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MUSICA CLASSICA: LA TARANTELLA DI... LISZT...
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 03/03/2010 16:33

 

 
LA TARANTELLA DI... LISZT...
 
 
Sì incredibile... almeno per me... ma è così...
 
Il grande musicista ha amato e si è divertito con la... tarantella.
 
 
 
 
 
 
La musica di Liszt  è vero esibizionismo acrobatico...
 
Immaginate le dita che si posano sui tasti del pianoforte
spiccando salti acrobatici e pensate alle mani che s’incrociano…
 
 
 
 
 
 
Qualche tempo.... fa per caso
 ho scoperto che Liszt s'era interessato...
anche di... Tarantella... ovviamente a modo suo...
e sempre con il suo affascinante virtuosismo
 
 
 
 
 
 
Dunque eccola... per voi... per noi...
ed ascoltate...
il volo delle mani...
 
 
 
 (midi)
 

 

Se ci va,
però possiamo ascoltarla in una diversa versione...

 

(video)

 
 
Spero vi piaccia...
 
Ciao dall'Orso...


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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Liana Enviado: 03/03/2010 18:19
Credo sia inutile dire che la conoscevo già. Visto che si parla di Liszt vogliamo approfittare per conoscere un pò meglio questo grande autore che ha regalato pagine bellissime alla musica classica?
 
 
Come non pochi musicisti del suo tempo, mostrò già prima dei dieci anni notevoli capacità rispetto alla musica. Liszt viene ricordato anche per le sue mani più grandi del normale che facevano invidia agli altri musicisti di quel tempo. Dopo aver iniziato precocissimo lo studio del pianoforte con il padre Adam, funzionario del principe Esterházy, a undici anni si trasferì con la famiglia a Vienna dove seguì lezioni di composizione con Salieri e di pianoforte con Czerny. Nel 1823, a Parigi, studiò teoria e composizione con Paer, ma non fu ammesso al Conservatorio della capitale da Cherubini. Nel 1825, quando era già conosciuto come pianista, suonò a Londra al cospetto di Re Giorgio IV e completò la sua unica opera, Don Sanche, che presentò per la prima volta a Parigi. Nel 1826 fu in tournée in Francia e Svizzera pur proseguendo gli studi con Reicha.

Dal 1828 si stabilì a Parigi dove visse insegnando musica. Nel 1830 assisté alla prima esecuzione della Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz; conobbe Felix Mendelssohn e Chopin. Nel 1833 incontrò la contessa Marie d'Agoult; l'anno seguente George Sand.

Tra il 1835 e il 1839 Liszt intraprende un lungo viaggio-fuga con Marie d'Agoult, che abbandona il marito e due figlie. Inizialmente giungono in Svizzera, che ispirerà al musicista l' Album d'un voyageur e il Primo libro delle Années de pèlerinage. Nel dicembre 1835 nasce la loro prima figlia Blandine. Nel frattempo Liszt non trascura la sua attività di pianista (andando a costruire per tentativi l'archetipo del recital moderno) e torna a Parigi per difendere la sua notorietà, specie nei confronti di Thalberg col quale ingaggia una sfida musicale organizzata dalla principessa Belgiojoso. Si è ormai nel 1837 quando Liszt e Marie d'Agoult giungono in Italia, dove nasceranno Cosima e Daniel. Soggiornano in particolare sul Lago di Como, a Venezia e a Milano (dove si avvierà una pesante polemica con il pubblico italiano, assolutamente digiuno di musica strumentale), Firenze, Roma e San Rossore. Gli incontri e le amicizie che si intrecciano sono molti e fecondi (Rossini, Bartolini, Ingres, Sainte-Beuve). A questa esperienza si rifanno moltissime pagine musicali, tra le quali il Secondo libro delle Années de pèlerinage. Molti sono anche gli scritti che Liszt ha pubblicato in relazione a questo viaggio e alla condizione musicale dell'epoca (soprattutto le Lettres d' un Bachelier ès Musique). Tuttavia è oggi chiaro che gli articoli, pur esprimendo il pensiero del musicista, sono dovuti alla penna di Marie d'Agoult. [1].

Nel 1840 incontrò due persone che si riveleranno fondamentali per lui e per la storia della musica: Schumann e Wagner. Con quest'ultimo, il sodalizio, in nome del progetto di una musica per l'avvenire, fu immediato e trasformò il Liszt pianista, ormai idolo delle folle in senso pienamente moderno, in uno dei più accesi sostenitori dell'arte totale wagneriana. Il carteggio che ci è rimasto costituisce un documento di rara intensità e profondità poetica.

I concerti in giro per il mondo si susseguirono frenetici. Nel 1844 interruppe il rapporto con Marie d'Agoult e, nel 1847, conobbe a Kiev la principessa Caroline Von Sayn-Wittgenstein con la quale si trasferì in Polonia. Insediatosi a Weimar, nel 1848, iniziò la composizione del poema sinfonico Les Préludes e della Sinfonia Berg.

Durante la rivolta di Dresda del 1849, Liszt aiutò il rivoluzionario Wagner a fuggire in Svizzera. Furono anni di febbrile creatività (nonostante la morte del figlio tredicenne Daniel), tra i moltissimi i capolavori a cui diede vita: il poema sinfonico "Mazeppa", la Sonata, i due concerti per pianoforte ed orchestra, il "Totentanz", e centinaia di pezzi pianistici. Nel 1861, durante un viaggio a Parigi, suonò per Napoleone III e conobbe Georges Bizet. Lo stesso anno a Roma non poté sposare la Von Sayn-Wittgenstein perché quest'ultima non riuscì ad ottenere l'annullamento del precedente matrimonio. In questo periodo Liszt manifestò un forte sentimento cristiano.

Nel 1862 compose il Cantico del sol di san Francesco d'Assisi; nello stesso anno morì la primogenita Blandine. Decise di entrare nel monastero della Madonna del Rosario di Roma, certo che solo la fede avrebbe potuto essere vero conforto. La relazione tra la figlia Cosima e Wagner (nel 1865 ebbero una figlia Isolde,a cui seguirono Eva nel 1867,e Siegfried Wagner nel 1869) minarono i rapporti con quest'ultimo. Nel 1864, in memoria di Blandine, scrisse La Notte.

Nel 1865 ricevette in Vaticano la tonsura e gli ordini minori divenendo abate, la sua vena compositiva si volse sempre più verso la musica sacra: compose la "Missa Choralis" e il "Christus" (1867).

In Germania, durante il festival di Bayreuth del 1886 (festival creato da Wagner) Liszt si ammalò gravemente di polmonite è morì il 31 luglio dello stesso anno.

Il suo catalogo include numerosi lavori sinfonici a programma, due concerti per pianoforte e orchestra e un numero elevato di pezzi per pianoforte più un repertorio di pezzi per organo che cambieranno il volto organistico tedesco per sempre.

Vari dei suoi pezzi sono entrati nel repertorio della musica classica e sono conosciuti da un vasto pubblico; tra essi la celeberrima Rapsodia ungherese n. 2 in Do Diesis Minore, il Sogno d'amore n. 3, il Mefisto valzer, la Ballata in Si minore, il Concerto in Mi Bemolle Maggiore e la Sonata in Si Minore

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