Nasce dal marchese Ottavio di Canossa e dalla contessa Teresa Szluha. È la terzogenita dopo Carlo Vincenzo che muore subito dopo la nascita nel 1771, e Laura Maria nata nel 1772. Nel 1776 nascerà l’erede maschio Bonifacio al quale seguiranno Rosa nel 1777 ed Eleonora nel 1779. Nel 1779 il padre muore tragicamente durante un’escursione sui monti Lessini. Due anni dopo la madre passa a seconde nozze con il marchese Edoardo Zenetti di Mantova. Maddalena e i fratelli vengono affidati a due precettori secondo una consuetudine della nobiltà: accanto a Bonifacio ci sarà don Pietro Rossi, mentre delle fanciulle si occuperà un’istitutrice francese, Francesca Marianna Capron, che influirà in modo negativo nella formazione di Maddalena in particolare per il suo atteggiamento crudele e repressivo. Quando l’istitutrice abbandona l’incarico presso casa Canossa, Maddalena si ammala improvvisamente e gravemente. Superata la malattia, Maddalena confida a don Pietro Rossi la decisione di consacrarsi a Dio ed inizia ad esaminare le regole di alcuni ordini religiosi. Dopo aver scoperto una particolare sintonia spirituale con le regole delle carmelitane scalze, il 2 maggio 1791 si ritira per circa dieci mesi nel monastero di S. Teresa a Verona. Durante quest’esperienza, pur ammirando le carmelitane, percepisce una certa distanza tra il suo sentire interiore e la loro vita. Questo non le impedirà di riprovare l’esperienza claustrale l’anno dopo nel monastero di Conegliano, restandovi però solo tre giorni: persisteva in lei come un «orrore che sempre aveva avuto alla Clausura».Risale a questo periodo l’incontro con don Luigi Libera che diventa la sua guida spirituale. Dalle lettere che egli le indirizza dal luglio 1792 al dicembre 1799 si può ricostruire il suo faticoso itinerario di discernimento spirituale. Nel 1799 Maddalena incontra il vicario generale della diocesi di Verona e successivamente il vescovo Andrea Avogadro per presentare loro un programma di azione caritativa. La divergenza di vedute tra la Canossa e il vescovo congelò, però, almeno parzialmente il piano. Intanto le vicende familiari costrinsero Maddalena ad assumere l’amministrazione del palazzo Canossa e della sua famiglia. Questo non le impedì di esercitare la carità secondo il suo sogno: raccogliere ragazze dalla strada e visitare gli ospedali. Tra il 1802 e il 1808 vivrà itinerante tra palazzo Canossa e le case che aveva affittato per accogliere le ragazze di strada: nella contrada S. Martino Aquario, nella contrada dei Filippini dopo, e infine nella contrada di S. Zeno in Oratorio.L’8 maggio 1808 superando le resistenze della famiglia potrà trasferirsi definitivamente con alcune compagne nel monastero dei SS. Giuseppe e Fidenzio concessole dalla Prefettura per la cura delle ragazze povere e abbandonate del rione San Zeno e la visita negli ospedali. È in questa data che diede inizio all’Istituto delle Figlie della Carità che nelle intenzioni della Canossa sarebbe dovuto venire incontro ai maggiori bisogni della società del tempo attraverso la scuola, la catechesi, la visita agli infermi negli ospedali e la preparazione di “maestre di campagna”. Avrebbe dovuto, inoltre coinvolgere nelle attività caritative anche le dame dell’alta nobiltà per mezzo dell’organizzazione di Esercizi spirituali annuali.Tra il 1808 e il 1835 anno della sua morte, Maddalena compì numerosi viaggi, scrisse numerose lettere alle sue collaboratrici e a personalità politiche ed ecclesiastiche, per stabilire la sua Opera ed ottenerne l’approvazione. Fonderà altre case: a Venezia il 1 agosto 1812, a Milano nel 1816, a Bergamo nel 1820 e a Trento nel 1828. Stringerà amicizie e avrà contatti con altri fondatori di istituti religiosi: Leopoldina Naudet, Gaspare Bertoni, Teodora Campostrini, Verzeri, Antonio Rosmini, Antonio Provolo, Carlo Steeb, i fratelli Cavanis. Nel 1819 ottiene il riconoscimento ecclesiastico delle Figlie della carità. Papa Leone XII approverà la Regola della sua istituzione con il Breve Si nobis il 23 dicembre 1828. La fondazione di un Istituto maschile che aveva progettato fin dal 1799 poté realizzarlo solo nel 1831 quando riuscì ad affidare al veneziano don Francesco Luzzo e a due laici bergamaschi, Giuseppe Carsana e Benedetto Belloni, l’apertura a Venezia dell’Oratorio dei Figli della Carità a Venezia, presso la chiesa di S. Lucia. Maddalena morì a Verona il 10 aprile 1835. Il 6 gennaio 1927 fu emesso il Decreto sulla eroicità delle virtù. Il 7 dicembre 1941 il papa Pio XI la dichiarò Beata. Il 2 ottobre 1988 fu ufficialmente proclamata Santa da papa Giovanni Paolo II. La memoria liturgica si celebra l'8 maggio.