MI SONO MACCHIATO DI...

 

TUTTA LA VITA CON QUESTO

MARCHIO. EPPURE IO NON HO FATTO

NULLA PER OTTENERLO. UNA VITA

INTERA CON QUESTO PESO ADDOSSO.

TUTTI SI SONO APPROFITTATI DI ME,

DELLA MIA BONTA’. IO GIURO CHE

NON VOLEVO. SEMPRE HO

DESIDERATO ESSERE UN CATTIVO

COME TANTI E FRA TANTI. SOLO COSI’

POTEVO ESSERE LASCIATO IN PACE.

SOLO COSI’ NON MI AVREBBERO

NOTATO, CATTIVO FRA CATTIVI. NEL

MONDO DEL MALE. UNA PECORA

BIANCA FRA LE NERE, ECCO QUELLO

CHE SONO STATO. ORA LO POSSO

DIRE. HO PIU’ DI 50 ANNI E CON

TUTTA QUESTA BONTA’ ADDOSSO MI

SENTO STANCO, STANCO DI VIVERE

DA BUONO. VORREI FARE QUALCOSA

DI MALE, COMPORTARMI DA FETENTE

CON LA GENTE, DIRE LORO DI SI

QUANDO E’ NO E VICEVERSA, MA

ALL’ULTIMO MOMENTO DICO LA

VERITA’. COSI’ CONTINUO A DIRE LA

VERITA’ E TANTI, E TANTISSIMI PER

QUESTO MI ODIANO ED IO SONO

SEMPRE PIU’ SOLO, SEMPRE PIU’

SOLO E TRISTE, BUONO TRA I CATTIVI!

VORREI ESSERE COME TUTTI, CHE

NON MI DICANO ANGELO A DENTI

STRETTI, CHE NON MI RICONOSCANO

E MI ADDITINO PER LA STRADA

DICENDO: GUARDA IL PURO! GUARDA

L’INNOCENTE! GUARDA L’AMORE

IMPERSONIFICATO! IN FONDO MI

ODIANO PERCHE’ NON SONO COME

LORO E MI CONDANNANO. SOTTO

SOTTO LO SO CHE PARLANO DI ME

(UNO DI QUESTI CATTIVI UN GIORNO

SI SENTI’ BUONO E ME LO DISSE)

DICENDO: CHISSA’ QUELLO CHE

NASCONDE QUESTO BUONO PER

ESSERE BUONO. OPPURE: CHISSA’ SE

E’ VERAMENTE BUONO QUESTO CHE

PARE BUONO. O ANCOR PEGGIO:

QUESTO BUONO IN FONDO DEBE

ESSERE PEGGIORE DEI PEGGIORI

CATTIVI ( “LORO” NON SI REPUTANO

CATTIVI E NON SANNO DI ESSERLO, O

SE LO SANNO FINGONO DI NON

ESSERLO). COSI’ HO PASSATO I MIEI

MIGLIORI ANNI, SENZA POTERMI

CORREGGERE, CON QUESTA

“INFAMIA” ADDOSSO! MI SENTO

ISOLATO, TUTTI PER QUESTO MI

HANNO ABBANDONATO, CHISSA’

COME FINIRO’... QUASI, QUASI,

VORREI FINIR “MALE”, ALMENO

POTRANNO DIRE DI ME ALL’ULTIMO

MOMENTO: GUARDA IL BUONO! IN

FONDO NON POTEVA ESSERLO TANTO

PER FINIRE COSI’ MALE! IL DUBBIO IN

LORO SUPEREREBBE LE CERTEZZE E

FINIREBBE COSI’ LA DICERIA DELLA

MIA BONTA’, PERLOMENO DA

MORTO!

Bartolozzi

  "Nascono in momenti particolari, di solitudine, dolore ma anche pura riflessione per crescere ancora una volta.."

 
 
  Che questo non fosse il mondo della perfezione ne ero al corrente.
So anche che questo è il mondo della sofferenza, ma non avrei mai potuto immaginare quanto questa potesse distruggere e devastare l’animo umano.

Non credo però, che non ci sia limite al peggio, perchè il limite lo stabiliamo noi.
Ci sono situazioni e momenti nei quali il mondo diventa pura poesia, ma sono miraggi.

Come i fiori, che splendono rigogliosi in natura, puoi coglierli ma non puoi conservarli, perché perdono la vitalità che avevano nei primi istanti.
Il mio miraggio mi sembrava così vero e puro, troppo perfetto per esser reale, ma era la mia occasione ed era unica, per questo mi sono lasciato trasportare, arrivando a pensare che ci fosse spazio anche per qualcosa di veramente perfetto e magico.
Non è stato così.

Forse non è mai vero, forse viviamo nell’illusione tutta la vita, perché l’uomo prova emozioni diverse e da esse si fa trasportare nelle scelte che non sempre sono giuste, è imperfetto.
È dentro la natura dell’uomo allora che si nasconde la vera colpa della sua infelicità, nella sua imperfezione, ed ogni volta che la riscopre cerca di sfuggirla, ignorarla, di nasconderla ma invano perché è una sua componente.

A questo punto cos’è la felicità?
Spiragli che il mondo lascia intravedere, che danno speranza permettendo all’uomo di sognare e illudersi.
La felicità è molto più sogno che realtà.
Non posso ancora credere che tutto cambi così repentinamente, non posso credere che un sentimento puro ed univoco come l’amore diventi polivalente.
Non posso nemmeno credere che l'amore non esista.

Potrebbe però essere che l’amore sia frutto del mondo e quindi puro e perfetto, ma con l’intervento dell’uomo possa diventare imperfetto perché frutto di una sua manipolazione.
Se l’uomo adatta anche l’amore alle sue esigenze dove finiremo, quale mondo creeremo?
Spero che il mondo del dolore non prenda mai il sopravvento sul mondo della gioia.

L’uomo è il fautore del mondo del dolore, perché ha voluto cambiare a suo piacimento il mondo della gioia.
Avevo tutto, ero invidiato da chi non aveva avuto la mia fortuna, ora sono io ad invidiare i fortunati e a rimpiangere per non aver saputo amministrare la mia.

Ma d’altronde cosa potevo amministrare?
Non si può amministrare qualcosa che non è tuo, perché formato da tasselli differenti e messi insieme da parti diverse.
Non necessariamente questi tasselli sono incompatibili, ma non sono tutti nostri.
Allora il dolore lascia spazio solo ai dolci ricordi che rendono ancora più amara questa mia agonia.
 
Eagleyes