James Marshall, lo scopritore
Marshall lavorava per John Sutter, un immigrato svizzero che sperava di creare un impero agricolo in California. Sutter possedeva 39.000 acri di terra, sui quali allevava bestiame, coltivava frutta e vegetali. Costruì un grande forte che divenne la sede di diverse attività commerciali.Marshall stava ispezionando un canale presso la segheria di Sutter sul South Fork del fiume American quando vide un brillio sotto l’acqua. Raccolse la particella scintillante, delle dimensioni di mezzo pisello. Era certo di aver trovato oro. Nel gennaio 1848, la California era per gran parte priva di insediamenti. Circa 100.000 Nativi Americani vivevano ai piedi delle montagne della Sierra Nevada. In piccoli centri missionari e nei ranch lungo la costa vivevano circa 10.000 “Californios”, o Californiani Messicani; 2.000 cittadini americani; e qualche centinaio di europei. Quando Marshall raccontò a Sutter di aver trovato l’oro, Sutter gli fece giurare di mantenere il segreto. Se si fosse risaputo, la gente sarebbe arrivata a fiumi da ogni parte, e l’impero di Sutter sarebbe stato distrutto. Ma a poco a poco la notizia si diffuse. All’inizio solo una manciata di cercatori si ritrovò sulle colline. Ma quella manciata crebbe presto. Il 12 maggio 1848, quando la notizia della scoperta raggiunse San Francisco, la popolazione maschile della città era di circa 600 individui. Il 15 maggio ne erano rimasti solo circa 200. Entro il primo di giugno, San Francisco era diventata una città fantasma: negozi chiusi, navi abbandonate, e case disabitate. La maggior parte degli uomini era corsa verso i campi auriferi.