PICCOLA STORIA DELLA BAMBOLA
DALL'ARGILLA A... BARBIE
La bambola è considerata il giocattolo più antico del mondo.
Immagine antropomorfa, replica più o meno fedele dell'uomo, la bambola vive la sua vicenda storica perduta nel tempo e già nell'antichità non manca di ispirare filosofi e poeti.
Per Callimaco, ad esempio, nell'"Inno a Cerere", essa rappresenta l'emblema della fragilità umana e la vicenda del protagonista consumato dalla fame insaziabile è paragonata a una bambola di cera che si scioglie al sole.
Plutarco, invece, esprime il dolore per la perdita della giovane figlia Timoxena attraverso la contemplazione delle sue bambole, ricordando i giochi della giovinetta e le cure che dedicava loro.
Il gran numero di bambole trovato nelle sepolture di bambine o giovinette, fin dall'epoca preistorica, fa pensare che si trattassero proprio di giocattoli e non di figure di culto, come si pensava.
Molte dovevano essere fatte di stracci, come le nostre in lenci, altre in terracotta.
Più spesso in legno o avorio, con gli arti snodabili, connessi con filo metallico o perni in osso.
I particolari sono curatissimi, anche nella resa delle dita delle mani e dei piedi, fin nelle unghie.
E inoltre pettinate all'ultima moda.
Talvolta vi è anche il corredo della bambola.
Per le fanciulle greche, poi, il passaggio dalla pubertà all'altare diventava tale con la consacrazione delle bambole ad Artemide: si trattava di un rito che simboleggiava la rinuncia al gioco, quindi all'infanzia e alla verginità, e veniva scandito da cerimonie solenni durante le quali le bambole e i loro corredi, unitamente agli altri giocattoli, venivano offerti alla dea.
bambola in avorio trovata nel
sarcofago di Crepereia Triphaena
Roma - 150/160 d.C.
Inizialmente modellate in argilla, poi costruite in legno con gli arti snodati, a metà strada tra feticcio e figura magica, le bambole nell'antichità erano destinate anche a entrare a far parte dei corredi funebri: ne sono state trovate sia accanto alle mummie egiziane sia nei sarcofagi romani.
Di pezza o legno durante il Medioevo, nel Rinascimento con il raffinarsi delle arti anche le bambole conquistano e consolidano una loro inconfondibile specificità.
Eleonora d'Aragona, duchessa di Ferrara e moglie di Ercole I, acquistò e inviò a Milano ad Anna Sforza, fidanzata undicenne di suo figlio Alfonso d'Este, una bambola con tutto il suo corredo contenuto in cassette e forzieri foderati internamente di seta.
Gli abiti erano opera nientemeno che del primo sarto di corte, Tommaso da Napoli, che realizzò per l'occasione vesti in velluto, damasco, taffettà e broccato d'oro, un tessuto che solitamente era riservato alla confezione dell'abito nuziale delle grandi dame.
Anche presso la corte di Francia, nazione destinata negli anni futuri a diventare capitale del giocattolo, c'erano usanze simili. Nel 1571 la duchessa Claudia di Lorena ordinò le bambole più eleganti di Parigi per donarle alla figlia appena nata della duchessa di Baviera.
Nel fasto delle corti europee seicentesche le bambole, considerate doni eccentrici e oggetti di lusso, continuano a incuriosire soprattutto gli adulti e divennero le protagoniste anche di capricci "regali".
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bambola in cartapesta e legno Inghilterra, 1690
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Il futuro Luigi XIII si divertiva così tanto con tali balocchi che ne ricevette in dono una carrozza piena: rigide e imbustate in corsetti steccati, incorniciate da pesanti gorgiere così come dettava la moda del tempo, quelle bambole erano destinate a suggerire i continui balli e ricevimenti che si susseguivano a corte sancendo il connubio tra bambole e moda, l'una ideale messaggera dell'altra.
Nel XVIII secolo la bambola ha ormai acquisito identità e caratteristiche che ne fanno un oggetto del tutto autonomo. Legata indissolubilmente alla moda, diviene manichino per provare le sontuose toilette, le acconciature e i gioielli in quelle corti ove i dettagli dell'abbigliamento devono essere ben studiati e dosati.
Ma è l'Ottocento il secolo d'oro di queste creature tanto affascinanti.
Passata la Rivoluzione Francese e tramontato l'Ancien Régime, la produzione delle bambole subisce il processo di industrializzazione in perfetta sintonia con le esigenze dei "tempi moderni".
E così vengono impiegati nuovi materiali, quali il biscuit e la porcellana lucida, soprattutto per la realizzazione della testa. Grazie alla lavorabilità della porcellana, infatti, è possibile raggiungere effetti di grande raffinatezza soprattutto nei particolari della decorazione del volto.
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quattro bambole Parie con testa in bisquit - Germania seconda metà del XIX secolo
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La finitura con uno strato di vernice lucida steso prima della cottura, infatti, dà ai loro visi quella lucentezza che le caratterizza ancora oggi e che, unitamente al gusto del dettaglio nella scelta di accessori raffinati come gioielli, guanti e cappelli, le rende veri e propri oggetti da collezionare: esse portano con sé tutto il fascino e l'atmosfera magica di un nostalgico passato che sono, in fondo, l'essenza stessa della bambola.
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bambola con testa in bisquit Jemeau, Francia 1880 coll. Eliana Martinelli
Bambola americana dei primi del '900 |
Contese a suon di milioni nelle numerose aste internazionali tra i collezionisti sparsi in tutto il mondo, le bambole, specialmente quelle antiche prodotte tra l'inizio del XIX secolo e i primi anni del XX, sono oggetti misteriosi il cui fascino è tuttora fonte di interminabili e dotte disquisizioni.
LA BAMBOLA OGGI
L'ESPLOSIONE DI BARBIE LA BAMBOLA CULT
DEGLI ULTIMI 50 ANNI
La bambola più venduta al mondo, vera icona di più generazioni di bambine e non, nasceva infatti il 9 marzo del 1959 negli Stati Uniti dalla casa di produzione di giocattoli "Mattel" e da subito fu un successo planetario.
Barbie è diventata il simbolo del glamour, con i suoi accessori sempre alla moda e la possibilità di cambiare look a secondo delle tendenze, immersa nel suo mondo perfetto, sempre sorridente.
Nell'universo "Barbie" è stato sempre presente il fidanzato storico Ken, ma negli ultimi anni è sparito a favore di una immagine più aggressiva, da single rampate, della bionda.
E come non ricordare i cavalli sempre bellissimi o le "sorelle" di varie razze e colore per cercare di espandere sempre più la bambola in giro per il mondo.
Ma la storia della bambola...
continua... e continuerà...
CIAO DA TONY KOSPAN