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General: E. morto il regista Mario Monicelli
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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: Liana  (Mensaje original) Enviado: 29/11/2010 22:31
 

ROMA (29 novebre) - Il regista Mario Monicelli, 95 anni, si è ucciso lanciandosi dal quinto piano del reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, dove era ricoverato per una grave malattia. Inutili i tentativi di soccorso da parte degli operatori.

Monicelli era nato a Viareggio il 16 maggio 1915 da una famiglia di origine mantovana e cresciuto a Viareggio, secondo figlio del critico teatrale e giornalista Tomaso. Come si legge nel suo ritratto su Wikipedia, Monicelli frequenta a Milano il liceo classico Giosuè Carducci e si laurea in storia e filosofia a Pisa, accostandosi al cinema grazie all'amicizia con Giacomo Forzano. L'esordio alla regiua è del 1932 con il corto, firmato insieme ad Alberto Mondadori, Cuore rivelatore.

Padre, con colleghi come Dino Risi, Luigi Comencini e Steno, della commedia all'italiana, Monicelli è stato regista di circa 66 film e autore di più di 80 sceneggiature. Fra i suoi grandi successi, Guardie e ladri (due premi a Cannes nel '51), nel pieno del suo sodalizio con Totò; I soliti ignoti (nomination all'Oscar), La Grande guerra (1959), trionfatore a Venezia con il Leone d'oro; L'armata Brancaleone (1965). Sono gli anni dell'amicizia con Risi, degli scontri con Antonioni, del controverso rapporto con Comencini, del trionfo della commedia all'italiana e dei "colonnelli della risata".

Inventa Monica Vitti attrice comica in La ragazza con la pistola (1968); nel 1975 raccoglie l'ultima volontà di Pietro Germi che gli affida la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 recupera la dimensione tragica con Un borghese piccolo piccolo. Seguono fra gli altri Speriamo che sia femmina (1985) e il feroce Parenti serpenti (1993) con cui dimostra di saper leggere le trasformazioni della società italiana con l'acume e la cattiveria di sempre.

Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani: Alberto Sordi, Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. è da considerarsi senza dubbio il regista che meglio di tutti ha interpretato lo stile e i contenuti del genere della commedia all'italiana.

Tra gli avvenimenti che hanno segnato di più la sua vita c'è il suicidio del padre, avvenuto nel 1946. La sua ultima compagna è stata Chiara Rapaccini. Quando si sono conosciuti lui aveva 59 anni e lei 19. Hanno avuto una figlia, Rosa, quando lei ne aveva 34 e lui 74. Si sono lasciati tre anni fa.

 

     

 

 

 





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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: bellastatuina Enviado: 29/11/2010 22:45
Grande regista!
 

Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: Lietta V Enviado: 30/11/2010 19:25

Qualcuno ha detto che solo Monicelli poteva uccidere Monicelli, perché uno come lui è eterno, immortale, ci avrebbe sepolti tutti. Non se lo aspettava davvero nessuno, non oggi, una triste giornata che già ci aveva portato via il grande Leslie Nielsen e il regista Irvin Kershner (“L’impero colpisce ancora”). Monicelli lascia il Paese che ha reso grande, e che oggi criticava con il fervore di un sessantottino, incitando i giovani alla rivoluzione (“Quello che in Italia non c’è mai stato, una bella botta, una bella rivoluzione, Rivoluzione che non c’è mai stata in Italia… C’è stata in Inghilterra, c’è stata in Francia, c’è stata in Russia, c’è stata in Germania, dappertutto meno che in Italia. Quindi ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto, trecento anni che è schiavo di tutti”).

“I Soliti Ignoti”, “La Grande Guerra”, “Un Borghese Piccolo Piccolo”, “Amici Miei”, “L’Armata Brancaleone”, “Il Marchese Del Grillo”, “Speriamo che sia femmina”: questi soltanto alcuni dei titoli che ci ha regalato in decenni di straordinaria carriera. A Mario Monicelli ci lega personalmente un aneddoto, ci piace infatti ricordarlo mentre passeggiava per i corridoi dell’Auditorium durante il Festival di Roma 2007: mentre la folla inneggiava alla passerella di Tom Cruise, il sottoscritto e pochi altri lo salutavano con gratitudine e ammirazione.

“La vita non è sempre degna di essere vissuta, se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena”. Con queste parole commentava il suicidio di suo padre nel 1946, e ora risuonano come un triste messaggio di addio. E se ultimamente aveva dichiarato che “la speranza è una trappola infame inventata dai padroni”, noi preferiamo ciò che disse a proposito della felicità: “La vera felicità è la pace con se stessi, e per averla non bisogna tradire la propria natura”. Addio Mario, già ci manchi.

A.T.

Dal web


Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 01/12/2010 05:47
 
Purtroppo lui era ateo e non ha saputo accettare il declino della sua vita terrena.
Se il genio che c'era in lui avesse fatto piu' un salto di qualita' spirituale, forse oggi avrebbe saputo attendere la sua fine piu'  dignitosamente  da cristiano......
Spero che  ora....il Signore.....lo abbia fatto richiedere.....
ERA UN GRANDE!!!


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