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De: solidea (Mensaje original) |
Enviado: 15/03/2010 09:07 |
Cesare Beccaria
Cesare Bonesana, marchese di Beccaria
figura di spicco dell'Illuminismo, legato agli ambienti intellettuali milanesi.
Di nobile e ricca famiglia nacque a Milano figlio di Giovanni Saverio di Francesco, e di Maria Visconti di Saliceto, il 15 marzo 1738, studiò a Parma, poi a Pavia dove si laureò nel 1758. Si sposò contro la volontà del padre nel 1760, con l'allora sedicenne Teresa Blasco nata a Rho nel 1734 e morta il 14 marzo 1774, dalla quale ebbe quattro figli: Giulia Beccaria (1762-1841), Maria Beccaria (1766 - 1788 ),Giovanni Annibale 1767 e Margheritanato 1772. natie morti.Dopo appena 82 giorni di vedovanza sposò in seconde nozze suscitando grande scalpore, Anna dei Conti Barnaba Barabò, dalla quale ebbe un altro figlio, Giulio Beccaria. Il suo avvicinamento all'Illuminismo avvenne dopo la lettura delle Lettere persiane di Montesquieu.Fece parte del cenacolo dei fratelli Pietro ed Alessandro Verri, collaborò alla rivista Il Caffè e contribuì a creare l'Accademia dei Pugni nel 1762, fondata secondo un suo concetto della educazione dei giovani mirante a rispettare i suoi concetti di legalità. Cesare Beccaria pensava che l'uomo acculturato fosse meno incline a commettere delitti. Fu stimolato in particolare da Alessandro Verri, protettore dei carcerati, ad interessarsi alla situazione della giustizia. Dopo la pubblicazione di alcuni articoli di economia, diede alle stampe (inizialmente anonimo) nel 1764 Dei delitti e delle pene, breve scritto che ebbe enorme fortuna in tutta Europa ed in particolare in Francia, dove incontrò l'apprezzamento entusiastico dei filosofi dell'Encyclopédie e di Voltaire e dei philosophes più prestigiosi che lo tradussero (la versione francese è opera dell'abate filosofo André Morellet, con le note di Denis Diderot)L'opera venne messa all'Indice dei libri proibiti nel 1767, a causa della distinzione tra peccato e reato.Beccaria viaggiò in Europa, venendo accolto con entusiasmo soprattutto a Parigi. Tornato a Milano, divenne professore di Scienze Camerali (economia politica), mentre cominciò a progettare una grande opera sulla convivenza umana, mai completata. Entrato nell'amministrazione austriaca, nel 1771, fu nominato membro del Supremo Consiglio dell'Economia, carica che ricoprì per oltre vent'anni, contribuendo alle riforme asburgiche, criticato per questo da amici come Pietro Verri, che gli rimproveravano di essere diventato un burocrate. Morì a Milano il 28 novembre 1794 a causa di un ictus, all'età di 56 anni, e fu sepolto nel cimitero di San Gregorio. Pietro Verri deplorò il fatto che i fogli cittadini non avessero inserito nemmeno una riga di encomio in occasione della sua morte.La figlia Giulia fu la madre di Alessandro Manzoni.
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Il suo grande messaggio di civiltà...
che portava all'avanguardia l'italia in Europa...
e del quale dobbiamo essergli grati...
è oggi ahimé messo in discussione
da un tentativo di retrocedere nei diritti di ciascuno...
per tornare alla spietata legge del taglione...
che non aveva certo nei secoli passati...
mai risolto alcun problema...
Orso Tony |
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