Cari amici ed amiche amanti come me delle poesie ... ormai siamo proprio nel cuore dell'inverno...
e quest'anno... che inverno!
Ogni anno poi l'inverno ci sorprende con il suo freddo... la sua neve... i suoi "problemi" per noi
e per il mondo intorno a noi...
Ma il momento di pausa della natura (e di noi orsi )
non è affatto inutile... in quanto prepara in silenzio... nel buio...
sia l'humus della terra che quello dei nostri cuori per il risveglio di tutta la natura e del nostro spirito ...
che avverrà in primavera...
Come potevo quindi non dedicare a questo momento di mezz'inverno...
(pur essendo in letargo ) le poesie per questa domenica?
E' con queste poesie quindi che vi auguro una serena domenica
nel tepore delle vostre case... o sulla neve o dove desiderate...
Come sempre mi farebbe piacere leggere quelle che hanno colpito il vostro...cuore
IL GATTO INVERNO Gianni Rodari
Ai vetri della scuola stamattina l'inverno strofina la sua schiena nuvolosa come un vecchio gatto grigio: con la nebbia fa i giochi di prestigio, le case fa sparire e ricomparire; con le zampe di neve imbianca il suolo e per coda ha un ghiacciuolo... Sì, signora maestra, mi sono un po' distratto: ma per forza, con quel gatto, con l'inverno alla finestra che mi ruba i pensieri e se li porta in slitta per allegri sentieri. Invano io li richiamo: si saranno impigliati in qualche ramo spoglio; o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti, fingon d'esser merli e passerotti
IL CIELO E' BASSO
Emily Dickinson
Il cielo è basso, le nuvole a mezz'aria, un fiocco di neve vagabondo fra scavalcare una tettoia o una viottola non sa decidersi. Un vento meschino tutto il giorno si lagna di come qualcuno l'ha trattato; la natura, come noi, si lascia talvolta sorprendere senza il suo diadema.
E VIENE IL TEMPO
E. Borchers
E viene il tempo del corvo nero sulla neve bianca. Un'isola di ghiaccio sopra il fiume porta il corvo lontano. E il corvo canta - cra - io solo sono nero in questo mondo bianco. D'estate vorrei essere bianco come un gabbiano sull'azzurro del mare, ma su questo mondo candido - cra-cra - io solo sono nero.
L'ALBERO NUDO
Wang Ya-Pung
Un albero nudo fuori della mia finestra solitario leva nel cielo freddo i suoi rami bruni. Il vento sabbioso la neve il gelo non possono ferirlo. Ogni giorno quell'albero mi dà pensieri di gioia: da quei rami nudi indovino il verde che verrà.
COME SON PESANTI I GIORNI
Garcia Lorca
Come son pesanti i giorni, A nessun fuoco posso riscaldarmi, non mi ride ormai nessun sole, tutto è vuoto, tutto è freddo e senza pietà, ed anche le care limpide stelle mi guardano senza conforto, da quando ho appreso nel mio cuore, che anche l'amore può morire.
Che il sole dopo la neve appaia, e le nuvole si tingano di rosso come schiave: la neve sui tetti un rossore colorirà, guancia di principessa. S'alzi un leggero vento e spenga l'acqua, che s'era addormentata, con assonnata voce di pastore; escano fanciulle con scialli, lampeggiando gli occhi neri, e improvvisamente corrano punte dall'aria simili a uccelli che s'alzino a volo. E gli zingari rubino ragazzi.
Se l'inverno comincia sulle calde e sporche mani un odore di arance al quieto sole della festa arde nell'aria come qualcosa che piange.
Sandro Penna
Fino a quel momento era inverno
di Boris PasternaK
Fra le tende di trina uno stormo di cornacchie. Dall'orrore del gelo ormai invase anche loro.
E' ottobre che vortica, è il terrore che si acquatta tra gli artigli al piano.
Né preghiera né gemito se, sbuffando, si va per ottobre alla riscossa.
Afferato il vento per le mani gli alberi lo precipitano per la scala delle case in cerca di legna.
Fiocca la neve fino ai ginocchi al negozio si esclama:"Qual buon vento! qual buon vento!"
Quante volte si è scavata, battuta, quante volte negli inverni dagli zoccoli è piovuta come cocaina!
Come umido sale dalle nuvole e dai finimenti il dolore, come macchia sui cappucci è lavato via.
Notte d'inverno di Giovanni Pascoli
Il Tempo chiamò dalla torre lontana... Che strepito! E` un treno là, se non è il fiume che corre. O notte! Né prima io l'udiva, lo strepito rapido, il pieno fragore di treno che arriva; sì, quando la voce straniera, di bronzo, me chiese; sì, quando mi venne a trovare ov'io era, squillando squillando nell'oscurità. Il treno s'appressa... Già sento la querula tromba che geme, là, se non è l'urlo del vento. E il vento rintrona rimbomba, rimbomba rintrona, ed insieme risuona una querula tromba. E un'altra, ed un'altra. - Non essa m'annunzia che giunge? - io domando. - Quest'altra! - Ed il treno s'appressa tremando tremando nell'oscurità. Sei tu che ritorni. Tra poco ritorni, tu, piccola dama, sul mostro dagli occhi di fuoco. Hai freddo? paura? C'è un tetto, c'è un cuore, c'è il cuore che t'ama qui! Riameremo. T'aspetto. Già il treno rallenta, trabalza, sta... Mia giovinezza, t'attendo! Già l'ultimo squillo s'inalza gemendo gemendo nell'oscurità... E il Tempo lassù dalla torre mi grida ch'è giorno. Risento la tromba e la romba che corre. Il giorno è coperto di brume. Quel flebile suono è del vento, quel labile tuono è del fiume. E` il fiume ed è il vento, so bene, che vengono vengono, intendo, così come all'anima viene, piangendo piangendo, ciò che se ne va.
CAMERA DI RAGAZZO di Leonardo Sinisgalli
Mi ricordo ancora i versi che scrissi alla pigra passifiora quando il cuore tremava al lamento notturno degli infissi. Lungo l'inverno intero coi piedi sulla brace e la testa di ghiaccio. Più pesante di fuori era la neve io dentro spegnevo le candele e coi tizzi lucenti stavo solo a far niente.
è l'alba di Nazim Ikmet
è l'alba. S'illumina il mondo come l'acqua che lascia cadere sul fondo le sue impurità. E sei tu, all'improvviso tu, mio amore, nel chiarore infinito di fronte a me.
Giorno d'inverno, senza macchia, trasparente come vetro. Addentare la polpa candida e sana d' un frutto. Amarti, mia rosa, somiglia all'aspirare l'aria in un bosco di pini.
Chi sa, forse non ci ameremmo tanto se le nostre anime non si vedessero da lontano non saremmo così vicini, chi sa, se la sorte non ci avesse divisi.
è così, mio usignolo, tra te e me c'è solo una differenza di grado: tu hai le ali e non puoi volare io ho le mani e non posso pensare.
Finito, dirà un giorno madre Natura finito di ridere e piangere e sarà ancora la vita immensa che non vede non parla non pensa.
C'e' una certa inclinazione di luce di Dickinson Emily
C'e' una certa inclinazione di luce, i pomeriggi d'inverno che opprime,come il peso di musiche di cattedrale Una ferita celeste,ci apporta non ne troviamo cicatrice, ma una interna differenza, dove stanno i significati Nessuno puo' insegnarla altrui è il sigillo la disperazione un'imperiale afflizione inviataci dall'aria Quando viene,il paesaggio ascolta le ombre trattengono il fiato quando va, è come la distanza nell'aspetto della morte
come ogni anno,ma particolarmente quest'anno sta facendo
sentire il gelo delle sue corte giornate e prolungare il buio delle lunghe notti. Tanta e' la neve che leggera imbianca tutto intorno facendo attutire i rumori.....
La neve scende leggera e imbianca i pini secolari, pini infiniti, come lunghe antenne captano l'energia del mondo. Il bosco innevato è un grande labirinto dove perdersi e sognare guardando
vortici di piume bianche scendere dal cielo. L'aurea degli alberi emana sfere di luce, come arcobaleni cangianti. il profumo della madre terra è fresco e rinnovato
dall'inverno atteso con trepidazione, il bianco candore nasconde con cura il
verde smeraldo della sua anima. Il soffice mantello copre le montagne maestose ed infinite. La sua forza è la conoscenza segreta del mistero compiuto. Roberta Regina
Il Concerto ( Da "poesie Romantiche") (Hermann Hesse)
Sibilano i violini acuti e teneri, si lamenta dal profondo il corno, luccicano le dame variopinte e ricche sotto lo scintillìo delle luci.
Chiudo i miei occhi in silenzio: vedo un albero nella neve sta da solo ed ha ciò che vuole, la sua propria felicità, la sua propria pena.
Angosciato lascio la sala e dietro di me si perde il rumore fra piacere e tormento e senza slancio.
Cerco il mio albero nella neve, vorrei avere ciò che lui ha, la mia propria felicità. la mia propria pena, queste saziano l'anima.
Sera d'inverno (di D. Vignale)
Nel camino c'è un fastello che tien vivo il focherello. Mamma stira il grembiulino del suo caro fantolino; mentre il babbo con la mano culla il bimbo piano piano. In un canto del camino fa le fusa un bel gattino, mentre fuori, lieve lieve, in silenzio vien la neve.
Vennero i freddi, con bianchi pennacchi e azzurre spade spopolarono le contrade. Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri. La luna era sugli spogli orti invernali.
IL PERCORSO DELL'INVERNO di Serena P. Scorre l'inverno con la pioggia che dipinge i palazzi a doppio colore e un odore di terra bagnata sale su dalla finestra, scende le scale del primo piano e poi esce fuori e vaga per mondi e monti, tutti diversi. Ad un tratto, uno scricchiolio attrae l'udito dei bambini chiusi in casa a giocare. E cade la pioggia veloce, i bambini vengono attentamente osservati, un'ondata di vento attraversa i rami spogli dei castagni e pini, portando con sé foglie multicolore, i nidi abbandonati dalle rondini in partenza, in cerca di terra luminosa. La terra si ricopre di specchi in cui la gente non si specchia, ma si diverte a cadere, a pattinare, a scivolare con il vento che passa tra i capelli e trapassa le cinture. Da rosa a bianca la pelle diventa. E' questo il percorso dell'inverno.
Amico inverno G Titta Rosa Amico inverno, l'esile bucaneve e il calicanto stupito ti rallegrano i giorni nitidi, le sere crude e belle; ma tu non hai fretta e gusti il tempo: i brevi soli, le notti infinite
che s'aprono sulla terra pavesata di stelle. Favoloso inverno, son esse, le stelle che s'alzano a corona sui monti con cui t'accompagni e ragioni fino all'alba lontana; e attendi che, fioco, tra il lento arrivar della luce, sull'impoverita natura risusciti il giorno scialho un tocco di campana. Rabeschi di geli, nevi abbaglianti. tese braccia di querci sui colli s'addolciscono al sole che lotta col rovaio; ma cade la notte rapida, fra lividi guizzi di luce dal cielo. e appare sul monte brullo la luna di Gennaio.
Sera d'inverno
Di S. Holodez Son più azzurre, piu nebulose le nevi; respiriamo di nuovo aria piu fresca. Amo la campagna, di prima sera, e la mestizia dell'argenteo inverno. Sprizzerà nel campo che s'abbuia il primo focherello serale; e sopra il villaggio sarà sospeso nel tramonto scarlatto un fil di fumo. Crocida pigramente una cornacchia, un sonaglio tintinna lontano. Quando fra bianche ciocche annega nei campi l'abete abbandonato, e scaglia e svelte e insegue l'argento sopra il giardino la selvaggia bufera, arda il mio caminetto di ferro sopra un mucchio di pietre d'oro, in mezzo a lievi anelli fiammeggianti i guizzi un crepitante rubino.
Trovo che l'inverno ha in sé qualcosa di magico:
un cuore caldo e vivo che palpita anche col gelo intorno!