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MONDO DONNA: Tina Modotti
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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: solidea  (Mensaje original) Enviado: 17/08/2010 05:26

Assunta Adelaide Luigia Modotti Mondini
meglio conosciuta come Tina Modotti
è stata una fotografa e attrice italiana.

Nel giugno 1913 lasciò l'Italia e l'impiego nella Fabbrica Premiata Velluti, Damaschi e Seterie Domenico Raiser, per raggiungere il padre, emigrato a San Francisco, dove lavorò in una fabbrica tessile e si dedicò al teatro amatoriale, recitando anche D'Annunzio, Goldoni e Pirandello. Nel 1918 si sposò con il pittore Roubaix "Robo" de l'Abrie Richey. I due si trasferirono a Los Angeles per inseguire la carriera nell'industria del cinema. L'esordio della Modotti è nel 1920, con il film The Tiger's Coat, per il quale venne acclamata anche per il suo "fascino esotico". Grazie al marito conobbe il fotografo Edward Weston.Nel giro di un anno, la Modotti divenne la sua modella preferita e, nell'ottobre 1921, sua amante. Quello stesso anno il marito Robo rispose a questa relazione trasferendosi in Messico, seguito a breve dalla moglie che, però, giunse a Città del Messico quando egli era morto ormai da due giorni, a causa del vaiolo (9 febbraio 1922). Nel 1923, ritornò nella capitale messicana con Weston ed uno dei suoi quattro figli, lasciandosi indietro il resto della sua famiglia. Modotti e Weston entrarono rapidamente in contatto con i circoli bohèmien della capitale, ed usarono i loro contatto per creare ed espandere il loro mercato dei ritratti. Inoltre Modotti incontrò diversi esponenti radicali comunisti, tra cui i tre funzionari del Partito Comunista Messicano con cui ebbe delle relazioni sentimentali.Il 1927 è l'anno dell'iscrizione al PCM e l'inizio della fase più intensa del suo attivismo politico. In quel periodo le sue fotografie vennero pubblicate su numerosi giornali di sinistra, tra cui l'organo ufficiale del PCM, El Machete. Si pensa che Modotti sia stata introdotta alla fotografia quando era ancora in Italia, dove suo zio Pietro gestiva uno studio fotografico. Anni dopo, negli USA, suo padre aprì uno studio simile a San Francisco, accrescendo il suo interesse per questa forma d'arte. Comunque fu la sua relazione con Weston che le permise di praticare e migliorare le sue capacità, fino a divenire un'artista di fama internazionale. Il fotografo messicano Manuel Alvares Bravo suddivise la carriera di Modotti in due periodi: quello romantico e quello rivoluzionario. Il primo include il periodo trascorso con Weston come assistente in camera oscura, poi come contabile e infine come assistente creativo. Insieme aprirono uno studio di ritrattistica a Città del Messico e ricevettero l'incarico di viaggiare per il messico per fare fotografie da pubblicare nel libro Idols Behind Altars, di Anita Bremmer. In questo periodo venne scelta come "fotografa ufficiale" del movimento muralista messicano, immortalando i lavori di José Clemente Orozco e di Diego Rivera. Molte delle foto dedicate fiori sono state scattate in quel periodo. Nel dicembre del 1929 una sua mostra venne pubblicizzata come "La prima mostra fotografica rivoluzionaria in Messico": fu l'apice della sua carriera di fotografa. All'incirca un anno dopo fu costretta a lasciare la macchina fotografica dopo l'espulsione dal Messico e, a parte poche eccezioni, non scattò più fotografie nei dodici anni che le rimanevano da vivere. Esiliata dalla sua patria adottiva, per un periodo Modotti viaggiò in giro per l'Europa per poi stabilirsi a Mosca dove si unì alla polizia segreta sovietica, che la utilizzò per varie missioni in Francia ed Europa orientale (probabilmente a sostegno della Rivoluzione Mondiale che aveva in mente). Quando scoppiò la Guerra civile spagnola, nel 1936, lei e Vidali (sotto gli pseudonimi di Maria e Comandante Carlos) si unirono alle Brigate Internazionali, rimanendo nella penisola iberica fino al 1939. Lavorò con il celebre dottore canadese Norman Bethune (che inventò le unità mobili per le trasfusioni) durante la disastrosa ritirata da Malaga nel 1937. Nel 1939, dopo il collasso del movimento repubblicano, la Modotti lasciò la Spagna con Vidali per tornare in Messico sotto uno pseudonimo. Modotti morì a Città del Messico il 5 gennaio 1942, secondo alcuni in circostanze sospette. Dopo aver avuto la notizia della morte Rivera affermò che fosse stato Vidali ad aver organizzato l'omicidio. Modotti poteva "sapere troppo" delle attività di Vidali in Spagna, incluse le voci riguardanti 400 esecuzioni. Le cose in realtà andarono in ben altro modo, quella notte Tina dopo aver cenato con amici in casa dell'architetto Hannes Meyer, viene colpita da un infarto, e muore dentro un taxi che la sta riportando a casa. La sua tomba è nel grande Pantheòn de Dolores a Città del Messico. Il poeta Pablo Neruda anche indignato dalle accuse fatte a Vittorio Vidali compose il suo epitaffio in cui è indicato anche lo sciacallaggio riferibile a queste infamie, di cui una parte può essere trovato sulla sua lapide che include anche un suo ritratto in bassorilievo fatto dall'incisore Leopoldo Méndez:

 
 
(Pablo Neruda, epitaffio dedicato a Tina Modotti)
  « Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l'ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella. Sul gioiello del tuo corpo addormentato ancora protende la penna e l'anima insanguinata come se tu potessi, sorella, risollevarti e sorridere sopra il fango »
 
(traduzione)

A Tina Modotti sono dedicate una canzone di Massimo Bubola contenuta nell'album Diavoli e Farfalle, una composta da Cisco tratta dall'album La lunga notte, una di Tosca nell'album Sto bene al mondo e una dei Modena City Ramblers dal titolo "Mia dolce Rivoluzionaria" tratta dall'album "Dopo il lungo inverno".Negli anni novanta al Teatro “XX secolo” di Roma espone una raccolta di disegni di Silvio Benedetto su Tina Modotti, presentata da Claude Moliterni, “Sombras”.Nel 2003 il fumettista italiano Paolo Cossi pubblica un libro a fumetti interamente dedicato alla vita della fotografa friulana: trattasi infatti di Tina Modotti, edito da Biblioteca dell'immagine.Recentemente, il fumettista messicano Angel de la Calle ha dedicato a Tina Modotti il romanzo a fumetti "Modotti", edito in due volumi da 001 Edizioni.

« Ogni volta che si usano le parole "arte" o "artista" in relazione ai miei lavori fotografici, avverto una sensazione sgradevole dovuta senza dubbio al cattivo impiego che si fa di tali termini. Mi considero una fotografa, e niente altro. » Tina Modotti



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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 17/08/2010 14:25

  T I N A    M O D O T T I . . .

Bellezza Fotografia e Rivoluzione...  

 

Qualche anno fa ho conosciuto l'opera di  questa Italiana dalla vita molto movimentata
e che ha avuto notevole risonanza internazionale nella prima metà del 900...
ma di cui oggi si parla poco o per niente... 

 

Capelli corvini, occhi neri,  Tina attrice, fotografa, rivoluzionaria, comunista perseguitata,
musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros
è stata figura leggendaria e donna bellissima dalle molte vite.
 Tina Modotti ebbe un'unica grande vera passione, la fotografia
che però sacrificò per la lotta politica.
  
Oggi in epoca post-ideologica possiamo conoscere la sua vicenda artistica ed umana
scevri da qualunque preconcetto. 
Ne traccerò dunque un profilo attraverso ricerche effettuate nel web...
T.K.
 
  
UNA BREVE BIOGRAFIA
 
 
17 agosto 1896 
A Udine nasce Assunta Adelaide Luigia Modotti, detta Tina,
figlia di Giuseppe Modotti meccanico di idee socialiste,
e di Assunta Mondini cucitrice.
 
1898 
Borgo Pracchiuso, Udine 1896
 
La famiglia si trasferisce per lavoro in Austria.
 
1905 
La famiglia rientra a Udine e Tina frequenta la scuola elementare.
 
Medaglione
 
 
1908 
Per contribuire economicamente ai bisogni della famiglia
Tina lavora come operaia in una filanda
e nel contempo conosce i primi rudimenti della fotografia
nello studio dello zio Pietro Modotti.
 
1913 
Tina arriva a San Francisco ed inizia a lavorare in una fabbrica di tessuti
contemporaneamente fa la sarta.
Inizia a frequentare le mostre, le manifestazioni teatrali
e recita nelle filodrammatiche di Little Italy.
 
1917 
Conosce il poeta e pittore Roubaix del'Abrie Richey,
con il quale si lega sentimentalmente  e si trasferiscono a Los Angeles.
La loro casa diventa un luogo d'incontro per molti artisti e intellettuali progressisti.
 
San Francisco 1918 ca. 
 
 
1920
Tina a Hollywood ha una breve esperienza in film
che le rivelano la sudditanza dell'arte cinematrografica ad interessi mercantili.
 
 
Tina nel periodo hollywoodiano, 1921
 
 
Posa da modella per i fotografi Jane Reece, Johan Hagemayer e,
soprattutto per Edward Weston con il quale si lega sentimentalmente.
 
 
Foto di gruppo
 Tina col marito a San Francisco
 
 
1922
Roubaix del'Abrie Richey muore durante un viaggio in Messico.
Tina giunge in Messico per i funerali e rimane affascinata dal Messico,
dai suoi paesaggi dalla sua gente.
 
 
 
1923  
Tina Modotti e Edward Weston in Messico, si stabiliscono a Citta del Messico.
Uniti da un forte legame si immergono nel clima politico e culturale postrivoluzionario.
 
 
1924  
Un'esposizione delle opere di Tina e Weston viene presentata al Palacio de Minerìa.
 
Edward Weston, Tina sul tetto di casa, Messico 1924 
Tina fotografata da Weston
 
 
1925/1926 
Tina  e Weston tornano per brevi periodi a San Francisco.
Rientrati in Messico cominciano un viaggio nelle regioni centrali .
In questo periodo Tina inizia un percorso artistico di fotografa che la porta,
dopo le prime esperienze di soggetti della natura,
rose, calli, canne di bambù, cactus,
 
Flor de manita
Flor de manita 1925
 
verso  un impegno sociale e politico che attraverso la fotografia
rappresenta la sua ideologia fotografando simboli del lavoro e del popolo,
mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello.
 
Fotografie di Tina  sono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses, Horizonte.
In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos e l'attrice Dolores Del Rio,
e diventa amica della pittrice Frida Kahlo.
 
 
1928 
 
Diventa la compagna di Julio Antonio Mella,  rivoluzionario cubano
con il quale accresce il lavoro di fotografa impegnata e di militante politica.
 
Tina Modotti accanto alle sue opere, Università di Città del Messico 1929 
Tina accanto a sue opere fotografiche
 
 
1929 
Mella viene ucciso da uomini prezzolati del dittatore di Cuba Gerardo Machado.
Tina Subisce una campagna diffamatoria
che tenta di coprire i veri mandanti ed esecutori del delitto politico.
 
Partecipa a numerose manifestazioni in ricordo di Mella e per protesta
non accetta l'incarico di fotografa ufficiale del Museo nazionale messicano.
 
In questo periodo è attiva nella militanza e nel lavoro fotografico
realizzando un intenso servizio nella regione messicana del Tehuantepec.
 
1929

 
 
 
 
 
All'Università Autonoma di Città del Messico
si inaugura una rassegna delle sue opere,
 dall’alta valenza rivoluzionaria per il contenuto
e la qualità delle fotografie.
La rivista Mexican Folkways pubblica il manifesto
"Sobre la fotografia" firmato da Tina Modotti.
 
 
1930
Tina viene accusata, innocente, di aver partecipato a un attentato
contro il nuovo capo dello Stato messicano, Pasqual Ortiz Rubio,
viene arrestata ed espulsa dal Messico.
Si imbarca fino a Rotterdam con Vittorio Vidali e raggiunge Berlino.
Riprende l'attività fotografica, venendo a contatto con l'informazione giornalistica,
in particolare con la stampa popolare di Willy Münzerberg,
 quotidiani e periodici:  "Arbeiter - Illustrierte - Zeitung"
alcuni dei quali pubblicano foto di Tina.
 
 
1930
Tina parte per Mosca.  
 
 
 
1930/1935  
Nella capitale sovietica Tina allestisce la sua ultima esposizione di fotografie
e lavora come traduttrice, scrive opuscoli politici.
A Mosca ottiene la cittadinanza e diventa membro del partito.
E’ attiva fra Mosca, Varsavia, Vienna, Madrid e Parigi,
per attività di soccorso ai perseguitati politici.
 
 
1936 
Allo scoppio delle guerra civile spagnola, con il nome di Maria 
si trova a Madrid assieme a Vittorio Vidali,
che diventa Carlos J. Contreras, Comandate del Quinto Reggimento.
Lavora negli ospedali e nei collegamenti e si dedica ad attività di politica
e cultura scrivendo sull'organo del Soccorso Rosso Ayuda.
 
 
1937  
A Valencia fa parte dell'organizzazione del Congresso internazionale degli intellettuali
contro il fascismo e assieme a Vittorio Vidali 
promuove la pubblicazione di "Viento del Pueblo",
poesia en la guerra
con le opere del poeta Miguel Hernandez.
 
 
1938  
Tina, a Madrid, è tra gli organizzatori del Congreso Nacional de la Solidariedad.
Dopo la sconfitta spagnola e la ritirata verso la Francia Tina giunge a Parigi con Vidali,
da lì rientrano in Messico.
In Messico conduce un'esistenza difficile vivendo di traduzioni,
è attiva nel soccorso ai reduci e lavora nell'Alleanza internazionale Giuseppe Garibaldi.
 
 
5 gennaio 1942 
Tina Modotti muore a Città del Messico. 
C O N T I N U A

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 17/08/2010 14:26

Tomba di Tina a Città del Messico

(La tomba di Tina nel Pantheon de Dolores a Città del Messico,
con il profilo disegnato dallo scultore Leopoldo Mendez
e i primi versi della poesia di Pablo Neruda)
  
  
...sul gioiello del tuo corpo addormentato
ancora protende la penna e l'anima insanguinata
come se tu potessi, sorella, risollevarti
e sorridere sopra il fango.
Neruda

 

Ecco quel che pensava la Modotti delle sue fotografie

Sulla Fotografia

 

Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini.
Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi vanno ancora alla ricerca dell'effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al loro lavoro le caratteristiche più valide che dovrebbe avere: la qualità fotografica.
Negli anni recenti si è molto discusso se la fotografia possa o non possa essere un lavoro artistico
comparabile alle altre creazioni plastiche. Naturalmente ci sono molte opinioni diverse. 
 
 

 
Ci sono quelli che accettano veramente la fotografia come mezzo d'espressione alla pari con qualsiasi altro, e altri che continuano a guardare in modo miope al ventesimo secolo con gli occhi del diciottesimo, incapaci di accettare le manifestazioni della nostra civiltà meccanica.
Ma per noi che usiamo la macchina fotografica come uno strumento, proprio come il pittore usa il pennello, queste diverse opinioni non hanno importanza.
Noi abbiamo l'approvazione di coloro che riconoscono i meriti della fotografia nei suoi aspetti multipli e l'accettano come il più eloquente, il più diretto mezzo per fissare, per registrare l'epoca presente.
Sapere se la fotografia sia o non sia arte importa poco.
Ciò che è importante è distinguere tra buona e cattiva fotografia.
Per buona si intende quel tipo di fotografia che accetta tutte le limitazioni inerenti la tecnica fotografica e usa al meglio le possibilità e caratteristiche che il medium offre.
Per cattiva fotografia si intende ciò che è fatto, si potrebbe dire, con una specie di complesso d'inferiorità, senza apprezzare ciò che la fotografia in se stessa offre, ma al contrario ricorrendo ad ogni sorta di imitazioni. Le fotografie realizzate in questo modo danno l'impressione che l'autore quasi si vergogni di fotografare la realtà, cercando quasi di nascondere l'essenza fotografica stessa della sua opera, con trucchi e falsificazioni che può apprezzare soltanto chi possiede un gusto deviato.
La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento.
Se a questo si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un'idea chiara sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita 
 un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire.
 

Tina Modotti

     Testo tratto da "Mexican Folkways", ottobre-dicembre 1929_
 
 
 
Breve antologia di sue opere fotografiche
 
 
 
In questa sua foto il grande pittore mesicano Rivera e Frida Khalo 
 
 
   enter
 
 
 
 

 

        

 

 

 

 

 

            

 

 

 

 

 

            

Quel che è certo è che Tina... ha vissuto
la  storia sociale e politica della prima metà del 20° secolo non da comparsa...
ma da protagonista...  e con i protagonisti delle grandi vicende sociali
ma anche artistiche e poetiche... dell'epoca...
forte della sua bellezza e della sua arte (oggi possiamo definirla così)  fotografica...
che ancor oggi possiamo ammirare...
 
 TONY KOSPAN
 
FINE
 

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