(Bassano del Grappa, 24 ottobre 1913 – Roma, 5 marzo 1984)
è stato un celebre baritono italiano, fra i più famosi del suo tempo.
Notevole per il sottile modo in cui ha agito con la sua voce e l'incisività dell'accento, si è dedicato intensamente alla sua formazione musicale, dominando con sicurezza la tecnica vocale e il bagaglio culturale richiesti per una carriera lirica internazionale. Famoso non solo per essere stato un cantante, ma anche attore, regista, disegnatore, insegnante e costumista.Il giovane Tito studiò legge (giurisprudenza) all'Università di Padova. Durante lo studio, il suo talento viene scoperto da un amico di famiglia, il Barone Agostino Zanchetta, appassionato musicista, che, avendogli sentito cantare una canzone, gli disse che aveva una bella voce di baritono e così gli suggerì di studiare canto lirico. E così, nel 1932, si trasferì a Roma per studiare canto.Ad accompagnarlo al pianoforte alla prima audizione fu Tilde de Rensis, figlia del musicologo Raffaello, che nel 1937 divenne sua moglie. Dal matrimonio nacque un'unica figlia, Cecilia, che si occupa dell'"Associazione Tito Gobbi", un sito per onorare la memoria del grande baritono scomparso.La prima esperienza per Tito Gobbi su un palcoscenico fu nel 1935, a Gubbio, interpretando il Conte Rodolfo in La sonnambula di Vincenzo Bellini. Successivamente vinse il Concorso Internazionale di Canto a Vienna, a cui seguì I condottieri, il primo dei suoi 26 film, e una borsa di studio al Teatro alla Scala di Milano.Nel 1937 debuttò come Giorgio Germont in La traviata di Giuseppe Verdi al Teatro Adriano di Roma. Sotto la guida e direzione di Tullio Serafin, preparò molti ruoli, fra cui alcuni che sarebbero stati fondamentali per la sua carriera. Andando avanti con gli anni, il suo repertorio cominciò a diventare molto vasto, fino a che giunse a comprendere oltre 136 personaggi in più di 100 opere liriche di epoche diverse, da Claudio Monteverdi ai contemporanei (Pizzetti, Wolf-Ferrari, Berg, Weill, Respighi, Verdi e dei compositori veristi ecc. Jon Vickers e Mario Del Monaco sono stati i suoi partners storici nell'Otello di Verdi), e infine due suoi grandi amici, Giuseppe Di Stefano e Maria Callas. Con Maria Callas cantò molte recite di Tosca, due in studio e molte dal vivo. Tito Gobbi e Maria Callas erano grandi amici e lavorarono molto spesso insieme.La sua voce divenne, verso gli anni '50, più scura e potente, tale da consentirgli di cimentarsi anche nelle opere di Richard Wagner: infatti interpretò anche l'Araldo del Re nel Lohengrin, Melot nel Tristan und Isolde, etc. Cantò poi musica del classicismo, di Carl Maria von Weber e Wolfgang Amadeus Mozart. Si presentò al Teatro dell'Opera di Roma per cantare Il franco cacciatore di Weber nel 1940 e al Festival di Salisburgo nel 1950, come Don Giovanni nell'omonima opera di Mozart .Dal 1952 al 1964 cominciò a fare molte incisioni in studio, soprattutto a Teatro alla Scala, tra cui Tosca (De Sabata, 1953, e tante altre ancora. Poi verso la fine della sua carriera fu Don Giovanni sotto Colin Davis a Londra nel 1967, sotto Ferdinand Leitner a Chicago nel 1969 e sotto Oliviero De Fabritiis a Lisbona nel 1971.La sua fama è rimasta legata a molti ruoli: oltre quelli già citati, vanno ricordati almeno Renato in Un ballo in maschera, Cinna in La Vestale di Gaspare Spontini, ecc. Ma il ruolo da lui più frequentato è stato quello del Barone Scarpia (circa 900 recite) nella Tosca di Giacomo Puccini, a fianco delle più grandi interpreti: particolarmente memorabili le recite con Renata Tebaldi e con Maria Callas, con le quali sono stati raggiunti livelli espressivi e vocali veramente rari.Un altro ruolo che lo ha reso famoso è Jago nell'Otello di Verdi (circa 500 recite) .Dell'arte di Tito Gobbi restano molti documenti: incisioni in studio di arie e di due opere complete, oltre a moltissime registrazioni "live"; restano anche alcuni film, in particolare quelli d'opera degli anni '40-'50: Il barbiere di Siviglia, Rigoletto, La forza del destino, Pagliacci - Amore tragico (con Gina Lollobrigida), L'elisir d'amore, Cavalleria rusticana, ecc. In quell'epoca questi e altri film musicali contribuivano molto alla popolarità dei cantanti lirici. Il suo studio del personaggio aveva una forte connotazione visiva: disegnava le caratteristiche fisiche di ogni personaggio con un po' di caricature, realizzando poi sempre da sé i trucchi. Fino al 1979 continuò a cantare nelle sue stesse produzioni. In più di un'occasione disegnò anche le scene e i costumi delle sue produzioni. A tutto questo si affiancò, dal 1973, l'insegnamento: varie masterclass live, in America (Rosary College e Juilliard School) e in vari paesi d'Europa, anche in Italia a Firenze (Villa Schifanoia) e ad Asolo, formando un gran numero di artisti, conquistati non solo dalla ricchezza della sua conoscenza, ma dal modo di trasmetterla. Egli stesso desiderava che i giovani amassero l'opera, come testimoniano queste frasi:
"Io penso e credo che sia mio dovere trasferire alle giovani generazioni quello che io ho avuto la fortuna di apprendere in più di quarant'anni di carriera. Non credo che il patrimonio d'esperienza che ho accumulato debba sparire con me".
"Il mio obiettivo è di affinare il talento dei giovani cantanti per farne degli interpreti, i cantanti-attori che voleva Verdi. Io insegno lasciando spazio allo sviluppo della personalità artistica degli allievi e alla loro interpretazione".
Il suo ultimo ruolo in teatro è stato il Narratore in Le Villi di Puccini nel 1979, con la sua regia e con il direttore Lorin Maazel (incisione che ha vinto il Grammy Award). Il suo ultimo debutto in quanto alla regia è stato di Ernani, a Napoli nel 1982. Scrisse anche due libri: My life (1979) ("La mia vita", 1985) e Tito Gobbi on his world of Italian opera (1984). Fra i suoi hobby, il disegno e la pittura, coi soggetti e le tecniche più vari: unendo questa abilità a un fine senso dell'umorismo, faceva anche divertenti caricature; amava la cucina, le automobili e gli animali: fra i suoi "animaletti da compagnia" ci fu anche un leone.
E' morto a Roma il 5 marzo del 1984.