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MUSICA CLASSICA: EFFETTO MOZART
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جواب  رسائل 1 من 4 في الفقرة 
من: Tony Kospan  (الرسالة الأصلية) مبعوث: 06/04/2010 15:43
 
EFFETTO MOZART
ovvero
EFFETTI DELL'EDUCAZIONE MUSICALE
 
 
 
 
 
 

Realtà scientifica o mistificazione dei media?

Nuovi studi riportano in una dimensione più realistica gli effetti dell’educazione musicale.

"Che la musica influenzi l'umore è cosa nota. Meno risaputo è che la musica possa agire direttamente sull'organismo modificando il nostro stato emotivo, fisico e mentale. Questo fenomeno - chiamato effetto Mozart - non si verifica solo ascoltando le sinfonie del grande Amadeus, ma anche i canti gregoriani, un certo tipo di jazz e di pop, i ritmi sudamericani, le armonie new age e persino un po di sano e robusto rock'n'roll."

Queste citazioni sono prese dalla presentazione all’edizione italiana del libro di Don Campbell "Effetto Mozart".

 

 

Dello stesso autore sono in vendita numerosi CD che l’autore pubblicizza affermando "Le vostre orecchie, la vostra voce e il vostro repertorio musicale sono il più potente strumento di cura a vostra disposizione".

Le potenzialità terapeutiche della musica ci vengono insomma presentate come un dato certo ed acquisito, una realtà scientifica. Ma è davvero così?

Ripercorriamo insieme la storia del cosiddetto "Effetto Mozart" e scopriremo un’interessante miscela di dati scientifici, distorsioni mediatiche ed interessi commerciali.

Successivamente alla pubblicazione dei lavori della Rauscher i media, interpretando superficialmente i dati oggettivi e non prestando attenzione al dibattito scientifico in corso, instillarono nel grande pubblico l’idea che bastasse ascoltare Mozart per diventare più intelligenti.

Un po' come quando da giovani studenti si mette il libro sotto al cuscino nella speranza, la mattina dopo, di sapere la lezione.

E’ facile comprendere che esiste una chiara differenza tra l’ascolto passivo di musica classica, fulcro del lavoro originale della Rauscher, ed gli effetti di una sistematica educazione musicale.

Quest’ultima richiede periodi prolungati di attenzione, una pratica quotidiana, l’apprendimento di una complessa simbologia, la memorizzazione di ampi passaggi musicali, ed inoltre, specie nella musica strumentale, la progressiva padronanza di raffinate abilità motorie.

Questo, specie se avviene nell’infanzia, un periodo di grande plasticità neuronale, può avere significativamente influenzare lo sviluppo cognitivo del bambino.

Tuttavia non possiamo assumere a priori che l’insegnamento di uno strumento musicale sia di per sé più efficace di un corso di informatica di base o di una lingua straniera, sebbene per alcuni bambini probabilmente possa essere più divertente.

Vari studi hanno verificato un legame tra partecipazione a corsi di musica in età prescolare e IQ.

Tuttavia una correlazione tra due eventi non implica di per sé un rapporto di causa ed effetto.

Dobbiamo quindi correre ad iscrivere i nostri figli ad un corso di musica? Perché no! Di certo ne risulteranno arricchiti.

Ma non aspettiamoci di ritrovare un piccolo Einstein al nostro tavolo.

Godiamoci quindi l’ascolto di un brano di Mozart, ben venga un incremento dell’attenzione all’educazione musicale nei curricula scolastici, ma non aspettiamoci di guarire da una malattia o di diventare improvvisamente studenti più brillanti...

 

Si godiamocela davvero questa Sonata K279

 

  

 

WEB - Estratto da un articolo di Bruna Pelucchi - ImpagInazione T.K.

 

Ciao da Tony Kospan



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جواب  رسائل 2 من 4 في الفقرة 
من: Tony Kospan مبعوث: 06/04/2010 15:49
 
BELLISSIMA COMPOSIZIONE DI MUSICA E NATURA...
ANCHE QUI... L'EFFETTO MOZART...
 
ASCOLTATE E VEDETE...
VI SENTIRETE MEGLIO...
 


جواب  رسائل 3 من 4 في الفقرة 
من: MOTHERSIXTEN مبعوث: 06/04/2010 16:43
 
IL POTERE DELLA MUSICA
I primi studi sulle risposte emotive alla musica risalgono al 1936, quando la psicologa e musicologa Kate Heiner dimostrò che vi sono due elementi essenziali che il nostro cervello utilizza per elaborare una risposta emozionale alla musica: il MODO, cioè la tonalità (Maggiore/minore), e il TEMPO, cioè la velocità di esecuzione (Veloce/lento).
Si è così notato che dalla combinazione del modo e del tempo l’uomo ricava delle emozioni che possiamo definire UNIVERSALI.

La chiave di lettura è la seguente:
Modo maggiore/tempo lento  = serenità 
Modo maggiore/tempo veloce  = allegria, euforia, esaltazione 
Modo minore/tempo lento  = tristezza, malinconia 
Modo minore/tempo veloce  = paura, dramma, angoscia
 
Che queste risposte emotive siano comuni a tutti, è dimostrato da un altro importante esperimento compiuto in tempi più recenti all’università di Montreal da Isabelle Peretz: questa studiosa ha registrato le modificazioni indotte dalla musica su vari parametri fisiologici, come la pressione del sangue, la frequenza cardiaca e la conduzione elettrica della pelle (la cosidetta reazione elettrodermica).
In questo esperimento un gruppo di soggetti è stato sottoposto all’ascolto di diversi brani musicali che erano classificati come allegri, sereni, paurosi, tristi.
Ebbene, si è dimostrato che le musiche producevano il medesimo effetto in tutti gli ascoltatori, indipendentemente dal giudizio soggettivo sul tipo di emozione suscitata.
Ad esempio i brani classificati come paurosi erano quelli che determinavano la maggiore reazione cutanea, caratterizzata da un rilevante incremento della sudorazione.
Il fatto che queste risposte fisiologiche siano indipendenti dai giudizi soggettivi dimostra che l’ascoltatore non è necessariamente consapevole dell’effetto che la musica esercita su di lui e ci fa intravedere quale potere la musica abbia sui nostri comportamenti.
Ulteriori notizie dal web
 
 
 

جواب  رسائل 4 من 4 في الفقرة 
من: Tony Kospan مبعوث: 06/04/2010 19:46
Grazie Annamaria per l'arricchimento del post
con contenuti davvero interessanti...
 
 
W la musica che ci accompgna nella nostra vita...
 
Orso Tony


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