Apparentemente in un rapporto,di qualsiasi genere,la situazione ideale sembra essere un'armonia che sfida il tempo e che niente riesce a perturbare.
Forse è davvero così. Eppure l'amicizia,l'amore,io credo che abbiano bisogno anche di prove per definire la propria valenza.
Un rapporto piatto e immutabile ha in sé qualcosa d'artificioso,
d'innaturale. Sono invece i marosi superati,le tempeste attraversate,che chiariscono la forza di un rapporto.
Io non sono certo un tipo irascibile,eppure anche io mi sono trovata,qualche volta ,a litigare per motivi più o meno seri.
Lì per lì,convinta delle mie ragioni, mi sono chiusa nel fortino del mio orgoglio. L'amore,la tenerezza,il vissuto comune,per qualche attimo spazzati via da un bisticcio,germogliato dall'incomprensione. Ma poi,quando ho "sentito" il dolore dell'altro,quando ho capito che l'amore, tessuto nel tempo, era messo a rischio per l'incapacità di mettermi in sintonia con i sentimenti del mio partner ,o dell'amico,non ho avuto vergogna di ritornare sui miei passi. E'bello,indubbiamente,constatare quanto profonde siano le radici di un rapporto,così salde che neppure il vento gelido del litigio riesce a strappare.
"Fare pace" è,per me,sempre stato dolce,liberatorio ,come dopo uno scampato pericolo. Superare una prova rende il rapporto più "cosciente": è la cartina di tornasole che indica che non si tratta di un sentimento futile,ma saldo,che non si scioglie alla prima difficoltà.
Lia