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FOTOGRAFIA ARTE: TINA MODOTTI – FRIULI E MESSICO – FOTOGRAFIA E RIVOLUZIONE
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Respuesta  Mensaje 1 de 2 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 17/01/2011 16:00

 

 

 

T I N A    M O D O T T I . . .

Fotografia e rivoluzione…

 

Qualche anno fa ho conosciuto l’opera di  questa Italiana, per la precisione friulana,  dalla vita molto movimentata e che ha avuto notevole risonanza internazionale nella prima metà del 900… ma di cui oggi si parla davvero poco o per niente… e che è del tutto sconosciuta ai più...

 

 

 

Capelli corvini, occhi neri,  Tina attrice, fotografa, rivoluzionaria, comunista perseguitata, musa di grandi artisti come Neruda e Alberti, modella di Rivera e Siqueiros è stata figura leggendaria e donna bellissima dalle molte vite.

 

Tina Modotti ebbe un’unica grande vera passione, la fotografia che però sacrificò per la lotta politica.

 

Oggi in epoca post-ideologica possiamo conoscere la sua vicenda artistica ed umana scevri da qualunque preconcetto.
 

Ne traccerò un profilo attraverso ricerche effettuate nel web… T.K.

 

 

 
UNA BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
17 agosto 1896
 
A Udine nasce Assunta Adelaide Luigia Modotti, detta Tina, figlia di Giuseppe Modotti meccanico di idee socialiste, e di Assunta Mondini cucitrice.
 
 
1898
 
Borgo Pracchiuso, Udine 1896
 
La famiglia si trasferisce per lavoro in Austria.
 
 
1905
 
Medaglione
 
La famiglia rientra a Udine e Tina frequenta la scuola elementare.
 
 
1908
 
Per contribuire economicamente ai bisogni della famiglia Tina lavora come operaia in una filanda nel contempo conosce i primi rudimenti della fotografia nello studio dello zio Pietro Modotti.
 
 
 
 
 
 
1913
 
Tina arriva a San Francisco ed inizia a lavorare in una fabbrica di tessuti contemporaneamente fa la sarta.
Inizia a frequentare le mostre, le manifestazioni teatrali e recita nelle filodrammatiche di Little Italy.
 
 
 
1917
 
San Francisco 1918 ca.
 
 
Conosce il poeta e pittore Roubaix del’Abrie Richey, con il quale si lega sentimentalmente  e si trasferiscono a Los Angeles. La loro casa diventa un luogo d’incontro per molti artisti e intellettuali progressisti.
 
 
1920
 
Foto di gruppo
 Tina col marito a San Francisco
 
Tina a Hollywood ha una breve esperienza in film che le rivelano la sudditanza dell’arte cinematrografica ad interessi mercantili.
 
Posa da modella per i fotografi Jane Reece, Johan Hagemayer e, soprattutto per Edward Weston con il quale si lega sentimentalmente.
 
 
1922
 
Tina nel periodo hollywoodiano, 1921
 
 
Roubaix del’Abrie Richey muore durante un viaggio in Messico. Tina giunge in Messico per i funerali e rimane affascinata dal Messico, dai suoi paesaggi dalla sua gente.
 
 
 
1923
 
Tina Modotti e Edward Weston in Messico, si stabiliscono a Citta del Messico.
Uniti da un forte legame si immergono nel clima politico e culturale postrivoluzionario.
 
 
1924
 
Edward Weston, Tina sul tetto di casa, Messico 1924 
Tina fotografata da Weston
 
Un’esposizione delle opere di Tina e Weston viene presentata al Palacio de Minerìa.
 
 
 
1925/1926
 
Tina  e Weston tornano per brevi periodi a San Francisco. Rientrati in Messico cominciano un viaggio nelle regioni centrali .
In questo periodo Tina inizia un percorso artistico di fotografa che la porta, dopo le prime esperienze di soggetti della natura, rose, calli, canne di bambù, cactus, verso  un impegno sociale e politico che attraverso la fotografia rappresenta la sua ideologia fotografando simboli del lavoro e del popolo, mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello.
 
Fotografie di Tina  sono pubblicate nelle riviste Forma, New Masses, Horizonte.
In questo periodo conosce lo scrittore John Dos Passos e l’attrice Dolores Del Rio,
e diventa amica della pittrice Frida Kahlo.
 
 
 
1928
 
Tina Modotti accanto alle sue opere, Università di Città del Messico 1929 
Tina accanto a sue opere fotografiche
 
 
Diventa la compagna di Julio Antonio Mella, 
rivoluzionario cubano con il quale accresce il lavoro di fotografa impegnata e di militante politica.
 
 
 
1929
 
Mella viene ucciso da uomini prezzolati del dittatore di Cuba Gerardo Machado.
Tina Subisce una campagna diffamatoria che tenta di coprire i veri mandanti ed esecutori del delitto politico.
Partecipa a numerose manifestazioni in ricordo di Mella e per protesta non accetta l’incarico di fotografa ufficiale del Museo nazionale messicano.
In questo periodo è attiva nella militanza e nel lavoro fotografico realizzando un intenso servizio nella regione messicana del Tehuantepec.
 
 
 
1929

 
 
 
 
 
All’Università Autonoma di Città del Messico si inaugura una rassegna delle sue opere, dall’alta valenza rivoluzionaria per il contenuto e la qualità delle fotografie.
La rivista Mexican Folkways pubblica il manifesto "Sobre la fotografia" firmato da Tina Modotti.
 
 
 
 
1930
 
Tina viene accusata, innocente, di aver partecipato a un attentato contro il nuovo capo dello Stato messicano, Pasqual Ortiz Rubio, viene arrestata ed espulsa dal Messico. Si imbarca fino a Rotterdam con Vittorio Vidali e raggiunge Berlino.
Riprende l’attività fotografica, venendo a contatto con l’informazione giornalistica, in particolare con la stampa popolare di Willy Münzerberg, quotidiani e periodici:  "Arbeiter – Illustrierte – Zeitung" alcuni dei quali pubblicano foto di Tina.
 
 
 
 
 
 
1930
 
Tina parte per Mosca.
 
 
 
1930/1935
 
Nella capitale sovietica Tina allestisce la sua ultima esposizione di fotografie e lavora come traduttrice, scrive opuscoli politici.
A Mosca ottiene la cittadinanza e diventa membro del partito. E’ attiva fra Mosca, Varsavia, Vienna, Madrid e Parigi, per attività di soccorso ai perseguitati politici.
 
 
1936
 
Allo scoppio delle guerra civile spagnola, con il nome di Maria  si trova a Madrid assieme a Vittorio Vidali, che diventa Carlos J. Contreras, Comandate del Quinto Reggimento. Lavora negli ospedali e nei collegamenti e si dedica ad attività di politica e cultura scrivendo sull’organo del Soccorso Rosso Ayuda.
 
 
1937
 
A Valencia fa parte dell’organizzazione del Congresso internazionale degli intellettuali contro il fascismo e assieme a Vittorio Vidali  promuove la pubblicazione di Viento del Pueblo, poesia en la guerra con le opere del poeta Miguel Hernandez.
 
 
1938
 
Tina, a Madrid, è tra gli organizzatori del Congreso Nacional de la Solidariedad.
Dopo la sconfitta spagnola e la ritirata verso la Francia Tina giunge a Parigi con Vidali,
da lì rientrano in Messico.
In Messico conduce un’esistenza difficile vivendo di traduzioni, è attiva nel soccorso ai reduci e lavora nell’Alleanza internazionale Giuseppe Garibaldi.
 
 
5 gennaio 1942 
 
Tina Modotti muore a Città del Messico.
 

Tomba di Tina a Città del Messico

 
 
(La tomba di Tina nel Pantheon de Dolores a Città del Messico,
con il profilo disegnato dallo scultore Leopoldo Mendez
e i primi versi della poesia di Pablo Neruda)
 
 
…sul gioiello del tuo corpo addormentato
ancora protende la penna e l’anima insanguinata
come se tu potessi, sorella, risollevarti
e sorridere sopra il fango.
Neruda
 
continua




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Respuesta  Mensaje 2 de 2 en el tema 
De: Tony Kospan Enviado: 17/01/2011 16:01
Ecco ora il pensiero della stessa Modotti
sulla fotografia in generale e sulle sue fotografie
 
 

 

Sulla Fotografia

Sempre, quando le parole "arte" e "artistico" vengono applicate al mio lavoro fotografico, io mi sento in disaccordo. Questo è dovuto sicuramente al cattivo uso e abuso che viene fatto di questi termini.
Mi considero una fotografa, niente di più. Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, è precisamente perché io cerco di produrre non arte, ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni. La maggior parte dei fotografi vanno ancora alla ricerca dell’effetto "artistico", imitando altri mezzi di espressione grafica. Il risultato è un prodotto ibrido che non riesce a dare al loro lavoro le caratteristiche più valide che dovrebbe avere: la qualità fotografica.
Negli anni recenti si è molto discusso se la fotografia possa o non possa essere un lavoro artistico
comparabile alle altre creazioni plastiche. Naturalmente ci sono molte opinioni diverse. 
 
 
 

 

 

Ci sono quelli che accettano veramente la fotografia come mezzo d’espressione alla pari con qualsiasi altro, e altri che continuano a guardare in modo miope al ventesimo secolo con gli occhi del diciottesimo, incapaci di accettare le manifestazioni della nostra civiltà meccanica.
Ma per noi che usiamo la macchina fotografica come uno strumento, proprio come il pittore usa il pennello, queste diverse opinioni non hanno importanza.
Noi abbiamo l’approvazione di coloro che riconoscono i meriti della fotografia nei suoi aspetti multipli e l’accettano come il più eloquente, il più diretto mezzo per fissare, per registrare l’epoca presente.
Sapere se la fotografia sia o non sia arte importa poco.
Ciò che è importante è distinguere tra buona e cattiva fotografia.
Per buona si intende quel tipo di fotografia che accetta tutte le limitazioni inerenti la tecnica fotografica e usa al meglio le possibilità e caratteristiche che il medium offre.
Per cattiva fotografia si intende ciò che è fatto, si potrebbe dire, con una specie di complesso d’inferiorità, senza apprezzare ciò che la fotografia in se stessa offre, ma al contrario ricorrendo ad ogni sorta di imitazioni. Le fotografie realizzate in questo modo danno l’impressione che l’autore quasi si vergogni di fotografare la realtà, cercando quasi di nascondere l’essenza fotografica stessa della sua opera, con trucchi e falsificazioni che può apprezzare soltanto chi possiede un gusto deviato.
La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento.
Se a questo si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un’idea chiara sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita 
 un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire.
 
TINA MODOTTI

 

     Testo tratto da "Mexican Folkways", ottobre-dicembre 1929_
 
 
 
 
 
 
Breve antologia di sue opere fotografiche
 
 
In questa sua foto il grande pittore mesicano Rivera e Frida Khalo
 
 
 
 
Flor de manita
Flor de manita 1925
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 

        

 

 

 

 

 

 

            

 

 

 

 

 

 

                                        

 

 

 

 

                       

 

 
 
Quel che è certo è che Tina ha vissuto la storia sociale e politica della prima metà del 20° secolo non da comparsa…
ma da protagonista… 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
e con i protagonisti delle grandi vicende anche artistiche e poetiche… forte della sua bellezza e della sua arte
(oggi possiamo definirla così)  fotografica.
 
 
 TONY KOSPAN
 

FONTI WEB

 
FINE


 
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