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POESIA MONDO: COMPIUTA DONZELLA - POETESSA DEL MEDIOEVO
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Respuesta  Mensaje 1 de 1 en el tema 
De: Tony Kospan  (Mensaje original) Enviado: 02/03/2011 15:29

 

 

      

 

COMPIUTA DONZELLA

- POETESSA DEL MEDIOEVO -

a cura di Tony Kospan

 

 

 

 

 
E’ prossima la festa della donna e dunque penso di farle omaggio con post di che parlino di lei nella poesia… nella storia… nell’arte… nella musica… etc…
 
 
 
 

 

  

 

 

Qui parlerò della donna nel Medioevo ed in particolare di una poetessa, Compiuta Donzella, di cui si sa poco… se non per alcuni giudizi su di lei in prosa e poesia… ma che possiamo considerare la prima poetessa in lingua italiana. 
 
 
 
 

 

 

 

Quel che leggeremo, sia  i giudizi su di lei, che 2 suoi sonetti  ci aprono una finestra sia sulla sua persona che sulla poesia nel Medioevo.
 
 
 
 

 

 

Mentre leggiamo, se ci va, ascoltiamo questa musica dell’epoca.

 

   

Nota(secolo XIII)

 

 

 

COMPIUTA DONZELLA

 

Resta un enigma storico Compiuta Donzella, il nome, o lo pseudonimo, sotto cui si cela una "rimatrice" fiorentina del Duecento.

Si tratta probabilmente della prima donna che compone poesie in volgare italiano.

Ci sono pervenuti soltanto tre suoi sonetti di gusto trobadorico e giullaresco, due dei quali dallo stile non lontano dal Petrarca.

Data l’asssenza di altri riscontri letterari o biografici, sulla Compiuta (nome, all’epoca abbastanza comune all’epoca a Firenze) sono fiorite le più svariate ipotesi… spesso di fantasia.

Ecco come Guittone d’Arezzo la definisce in questo che appare un esagerato panegirico delle sue virtù.  

"Soprapiacente donna, di tutto compiuto savere, di pregio coronata, degna mia Donna Compiuta, Guitton, vero devotissimo fedel vostro, de quanto el vale e po’, umilmente se medesmo raccomanda voi. ".

Ma quel che possiamo evincere, con certezza, da queste espessioni scritte in un'epoca come quella medievale in cui molto raramente alle donne era concesso dedicarsi alla letteratura, è che Compiuta fu certamente una poetessa dotata d’indubbie qualità artistiche.

A conferma di ciò  ci sono anche due sonetti di un autore anonimo suo contemporaneo, che allude alla fama di Compiuta come autrice di poesie, in cui un verso così recita: "che di trobare avete dominanza".

Il  “trobar” fa riferimento ai "trobadours",  poeti musicisti provenziali in gran voga all’epoca.

 

 

 

Ecco il sonetto in questione… dedicato a lei...

 

 Gentil donzella somma ed insegnata,
poi c’ag[g]io inteso di voi tant’ or[r]anza,
che non credo che Morgana la fata
né la Donna de[l] Lago né Gostanza
né fosse alcuna come voi presc[i]ata;
e di trobare avete nominanza
(ond’eo mi faccio un po[ca] di mirata
c’avete di saver tant’abondanza):
però, se no sdegnaste lo meo dire,
vor[r]ia venire a voi, poi non sia sag[g]io,
a ciò che ‘n tutto mi poria chiarire
di ciò ch’eo dotto ne lo mio corag[g]io;
e so che molto mi poria ‘nantire
aver contia del vostro segnorag[g]io.
Perc’ogni gioia ch’è rara è graziosa,
mi son tardato, Compiuta Donzella,
d’avere scritto a la vostra risposa
la qual faceste a me fresca e novella.
E ben si testimonia, per la losa
che di me usaste, che voi siete quella
in cui altezza e gran valor riposa:
cotal a[l]bor mostr’ alto sua fior bella.
Sua fiore bella e d’amare lo frutto
mostra ‘n altezza com’è d’alto stato:
però in gioia ab[b]o vostro detto tutto,
e pregovi che mi sia perdonato
s’io m’invitai laove sone al postutto
ch’io non son degno d’esser presentato.

 

 

 

 

Ma ora avviciniamoci al suo cuore  leggendo 2 suoi sonetti…  di genere quasi opposti...

Nel primo sembra disdegnare ogni contaminazione con l’amore
mentre nel secondo svela invece l’aprirsi del suo cuore…
 
 
 
 

 

 

I SONETTO

LASCIAR VORRIA LO MONDO E DIO SERVIRE

Lasciar vorria lo mondo e Dio servire
Lasciar vor[r]ia lo mondo e Dio servire
e dipartirmi d’ogne vanitate,
però che veg[g]io crescere e salire
mat[t]ezza e villania e falsitate,
ed ancor senno e cortesia morire
e lo fin pregio e tutta la bontate:
ond’io marito non vor[r]ia né sire,
né stare al mondo, per mia volontate.
Membrandomi c’ogn’om di mal s’adorna,
di ciaschedun son forte disdegnosa,
e verso Dio la mia persona torna.
Lo padre mio mi fa stare pensosa,
ca di servire a Cristo mi distorna:
non saccio a cui mi vol dar per isposa.

 

 

 

 

 

II SONETTO

 

ORNATO DI GRAN PREGIO E DI VALENZA

Ornato di gran pregio e di valenza
e risplendente di loda adornata,
forte mi pregio più, poi v’è in plagenza
d’avermi in vostro core rimembrata
ed invitate a mia poca possenza
per acontarvi, s’eo sono insegnata,
come voi dite c’a[g]io gran sapienza;
ma certo non ne son [tanto] amantata.
Amantata non son como vor[r]ia
di gran vertute né di placimento;
ma, qual ch’i’ sia, ag[g]io buono volere
di senire con buona cortesia
a ciascun ch’ama sanza fallimento:
ché d’Amor sono e vogliolo ubidire.

 

 

 

 

      

 

FINE

 

 

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