* ALDA MERINI *
“Addio, parola di vetro. I poeti sono vasi di Murano, bellissimi da vedere ma delicati nel fiato. Qualcuno ti ha tolto il respiro, qualcuno ti ha toccato il cuore”.
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Ha nevicato molto sul mio destino una pioggia torrenziale e felice come quella dei santi. Qualsiasi patria mi sarebbe andata bene ma la grandiosità della follia è stata il mio maggior culto. A Torino ho messo radici segrete ho inventato un comandamento a cui non ho mai obbedito e questa disobbedienza segreta ha fatto fiorire i miei migliori versi.
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Liberatemi il cuore da questa assurda stagione d'amore piena di segreti ricordi. La sua bellezza come un sandalo d'oro mi ha colpito la fronte in cima ai miei pensieri. La sua bellezza, unica al mondo possibile, e il suo giovane cuore buttato tra le siepi delle mie povere cose mi hanno donato la speranza del fiore. Lui stesso è un fiore, madre, un fiore di giovinezza, il fiore del gaudio e del dominio, il fiore della mia lenta stagione. Lui stesso è zolla, madre, ma le zolle vogliono essere fecondate e io non ho semi.
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