive su questa terra. Cosa accomuna tutti gli esseri viventi della terra? Il ritmo!
Il bambino arriva su questa terra già predisposto al ritmo proprio perchè è della natura degli esseri viventi averlo.
Scandire le giornate e le attività ritmicamente è quanto di meglio per tranquillizzare il bambino e dargli un senso di contenimento e stabilità. Il bambino ha bisogno di sapere cosa succederà e, anche se non conosce ancora il senso del tempo che passa, sapere cosa succederà “dopo” gli da una grande sicurezza. Dare ritmo alle giornate non significa che queste debbano essere tutte uguali una all'altra, il ritmo, infatti non è semplice ripetizione: è ripetere modalità conosciute in situazioni e ambienti nuovi.
Prendiamo la musica, per esempio: il valzer può avere lo stesso ritmo, eppure quanti tipi di valzer conosciamo? Per il bambino dovrebbe essere lo stesso: sapere che la mattina per farlo svegliare la mamma gli da un bacio, che si gioca un po' sul letto e ci si racconta come sarà la giornata, poi si va insieme in cucina a fare colazione, poi si esce a far compere, poi si prepara il pranzo, e così via.
Proprio l'avere dei ritmi e delle abitudini permette al bambino di sperimentare i suoi “tempi liberi” in cui può dedicarsi al gioco spontaneo e alle sue occupazioni senza essere disturbato o interrotto.
E l'avere delle abitudini permette anche di poterle anche modificare per un giorno: un giorno un po' pazzerello dove si mangia al ristorante invece che a casa! Se il bambino ha delle abitudini ritmiche si possono creare delle occasioni speciali e dei giorni di festa, con grande gioia dei piccoli!
Il ritmo funziona anche grazie all'imitazione: spesso per creare una buona abitudine basta fare e dire al bambino esattamente ciò che ci si aspetta lui faccia e dica! Avere dei ritmi abitudinari fin dai primi mesi del bambino permette inoltre di evitare problemi di disciplina o capricci. Se il bambino sa che ci si lava le mani prima di mangiare, può protestare una volta, due, tre, ma se ogni volta noi perseveriamo, alla fine per lui sarà naturale farlo. Se ogni volta che usciamo noi ci mettiamo il cappello e lo mettiamo a lui, sarà lui stesso a farvi notare se un giorno l'abbiamo dimenticato!
Me se un giorno ci svegliamo alle 8 e il giorno dopo alle 10, un giorno facciamo una cosa, l'altro come ci pare, il bambino si sente perduto, non sa cosa l'aspetterà e cercherà il contenimento, che gli manca, come può: facendo i “capricci”, opponendosi a quello che vogliamo fare noi adulti, etc.
Questo è un quadro molto comune ai giorni nostri, dove si crede che il bambino debba adattarsi alla velocità del mondo fin da neonato.
Quando poi il piccolo arriva a 1 anno e ½ o 2 e può opporsi in qualche modo, noi lo etichettiamo come bambino “viziato”, capriccioso, che vuol sempre fare di testa sua... in realtà siamo noi ad essere "viziati" e a perdere in questo modo la fiducia dei nostri bambini.
Allora impariamo a riconoscere quali sono le caratteristiche del bambino, cosa lui si aspetta da noi, come lui percepisce il mondo e che capricci e ostinazioni sono i soli strumenti che lui ha per farci capire che stiamo andando nella direzione sbagliata, ed essere genitore ci darà davvero grandi soddisfazioni!
fonte: http://www.bimbonaturale.org/node/88
Sono d’accordo con quanto è scritto in questo articolo.
Il bambino felice non è quello cui si concede tutto. Ma non è facile seguire questi consigli, ci vuole molta buona volontà, a volte per il quieto vivere, si lascia perdere. Solo più tardi, ci si accorge quanto quell’apparente quieto vivere, fosse in realtà una fase transitoria, che può portare pesanti conseguenze.
Ci vuole, come dice Annamaria, saggezza, anche i rischi di cui parla Linda sono necessari,
ma bisogna prima avere, a mio parere, una buona partenza.
C'est la vie...
Ciao
Grazia