Ci sono due sacelli – capanne in cima ad un basamento terrazzato a gradoni su cui si sale per quattro ripide scale intagliate da parti opposte.
Le due capanne sono una quadrata ed una circolare.
Sulla “piramide” Cerumbelle c’è pure un trono a due posti.
Pietraperzia, piccolo paese situato nel cuore della valle dell’Himera, nei pressi del fiume Salso, si presenta ricco di tracce appartenenti alla storia e cultura del passato.
Molte di queste si riferiscono al neolitico e, fra le più importanti, vi è la cosiddetta piramide di Cerumbelle, che si trova nell’omonima contrada a circa quattro chilometri dal paese, in direzione sud/est. E’ una zona molto fertile, produttiva, ricca di ampie pianure, costeggiate dal torrente Cerumbelle e su di essa spiccano cime collinari ricche di uliveti.
Si suppone che in un lontano passato, la buona fertilità del terreno e la mitezza del clima, abbiano consentito alle popolazioni di insediarsi in questo luogo e di edificarvi costruzioni in pietra che si sono conservate nel tempo arrivando sino a nostri giorni.
In base alle testimonianze riferiteci dai documenti materiali presenti nel territorio (resti di ceramica neolitica, tombe di tipo maltese, moneta dall’esatto peso di 50 grammi, che secondo recenti studi veniva utilizzata per lo scambio dello zolfo nella prima età del bronzo), si ipotizza, infatti, che in questa località vi era una popolazione residente abbastanza numerosa.
La Piramide di Cerumbelle era l’edificio in cui questi nostri antenati svolgevano i loro culti religiosi.
Studiosi italiani e stranieri hanno rivolto la loro attenzione a questo sito; in modo particolare l’etnologo norvegese Thor Heyerdahl vi ha svolto studi approfonditi.
Le caratteristiche dei resti della costruzione evidenziano una struttura imponente, con quattro rampe di scale per l’accesso al piano superiore e con la presenza di una zona alta con altari sacrificali. Anche le pietre usate sono di grande dimensione, molto ben lavorate e saldamente incastonate. Questo avvalora l’ipotesi di struttura religiosa, in quanto la precisione costruttiva e il dispendio economico relativo non sarebbero giustificati per un uso diverso.
Sembra che la piramide risalga all’età neolitica e che fosse un’antica sede di culto del sole dei siculi e sicani, paragonabile ad una ziggurath mesopotamica.
Il famoso archeologo Thor Heyerdahl, morto nell’aprile del 2002, visitò negli anni precedenti il sito di Cerumbelle e anche Heyerdahl confermò l’ipotesi che la piramide fosse sede di culto del sole. L’aspetto è collinare e piramidale di circa 12 metri di altezza. La base della struttura, lunga 55 metri e larga 30, appare composta da tre ordini di gradoni mozzati verticalmente da quattro scalette che corrispondono ai quattro punti cardinali, attraverso cui si accede alle terrazze soprastanti. Il monumento si presenta con due idee costruttive dalla forte connotazione simbolica: quella del cerchio (la circonferenza) e quella del quadrato (la pianta costruttiva dei piani superiori in esso innestata). Gli studiosi pensano che anticamente, il cerchio simboleggiava il tempo o l’immutabilità celeste e, combinato col quadrato, dava l’idea del cambiamento di ordine o di livello e dunque simboleggiava la terra.
Sulla sommità della piramide, si trovano due costruzioni intagliate nella roccia calcarea che assomigliano ad altari in cui è inserito un sedile rituale. Poco lontano dalla piramide è poi possibile ammirare due grandi cavità a forma circolare, che probabilmente erano luoghi di sacrificio. La piramide non è il solo sito archeologico della zona, ma sicuramente doveva fare parte di un villaggio siculo-sicano, perché pochi metri più avanti è possibile intravedere i resti di abitazioni neolitiche.
Debbo dire che la vegetazione non curata e lo stato della costruzione danneggia visibilmente una visione complessiva ed armonica del sito archeologico che è a mio parere davvero affascinante e misterioso… Nota di Orso Tony
Testo rivisitato da vari siti web e impaginazione T.K.
CIAO DA TONY KOSPAN