Il tema di questa domenica e' "ORIGINALITA' IN POESIE EDALTRO" beh io parto da "ALTRO" proponento un racconto alquanto originale, e il monologo di Benigni,come al solito eccletico e divertente come sempre:
Il solito pollo. Di Elena Pollastri Incontro il solito pollo , lo saluto senza neanche guardarlo ma poi ripensandoci mi volto verso di lui. Il solito pollo sta beccando distrattamente un piccolo pianeta color cromo. Gli chiedo con gentilezza di non farlo, poiché sul pianeta potrebbero esserci esseri viventi. Il solito pollo mi dà ascolto e comincia a beccarne uno grosso color cinabro. Allora gli chiedo gentilmente di non farlo, poiché pure su quello potrebbero esserci esseri viventi. Il solito pollo mi ascolta e comincia a beccare un pianeta primitivo, informe e senza colore, avvolto da una coltre pesante di metano. Allora gli chiedo gentilmente di non farlo, poiché persino su un pianeta di quel tipo potrebbero esserci esseri viventi. Il solito pollo, ora un po' irritato, mi chiede: - Tu cosa intendi per essere vivente? - Rispondo: - Anche io, che pure tutto comprendo, non saprei risponderti con esattezza, è una cosa così relativa... Come tutto, del resto. Perciò non beccare nessun pianeta; anzi la vita potrebbe esistere anche fuori dai pianeti, forse tutto è vita. - Il solito pollo rifletté un attimo su ciò che gli avevo detto e disse: - Se non mangio morirò ma se tutto vive sempre allora la morte non esiste, però se ciò che tu dici è sbagliato allora certamente non mangiando morirò... Comunque se tutto è vita e quindi la morte non esiste, se mangio qualcosa non posso ammazzare nessuno. Ma se ciò non è vero come ho già detto è certo che non mangiando morirò e questo non mi piace affatto e quindi, sia come sia, continuerò a mangiare. - E il solito pollo mangiò e mangiò e mangiò... E mangiando e mangiando finì per mangiarsi l'intero Universo. E alla fine, dato che aveva ancora molta fame, mangiò anche sé stesso. Tuttavia nessun essere organico si accorse mai di tutto questo, forse perché questa "breve storia" avvenne in effetti nel corso di molti, molti miliardi di anni; forse perché l'unica cosa percepibile dell'immenso pollo galattico era il suo becco: un enorme, incommensurabile, famelico buco nero.
Monologo sulla poesia: LA TIGRE E LA NEVE
"Su su... svelti eh, svelti, veloci... Piano, con calma. Non v'affrettate, eh. Poi non scrivete subito poesie d'amore, eh! Che sono le più difficili, aspettate almeno almeno un'ottantina d'anni eh... Scrivetele su un altro argomento, che ne so su... su... il mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo, ecco, che non esiste una cosa più poetica di un'altra, eh? Avete capito? La poesia non è fuori, è dentro! Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati nello specchio: la poesia sei tu! E vestitele bene le poesie! Cercate bene le parole! Dovete sceglierle! A volte ci vogliono 8 mesi per trovare una parola! Sceglietele, che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere! Da Adamo ed Eva: lo sapete Eva quanto c'ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta? Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa... Ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre! Innammoratevi! Se non vi innammorate è tutto morto! Morto, tutto è... Vi dovete innammorare e diventa tutto vivo, si muove tutto, dilapidate la gioia! Sperperate l'allegria! Siate tristi e taciturni con esuberanza! Fate soffiare in faccia alla gente la felicità! E come si fa? Fammi vedere gli appunti che mi son scordato! Questo è quello che dovete fare! Non son riuscito a leggerli! Per trasmettere la felicità bisogna essere felici, e per trasmettere il dolore bisogna essere... Felici! Siate felici! Dovete patire, stare male, soffrire, non abbiate paura a soffrire, tutto il mondo soffre! Eh? E se non avete i mezzi non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto! Avete capito? E non cercate la novità, la novità è la cosa più vecchia che ci sia. E se il pezzo non vi viene da questa posizione, da questa, da così, beh... buttatevi in terra! Mettetevi così! Eccolo qua... Oh! È da distesi che si vede il cielo! Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima!? Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono! Fatevi obbedire dalle parole! Se la parola... "muro"! "Muro" non vi dà retta... non usatela più per 8 anni, così impara! Che è questo? Boh! Non lo so! Questa è la bellezza! Come quei versi là, che voglio che rimangano scritti lì per sempre! Forza cancellate tutto, che dobbiamo cominciare, la lezione è finita.
Roberto Benigni
Pesce in un acquario A volte sono pesce in un acquario scivolo in un silenzio liquido e respiro. Vedo ombre evanescenti, mi guardano sovente incuriosite, e non sanno che oltre il limite spesso stupide mi appaiono. Clodia
Innamorato
Mi stavo annoiando, bevevo una birra e trascinavo una serata da dimenticare ... poi ti ho vista, ho provato un tuffo al cuore e mi sono ritrovato completamente paralizzato, incapace di controllare qualsiasi tipo di azione, come quando con un computer non puoi fare altro che spegnerlo e riaccenderlo. Fortunatamente è durato poco, questione di qualche attimo, si, mi ero sbagliato, non eri tu Anonimo
Lasciatemi divertire
Tri tri tri, fru fru fru, uhi uhi uhi, ihu ihu ihu. Il poeta si diverte, pazzamente, smisuratamente. Non lo state a insolentire, lasciatelo divertire poveretto, queste piccole corbellerie sono il suo diletto. Cucù rurù, rurù cucù, cuccuccurucù! Cosa sono queste indecenze? Queste strofe bisbetiche? Licenze, licenze, licenze poetiche. Sono la mia passione. Farafarafarafa, tarataratarata, Paraparaparapa, Laralaralarala!
Sapete cosa sono? Sono robe avanzate, non sono grullerie, sono la ... spazzatura delle altre poesie. Bubububu fufufufu Friù! Friù! Se d’un qualunque nesso son prive perchè le scrive quel fesso? Bilobilobilobilobilo blum! Filofilofilofilofilo flum! Bilobù. Filolù. U. Non è vero che non voglion dire, voglion dire qualcosa. Voglion dire... come quando uno si mette a cantare senza saper le parole. Una cosa molto volgare. Ebbene, così mi piace di fare. Aaaaa! Eeeee! Iiii! Ooooo! Uuuuu! A! E! I! O! U! Ma giovinotto, diteci un poco una cosa, non è la vostra una posa, di voler con così poco tener alimentato un sì gran foco?
Huisc... Huiusc... Huisciu... sciu sciu, Sciukoku... Koku koku, Sciu ko ku.
Come si deve fare a capire? Avete delle belle pretese, sembra ornai che scriviate in giapponese.
Abì, alì, alarì. Riririri! Ri.
Lasciate pure che si sbizzarrisca, anzi, è bene che non lo finisca, il divertimento gli costerà caro: gli daranno del somaro.
Labala falala falala... eppoi lala... e lalala, lalalalala lalala.
Certo è un azzardo un po’ forte scrivere delle cose così, che ci son professori, oggidì, a tutte le porte.
Ahahahahahahah! Ahahahahahahah! Ahahahahahahah!
Infine, io ho pienamente ragione, i tempi son cambiati, gli uomini non domandano più nulla dai poeti: e lasciatemi divertire!
A.Palazzeschi
“Notturno 4”
A quanto pare, la notte non porta consigli, ma fascinazioni; in forma di dolci presagi, di tristi abbandoni… …scarlatti; dentro parole complici di sangue, ricordi, illuminazioni… Ed io vorrei, tu sola, nel vuoto inconcluso che c'è, solo per ammirarti; di nuovo orfani, di un tempo tornatoci estraneo, come un qualcosa di mai concesso, che scappato... …come hai fatto tu... Lasciandomi in bocca parole a schiantarsi suicide distratte, per nulla efficaci, e per quanto io possa tornarvici su, son scappate... …come hai fatto tu... La notte ci lascia nudi, smaschera pulsioni; e un pò mi vergogno, schiacciato contro al letto, quando mi ripeti: "...già sappiam che vuol dire cercarci, annusarci, ritrovarci; poi di nuovo estranei, e di nuovo a cercarci;così …ad istinto…"
Giulio Tellarini
Annamaria
|