Mormorii di ruscelli, lieve palpitare di fronde e bisbigli misteriosi, rompono dolcemente il cupo silenzio della notte, illuminato dal tenue chiarore della luna. Passa il viandante stanco, ed il fuoco tremolante della lanterna che oscilla in armonia con il suo passo cadenzato, gli rischiara la via incerta e malsicura. Ha ancora il pensiero al suo lavoro, da poco lasciato là in quella oscura miniera dove il rintronare continuo dei colpi rochi e profondi, hanno accompagnato fino all´ultimo la sua dura fatica di minatore. Ritorna ora alla sua casa, dopo la giornata trascorsa lontano dal caro nido domestico, in cui certo cinque bocche ridenti hanno atteso invano il ritorno prima di sera. Ma procedendo lentamente, nella notte buia, egli s´avvicina sempre più alla massa scura della vecchia casa che si erge lassù sulla montagna, quasi folle chimera irraggiungibile. E la mano nera e callosa del vecchio minatore stringe con più forza la piccola lanterna di vetro che oscillando lentamente nel vuoto spande il suo chiarore sul suo cammino, e riverbera nel suo spirito una vivida luce di speranza... Letta in web
Vorrei mordere il tempo come il pane. Trovare resistenza, lasciare il segno dei denti. Inghiottirne l'essenza, sentire il nutrimento che dolcemente invade il sangue. Ma il tempo scorre, invisibile fiume. Mi fruscia intorno. A portata di mano mi passa un pesce-favola, una pepita d'oro già risucchiata in vortici.
Il persempre era ormai cortissimo diventato. Quanti Natali erano rimasti? Una manciata. Allora bisognava non sprecare nemmeno un minuto? Sì, bisognava spicciarsi, per questo lei, in fretta, lo adorava.
Tu sei bella, mia bella ed io così innamorato che ti amerò sempre finché seccheranno i mari finché i mari seccheranno e le rocce si scioglieranno al sole ti amerò sempre sempre cara finché scorrono le sabbie della vita.
Se leggi questi versi, dimentica la mano che li scrisse: t’amo a tal punto che non vorrei restar nei tuoi dolci pensieri, se il pensare a me ti facesse soffrire
Dubita che le stelle siano ardore, che il sole ruoti intorno alla sua sfera, dubita che la verità sia vera, ma dubbio non avere del mio amore. Mia cara Ofelia, io non so rimare, mi manca l'arte di dir verseggiando i miei sospiri; ma ch'io t'ami tanto, eccelsa, tu non devi dubitare. Addio, carissima, sempre più tuo, fino all'ultimo dì che sarà suo questo mortale suo congegno, Amleto.
Il nostro amore non si muove Testardo come un mulo Vivo come il desiderio Crudele come la memoria Stupido come i rimpianti Tenero come il ricordo Freddo come il marmo Bello come il giorno Fragile come un bambino