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De: Tony Kospan (Mensaje original) |
Enviado: 30/01/2011 15:56 |
LA PIU’ BELLA POESIA MAI SCRITTA
CONTRO LA GUERRA
(A MIO PARERE)
E’
UOMO DEL MIO TEMPO
DEL PREMIO NOBEL
SALVATORE QUASIMODO
ECCOLA... CANTATA...
IN QUESTO INTERESSANTE VIDEO
MA PER CHI INVECE PREFERISCE LEGGERLA…
ECCOLA...
UOMO DEL MIO TEMPO
Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo. Eri nella carlinga, con le ali maligne, le meridiane di morte, t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche, alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu, con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio, senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, come sempre, come uccisero i padri, come uccisero gli animali che ti videro per la prima volta. E questo sangue odora come nel giorno Quando il fratello disse all’altro fratello: «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace, è giunta fino a te, dentro la tua giornata. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue Salite dalla terra, dimenticate i padri: le loro tombe affondano nella cenere, gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.
CIAO DA TONY KOSPAN
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L'avevo dimenticata, molto incisiva
grazie Tony
copio e condivido, posso?
Ciao
Grazia |
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"Sette fratelli Cervi"
In tutta la terra ridono uomini vili, principi, poeti, che ripetono il mondo in sogni, saggi di malizia e ladri di sapienza. Anche nella mia patria ridono sulla pietà, sul cuore paziente, la solitaria malinconia dei poveri. E la mia terra è bella d’uomini e d’alberi, di martirio, di figure di pietra e di colore, d’antiche meditazioni. Gli stranieri vi battono con dita di mercanti il petto dei santi, le reliquie d’amore, bevono vino e incenso alla forte luna delle rive, su chitarre di re accordano canti di vulcani. Da anni e anni vi entrano in armi, scivolano dalle valli lungo le pianure con gli animali e i fiumi. Nella notte dolcissima Poliremo piange qui ancora il suo occhio spento dal navigante dell’isola lontana. E il ramo d’ulivo è sempre ardente. Anche qui dividono in sogni la natura, vestono la morte e ridono i nemici familiari. Alcuni erano con me nel tempo dei versi d’amore e solitudine, nei confusi dolori di lente macine e di lacrime. Nel mio cuore finì la loro storia quando caddero gli alberi e le mura tra furie e lamenti fraterni nella città lombarda. Ma io scrivo ancora parole d’amore, e anche questa è una lettera d’amore, alla mia terra. Scrivo ai fratelli Cervi non alle sette stelle dell’Orsa: ai sette emiliani dei campi. Avevano nel cuore pochi libri, morirono tirando dadi d’amore nel silenzio. Non sapevano soldati filosofi poeti di questo umanesimo di razza contadina. L’amore la morte in una fossa di nebbia appena fonda. Ogni terra vorrebbe i vostri nomi di forza, di pudore, non per memoria, ma per i giorni che strisciano tardi di storia, rapidi di macchine di sangue.
Salvatore Quasimodo
Biografia
Propongo anche questa dedicata ai famosi eroi.
Grazia |
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Ma certo Grazia...
La poesia non è mia...
Per il post... è solo un modesto post...
Ciaooooooooo |
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