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RACCONTI - FAVOLE - LEGGENDE: La storia della bambola
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: primula46  (Mensaje original) Enviado: 04/05/2010 13:28

Il bello di Kafka è che non lo perdi più. Quando ti sei tuffato nella sua opera non la dimentichi.

E più cose sai della sua vita, e più la sua opera assume interesse. Kafka non era solo un grande scrittore, era anche un uomo eccezionale. Mai sentita la storia della bambola?

L'obiettivo è provare che Kafka era effettivamente un individuo straordinario. Perché partire proprio da questa storia? Non lo so…ma ecco la storia della bambola ... Dunque, è l'ultimo anno della vita di Kafka, il quale si è innamorato di Dora Diamant, una ragazza di diciannove o vent' anni che è fuggita dalla Polonia lasciando la sua famiglia di ebrei e ora vive a Berlino. Ha la metà dei suoi anni, ma è lei che gli dà il coraggio di andarsene da Praga ... una cosa che lui desiderava da tempo ... e diventa la prima e unica donna con cui Kafka abbia convissuto. Arriva a Berlino nell’autunno del 1923, e la primavera dopo muore, però quei pochi mesi sono probabilmente i più felici della sua vita. Malgrado Il deperimento della salute. Malgrado i problemi sociali di Berlino: la scarsità di generi alimentari, violenza politica, l'inflazione più alta della storia tedesca. Malgrado la certezza di avere ancora poco da vivere.

Tutti i pomeriggi Kafka va a fare una passeggiata nel parco. Generalmente lo accompagna Dora. Un giorno incontrano una bambina in lacrime, che singhiozza da farsi scoppiare il petto. Kafka le chiede cosa c'è che non va e la bambina risponde che ha perso la sua bambola. Lui subito comincia a inventare una storia per spiegarle l'accaduto. «La tua bambola è andata a fare un giro», le dice. Lei gli chiede: «E tu come lo sai?» «Perché mi ha scritto una lettera», le risponde Kafka. La bambina sembra sospettosa. «Ce l'hai qui?» gli domanda.« No, mi spiace, - fa lui. - L'ho, lasciata a casa per sbaglio, ma domani la porterò con me». E’ cosi convincente che la bambina non sa più cosa pensare. Possibile che quell’uomo misterioso stia dicendo la verità?

Kafka torna subito a casa per scrivere la lettera. Si siede a tavolino e Dora, osservandolo mentre scrive, nota la stessa serietà, la stessa tensione che mostra quando sta componendo una sua opera. Non vuole prendere in giro la bambina .

Questa è una vera fatica letteraria, e lui è ben deciso a compierla nel migliore dei modi. Se riuscirà a presentare alla bambina una bugia bellissima, e convincente, sostituirà la bambola perduta con una realtà diversa: falsa, forse, ma veritiera e credibile secondo le leggi della narrativa.

L'indomani Kafka si precipita al parco con la lettera. La bambina lo sta aspettando, e dato che non ha ancora imparato a leggere gliela legge lui ad alta voce. La bambola è molto spiacente, ma si è stancata di vivere sempre con le stesse persone. Ha bisogno di muoversi e di vedere il mondo, di fare nuove amicizie. Non è che non voglia bene alla bambina, però desidera cambiare aria, perciò dovranno separarsi per qualche tempo. Infine la bambola promette che scriverà alla bambina ogni giorno e la terrà al corrente di quello che sta facendo.

È da qui che la storia comincia a farmi venir voglia di piangere. Già è incredibile che Kafka si sia preso il disturbo di scrivere quella prima lettera, ma ora si dedica al progetto di scriverne una nuova ogni giorno ... al solo scopo di consolare la bambina, che fra l'altro per lui è una perfetta estranea, un esserino incontrato per caso un pomeriggio in un parco. Che tipo di uomo fa una cosa simile? E’andato avanti per tre settimane. Tre settimane. Uno degli scrittori più geniali che siano mai vissuti ha sacrificato il suo tempo ... un tempo sempre più scarso e prezioso ... per comporre le lettere immaginarie di una bambola smarrita. Secondo la testimonianza di Dora scriveva ogni frase con una cura maniacale del dettaglio, e la sua prosa era precisa, spiritosa e avvincente. In parole povere, era la prosa di Kafka, e lui per tre settimane andò tutti i giorni al parco e scrisse ogni volta una nuova lettera alla bambina. La bambola diventa grande, va a scuola, conosce altre persone. Continua a ripetere alla bambina che le vuole bene, ma allude a certe complicazioni che le rendono impossibile il ritorno. A poco a poco Kafka prepara la bambina per il momento in cui la bambola sparirà dalla sua vita per sempre. Si spreme per creare un finale soddisfacente temendo che se non lo troverà si possa rompere l'incantesimo. Dopo aver vagliato alcune ipotesi, alla fine decide di far sposare la bambola. Descrive Il giovanotto di cui lei s’innamora, la festa di fidanzamento, le nozze in campagna, perfino la casa dove ora abitano la bambola e suo marito. E poi, nell'ultima riga, la bambola dice addio alla sua vecchia e affezionata amica.

Ma a questo punto naturalmente la bambina non sente più la mancanza della bambola. Kafka le ha dato in cambio qualcos’altro, e alla fine delle tre settimane le lettere l'hanno guarita dal suo cruccio. Lei ha la storia, e quando una persona è abbastanza fortunata da vivere all'interno di una storia da vivere in un mondo immaginario, i dolori di questo mondo svaniscono. Perché fino a quando la storia continua, la realtà non esiste più.

Grazia



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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: solidea Enviado: 04/05/2010 14:07
 

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: jiuy Enviado: 04/05/2010 16:21
E' stupefacente pensare all'autore de "La metamorfosi" intento a consolare una bambina fingendosi "il postino delle bambole" capace di inventarsi un'avventura per ogni lettera per tre settimane. Ogni giorno, quando «le lancette dell’orologio del campanile erano unite», il Postino delle bambole, Franz Kafka, consegnava a Elsi(la bambina), una lettera di Brigida(la bambola), una lettera scritta da lui stesso, febbrilmente, con devozione, senso di responsabilità, nella consapevolezza che «coi bambini non si scherza». Ogni lettera un’avventura. Brigida saltava da un continente all’altro in un batter d’occhio, ora si trovava a uno spettacolo teatrale a Soho, ora a passeggio nel Bois de Boulogne, ora in gondola a Venezia e poi in Spagna, Grecia, Ungheria, e poi in mongolfiera, e poi a Pechino, Tokio, New York, Bogotà, fino al Nilo, alle piramidi. Fogli pieni di parole scelte con cura e lettere intrecciate con tenerezza. Alchimie di segni, suoni ed emozioni. Il mondo ridotto a un fazzoletto per Brigida, una bambola così amata e seguita con trepidazione dalla sua padroncina da sentirsi felice e libera di assaporare i misteri della crescita, sino a diventare una bambola innamorata che se ne va, verso una delle tante strade della vita. L’autore capisce come per Elsi, di fronte alla perdita della sua bambola, fosse importante trovare un ponte, un’illusione che la sostenesse e la preparasse al distacco, al primo scontro con la realtà. In gioco erano la capacità di credere, di fidarsi e la speranza: la cosa più sacra nella vita. La lettera, il foglio di carta, ben si presta, allora, a costruire, con lo stupore e la meraviglia, il volo dell’immaginazione che trasfigura l’oggetto concreto, la bambola, in fantasia condivisa fra il grande uomo e una minuscola bambina.
Molto bella la storia che proponi Grazia, l'ho integrata con articoli trovati sul web.
Baci
Giusy
 


Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 07/05/2010 15:17
BELLISSIMO EPISODIO E GRANDISSIMO KAFKA...
 

 
UN'UMANITA' CHE GLI FA DAVVERO ONORE...
 
CONDIOVIDO CHE ERA UN GENIO...
 
ORSO TONY


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