Nato a Lucca il 22 dicembre 1858, Giacomo fu il sesto dei nove figli di Michele Puccini e Albina Magi. Da molte generazioni i Puccini erano maestri di cappella del Duomo di Lucca e anche Giacomo, perduto il padre all'età di cinque anni, fu mandato a studiare presso lo zio materno, Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non particolarmente dotato e soprattutto poco disciplinato. A quattordici anni Giacomo poté iniziare a contribuire all'economia familiare suonando l'organo nel duomo di Lucca. L'aneddotica ce lo descrive tuttavia come uno scavezzacollo. La tradizione vuole che egli decise di dedicarsi al teatro musicale nel 1876 dopo aver assistito a una rappresentazione di Aida di Verdi a Pisa, dove si sarebbe recato a piedi con due amici. A questo periodo risalgono le prime composizioni note, tra cui spiccano una cantata (I figli d'Italia bella, 1877), un mottetto (Mottetto per San Paolino, 1877) e una messa (1880).Lasciata Lucca, dal 1880 al 1883 Puccini studiò al Conservatorio di Milano, grazie ad una borsa di studio di cento lire al mese, per un anno, fattagli avere dalla regina Margherita su supplica della madre. Durante questi anni di gaia miseria, divise una camera con l'amico Mascagni. Tra i suoi insegnanti spiccano i nomi di Amilcare Ponchielli e Antonio Bazzini. Nel 1883 partecipò al concorso per opere in un atto indetto dall'editore Sonzogno. Le Villi, su libretto di Ferdinando Fontana, non vinse il concorso, ma nel 1884 fu rappresentata al Teatro dal Verme di Milano. Rincuorato dal vivo successo delle Villi, Ricordi commissionò una nuova opera al duo Puccini-Fontana, destinata questa volta al Teatro alla Scala, ma Edgar (1889), che costò al compositore circa quattro anni di lavoro, non raccolse che un successo di stima, senza tuttavia mai entrare in repertorio. Nel frattempo, nel 1884 Puccini aveva messo su famiglia, iniziando una convivenza destinata a durare tra varie vicissitudini tutta la vita con Elvira Bonturi, moglie del droghiere lucchese Narciso Gemignani. Elvira portò con sé la figlia Fosca e tra il 1886 e il 1887 la famiglia visse a Monza, dove nacque l'unico figlio del compositore, Antonio detto Tonio. Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del Lago (ora Torre del Lago Puccini, frazione di Viareggio): ne amava il mondo rustico e lo considerava il posto ideale per coltivare la sua passione per la caccia e per le baldorie tra artisti. Di Torre del Lago il maestro fece il suo rifugio, prima in una vecchia casa affittata, poi facendosi costruire la villa che andò ad abitare nel 1900. Il maestro la amava a tal punto, tanto da non riuscire a distaccarvisi per troppo tempo, ed affermare di essere «affetto da torrelaghìte acuta». Un amore che i suoi familiari rispetteranno anche dopo la sua morte, seppellendolo nella cappella della villa. Qui furono composte le sue opere di maggior successo, tranne Turandot.Dopo il mezzo passo falso di Edgar, la terza opera – Manon Lescaut – fu un successo straordinario, forse il più autentico della carriera di Puccini.Tra i capolavori del panorama operistico tardoromantico, La bohème è un esempio di sintesi drammaturgica, strutturata in 4 quadri di fulminea rapidità. La successiva, Tosca, rappresenta l'incursione di Puccini nel melodramma storico a tinte forti.Madama Butterfly (basata su un dramma di David Belasco) è la prima opera esotica di Puccini. Il suo debutto alla Scala nel 1904 fu un solenne fiasco, probabilmente almeno in parte orchestrato dalla concorrenza. Dopo alcuni rimaneggiamenti, l'opera fu presentata al Teatro Grande di Brescia, dove raccolse un successo pieno, destinato a durare fino ad oggi.La collaborazione con Illica e Giacosa fu certamente la più produttiva della carriera artistica di Puccini. A Giuseppe Giacosa, autore di commedie di successo e professore di letteratura, era riservato il delicatissimo lavoro di mettere in versi il testo, salvaguardando sia le ragioni letterarie che quelle musicali, compito che svolgeva con grande pazienza e notevole sensibilità poetica.L'ultima parola spettava comunque a Puccini, al quale Giulio Ricordi aveva affibbiato il soprannome di «Doge», a indicare il predominio che esercitava all'interno di questo gruppo di lavoro.Frattanto erano cominciati gli anni più difficili della vita di Puccini. Nel 1903 il musicista, appassionato di automobili, rimase gravemente ferito in seguito ad un incidente e dovette sopportare una lunga e penosa convalescenza. Nel 1906 la morte di Giacosa mise fine alla collaborazione che aveva dato vita ai precedenti capolavori. Nel 1909 fu la volta di una tragedia e uno scandalo che colpirono profondamente il musicista: a ventitré anni la domestica Doria Manfredi, perseguitata dalla gelosia ossessiva di Elvira, si suicidò avvelenandosi. Il dramma aggravò ulteriormente i rapporti con la moglie ed ebbe pesanti strascichi giudiziari. Nel 1912 morì anche Giulio Ricordi, l'editore al quale Puccini era profondamente legato e che considerava un secondo padre. Sul fronte artistico, la passione per l'esotismo (da cui era nata Butterfly) spingeva sempre più il musicista a confrontarsi con il linguaggio e gli stili musicali legati ad altre tradizioni musicali: nacquero così, nel 1910 La fanciulla del West, un western ante-litteram, e nel 1917 La rondine, concepita come operetta e diventata in seguito un singolare ibrido tra questo genere e quello dell'opera lirica. Ma la crisi si manifestò nell'enorme quantità di progetti abortiti, talvolta abbandonati ad uno stadio di lavoro avanzato. Sin dagli ultimi anni dell'Ottocento Puccini tentò anche, a più riprese, di collaborare con Gabriele d'Annunzio, ma la distanza spirituale tra i due artisti si rivelò incolmabile. L'eclettismo pucciniano, e insieme la sua incessante ricerca di soluzioni originali, trovarono piena attuazione nel cosiddetto Trittico, ossia in tre opere in un atto rappresentate in prima assoluta a New York nel 1918. I tre pannelli presentano caratteri contrastanti: tragico e verista Il tabarro, elegiaca e lirica Suor Angelica, comico Gianni Schicchi. Delle tre, l'ultima divenne subito popolare, mentre Il tabarro, inizialmente giudicata inferiore, guadagnò col tempo il pieno favore della critica. Suor Angelica fu invece la preferita dell'autore. Concepite per essere rappresentate in un'unica serata, oggi le singole opere che compongono il Trittico sono per lo più messe in scena appaiate a opere di altri compositori. Dal 1919 al 1922, lasciata Torre del Lago, Puccini visse nel comune di Orbetello, nella Bassa Maremma, dove acquistò sulla spiaggia della Tagliata una vecchia torre di avvistamento del tempo della dominazione spagnola, oggi detta Torre Puccini, in cui abitò stabilmente. Qui, a pochi metri dal Mar Tirreno, il compositore si dedicò alla sua ultima opera: Turandot, che lasciò incompiuta. L'opera rimase incompiuta poiché Puccini morì a Bruxelles nel 1924, per un infarto miocardico acuto, sopraggiunto subito dopo un disperato intervento chirurgico eseguito per estirpare un diffuso cancro alla gola che lo tormentava da qualche tempo.La tomba del maestro si trova nella cappella della villa di Torre del Lago.