il tema appare proprio obbligato dal calendario...
e non può che essere... la
Lunedì è infatti la...
Pertanto sospendiamo per questa domenica
la quadrilogia dedicata all'amore umano.
8 Marzo però da considerare
non come giorno d'eccezione bensì come normale conferma
di un rapporto sereno e paritario tra i sessi...
Dunque giorno da dedicare al ricordo dei sacrifici
fatti dalle donne nel secolo scorso
per raggiungere la parità dei diritti
Non c'è chi non possa vedere infatti i grandi progressi
compiuti dalla donna nella nostra società negli ultimi decenni
benché resistano ahimé
sacche d'incultura e di violenza nei suoi confronti...
C'è anche qualche tentativo di tornare indietro...
ma non è questa la sede per discorsi sociologici.
Dunque la donna... in tutti i suoi aspetti
è il tema delle poesie di questa domenica.
Non sono moltissime le poesie che parlano specificamente
della donna come donna.. ma ce ne sono...
ed io ho scelto le prime 2 che mi appaiono emblematiche e profonde
e le ultime 2 che sono veri e propri inni all' - altra metà del cielo-
... ed in mezzo un'originalissima poesia
d'un (apparentemente) inconsueto Prevert.
Come sempre sarà bello leggere le poesie
che sul tema amate voi...
MILIONI DI DONNE
Adriana Scarpa
Milioni di donne dipanano la vita nel chiuso di pareti stinte. Il pianto del bambino di notte le unisce all'uomo di fianco e divide per la sacralità del suo sonno. Poi viene il tempo di fare la riga ai capelli e riannodare le trecce sciolte, viene il tempo di soffiare nasi e lavare ginocchia sbucciate. Milioni di donne - così - ad aspettare partenze e distacchi: ed è sempre l'alba - ai risvegli il volto è sempre bianco di stanchezza. Ancora milioni di donne non sanno i respiri di betulla - soltanto la fatica dei giorni - non sanno i desideri e le braccia ma solo gli affanni e i ventri svuotati che crescono silenzi nei corpi sconfitti.
D O N N A Madre Teresa di Calcutta
Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni…. Però ciò che è più importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno. Dietro ogni linea di arrivo c`è una linea di partenza. Dietro ogni successo c`è un`altra delusione. Fino a quando sei viva, sentiti viva. Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo. Non vivere di foto ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni. Non lasciare che si arruginisca il ferro che c`e` in te. Fai in modo che invece che compassione,
ti portino rispetto. Quando a causa degli anni non potrai correre,
cammina veloce. Quando non potrai camminare veloce, cammina. Quando non potrai camminare, usa il bastone. Però non
trattenerti mai!!!
IL MAZZO DI FIORI Jacques Prévert
Che fai laggiù bambina Con quei fiori appena colti Che fai laggiù ragazza Con quei fiori che sbiadiscono Che fai laggiù bella donna Con quei fiori che appassiscono Che fai laggiù già vecchia Con quei fiori che muoiono
D O N N A
Eliomar Ribeiro de Souza
Nel tuo esserci l'incanto dell'essere, La vita, tua storia, segnata dal desiderio d'essere semplicemente donna!
Nel tuo corpo ti porti, come nessun altro, il segreto della vita!
Nella tua storia la macchia dell'indifferenza, della discriminazione, dell'oppressione… in te l'amore più bello, la bellezza più trasparente, l'affetto più puro che mi fa uomo!
D O N N A
Tagore
Donna, non sei soltanto l' opera di Dio, ma anche degli uomini, che sempre ti fanno bella con i loro cuori.
I poeti ti tessono una rete con fili di dorate fantasie; i pittori danno alla tua forma sempre nuova immoralità.
Il mare dona le sue perle, le miniere il loro oro, i giardini d' estate i loro fiori per adornarti, per coprirti, per renderti sempre più preziosa.
Il desiderio del cuore degli uomini ha steso la sua gloria sulla tua giovinezza. Per metà sei donna, e per metà sei sogno.
Tu mi portasti un po' d'alga marina nei tuoi capelli, ed un odor di vento, che e corso di lontano e giunge grave d'ardore, era nel tuo corpo bronzino: oh la divina semplicità semplicità delle tue forme snelle no amore non spasimo, un fantasma, un'ombra della necessità che vaga serena e ineluttabile per l'anima e la disciolglie in gioia, in incanto serena perchè per l'infinito lo scirocco se la possa portare. Come è piccolo il mondo e leggero nelle tue mani!
Greve o donna, è il tuo paniere di Rabindranath Tagore
Affonda i piedi stanchi nell'acqua. Il vento di mezzodì ti passerà le dita fra le chiome; le colombe gemeranno le lor nenie suadenti al sonno, le fronde bisbiglieranno i segreti che s'annidano nelle ombre. Che importa se le ore trascorrono e tramonta il sole? e attraverso la desolata landa la via si perde nella luce vanente? Laggiù è la mia casa, presso la siepe del biancospino in fiore; Preparerò un letto, e accenderò una lampada. Sul mattino, quando gli uccelli sian destati dall'affannarsi dei mungitori delle mucche, io sveglierò anche te.
Donne appassionate di Cesare Pavese
Le ragazze al crepuscolo scendendo in acqua, quando il mare svanisce, disteso. Nel bosco ogni foglia trasale, mentre emergono caute sulla sabbia e si siedono a riva. La schiuma fa i suoi giochi inquieti,lungo l'acqua remota.
Le ragazze han paura delle alghe sepolte sotto le onde, che afferrano le gambe e le spalle: quant'è nudo, del corpo. Rimontano rapide a riva e si chiamano a nome, guardandosi intorno. Anche le ombre sul fondo del mare, nel buio, sono enormi e si vedono muovere incerte, come attratte dai corpi che passano. Il bosco è un rifugio tranquillo, nel sole calante, più che il greto, ma piace alle scure ragazze star sedute all'aperto, nel lenzuolo raccolto.
Stanno tutte accosciate, serrando il lenzuolo alle gambe, e contemplando il mare disteso come un prato al crepuscolo. Oserebbe qualcuna ora stendersi nuda in un prato? Dal Mare balzerebbero le alghe, che sfiorano i piedi, a ghermire e ravvolgere il corpo tremante. Ci son occhi nel mare, che traspaiono a volte.
Quell'ignota straniera, che nuotava di notte sola e nuda, nel buio quando la luna, è scomparsa una notte e non torna mai più. Era grande e doveva esser bianca abbagliante perchè gli occhi, dal fondo del mare, giungessero a lei.
La donna di Totò
Chi l'ha criata è stato nu grand'ommo nun ' o vvoglio sapé, chi è stato è stato; è stato 'o Patetemo? E quanno, e comme? Ch'avite ditto? 'O fatto d' 'a custata? ma ' a femmena è ' na cosa troppo bella, nun 'a puteva fà cu' 'a custatella! Per carità, non dite fesserie! mò v' 'o ddich'io comm' è stata criata: è stato nu lavoro' e fantasia, è stata 'na magnifica trovata, e su questo non faccio discussione; chi l'ha criata è gghiuto 'int' 'o pallone!
Maternità di Cesare Pavese
Questo è un uomo che ha fatto tre figli: un gran corpo poderoso, che basta a se stesso; a vederlo passare uno pensa che i figli han la stessa statura. Dalle membra del padre (la donna non conta) debbon esser usciti, già fatti, tre giovani come lui. Ma comunque sia il corpo dei tre, alle membra del padre non manca una briciola né uno scatto: si sono staccati da lui camminandogli accanto. La donna c'è stata, una donna di solido corpo, che ha sparso su ogni figlio del sangue e sul terzo c'è morta. Pare strano ai tre giovani vivere senza la donna che nessuno conosce e li ha fatti, ciascuno, a fatica annientandosi in loro. La donna era giovane e rideva e parlava, ma è un gioco rischioso prender parte alla vita. è così che la donna c'è restata in silenzio, fissando stravolta il suo uomo. I tre figli hanno un modo di alzare le spalle che quell'uomo conosce. Nessuno di loro sa di avere negli occhi e nel corpo una vita che a suo tempo era piena e saziava quell'uomo. Ma, a vedere piegarsi un suo giovane all'orlo del fiume e tuffarsi, quell'uomo non ritrova più il guizzo delle membra di lei dentro l'acqua, e la gioia dei due corpi sommersi. Non ritrova più i figli se li guarda per strada e confronta con sé. Quanto tempo è che ha fatto dei figli? I tre giovani vanno invece spavaldi e qualcuno per sbaglio s'è già fatto un figliolo, senza farsi la donna.
Donna in tram di Sandro Penna
Vuoi baciare il tuo bimbo che non vuole: ama guardare la vita, di fuori. Tu sei delusa allora, ma sorridi: non è l'angoscia della gelosia anche se già somiglia egli all'altr'uomo che per «guardare la vita, di fuori» ti ha lasciata così...
A una passante di Charles Baudelaire
Attorno m'urlava. la strada assordante. Alta, sottile, in lutto, nel dolor regale, una donna passò, alzando con superba mano e agitando, la balza e l'orlo della gonna; agile e nobile, con le gambe statuarie.
Ed io le bevevo, esaltato come un folle, nell'occhio, cielo livido presago d'uragano, dolcezza che incanta e piacere che dà morte.
Un lampo...poi la notte! Bellezza fugace, il cui sguardo m'ha ridato vita a un tratto, nell'eternità solamente potrò rivederti?
Altrove, lontano, troppo tardi, mai forse! Perché ignoro dove fuggi, e tu dove io vada, o te che avrei amato, o te che lo sapevi!
LA DONNA CHE PREFERISCO di Marco Valerio Marziale
Tu mi domandi, o Flacco, quale tipo di donna vorrei per me e quale non vorrei? Non troppo compiacente la vorrei e non troppo scontrosa. Le qualità intermedie preferisco: che non mi stia lì a tormentare e non mi sazi subito di sé.
"...La donna ha mani dal tocco leggero e potente, mani in grado di tessere tele infinite d'amore e pazienza e compassione e perdono. La donna ha piedi ancorati al suolo per attingere l'energia della Madre Terra e distribuirla ad altri, piedi che sanno camminare e camminare e camminare per trovare le Verità più nascoste e che sanno poi danzare per condividere le verità con il cielo. La donna ha un ventre che può generare, accogliere, nutrire e partorire, ha un ventre caldo e magico che è stato scelto per deporvi il seme della vita. La donna ha seni morbidi che danno cibo, calore, riposo, coccole e gioia, seni in cui l'anima neonata può ritrovare l'abbraccio divino appena perduto. La donna ha un corpo che canta la vita e i suoi continui passaggi di gioia e dolore, di morte e rinascita, un corpo che sa,da sempre sa, che in questa fusione di opposti è il potere della Luce nascosta, quella che può conquistare qualsiasi amante, nutrire quasiasi figlio, ripartorire la vita fisica, psichica e spirituale ogni qualvolta sia necessario. La donna sa, se solo vuole sapere, sa." [Loretta Martello]
Ludovico Ariosto La bella donna mia d'un sì bel fuoco, e di sì bella neve ha il viso adorno, ch'Amor, mirando intorno qual di lor sia più bel, si prende giuoco. Tal è proprio a veder quell'amorosa fiamma che nel bel viso si sparge, ond'ella con soave riso si va di sue bellezze inamorando; qual è a veder, qualor vermiglia rosa scuopra il bel paradiso de le sue foglie, allor che 'l sol diviso da l'oriente sorge il giorno alzando. E bianca è sì come n'appare, quando nel bel seren più limpido la luna sovra l'onda tranquilla coi bei tremanti suoi raggi scintilla. Sì bella è la beltade che in quest'una mia donna hai posto, Amor, e in sì bel loco, che l'altro bel di tutto il mondo è poco.
NAZIM HIKMET Benvenuta donna mia
Benvenuta, donna mia, benvenuta! certo sei stanca come potrò lavarti i piedi non ho acqua di rose nè catino d'argento, certo avrai sete non ho bevanda fresca da offrirti, certo avrai fame e io non posso apparecchiare una tavola con lino candido, la mia stanza è povera e prigioniera come il nostro paese. Benvenuta, donna mia, benvenuta! hai posato il piede nella mia cella e il cemento è divenuto prato, hai riso e rose hanno fiorito le sbarre, hai pianto e perle son rotolate sulle mie palme, ricca come il mio cuore cara come la libertà è adesso questa prigione. Benvenuta, donna mia, benvenuta!
Carissime amiche, dedico a tutte voi questa bellissima canzone
cantata da Fiorella Mannoia che penso spieghi bene la "dimensione donna"!